VI^ commissione: riforma del sistema sanitario regionale, audizione dei presidenti dell’ordine dei medici delle quattro province | Consiglio regionale della Sardegna

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

15 Gennaio 2025

La commissione Sanità, presieduta da Carla Fundoni (Pd) ha proseguito i lavori con le audizioni dei presidenti dell’ordine dei medici delle quattro province (Salvatore Lorenzoni, Sassari; Maria Giobbe, Nuoro; Emilio Montaldo, Cagliari; Antonio Luigi Sulis, Oristano)  per il confronto sul disegno di legge di riforma del sistema sanitario regionale, proposto dalla Giunta (Dl. n. 40). L’incontro ha rappresentato un momento di approfondimento sulle criticità del sistema sanitario e sulle possibili soluzioni per garantire maggiore efficienza e qualità dei servizi.

Tra le principali tematiche discusse si evidenziano quelle inerenti la medicina territoriale, verso la quale è emersa una forte preoccupazione per l’insufficienza di medici di base e per la carenza di presidi territoriali, che costringe i cittadini a rivolgersi ai pronto soccorso e alle strutture ospedaliere, sovraccaricandoli (soltanto nel pronto soccorso di Sassari si registrano 180 accessi al giorno). I presidenti degli ordini hanno evidenziato la necessità di potenziare la rete di medicina territoriale e di integrare servizi diagnostici di base. Il riferimento alla telemedicina è stato valutato con una certa freddezza: «La telemedicina non sono le immagini trasmesse via WhatsApp e in Sardegna mancano le connessione adatte, insieme con il personale da impiegare». Forti perplessità sono state rivolte agli istituendi Cau “centri di assistenza e urgenza” («non si comprende con quale personale potranno funzionare, considerato che sono sguarniti persino i pronto soccorso dell’Isola»).

Una particolare sottolineatura è stata quindi rivolta alla carenza di personale e alla formazione, in particolare si è auspicata una attenzione prioritaria per i corsi di medicina generale, indispensabili per la contrattualizzazione e l’entrata in servizio di nuovi medici («la riforma deve partire dalla colonna vertebrale del sistema sanitario: la medicina generale. Se questa non funziona, tutto il sistema rischia di collassare»). Per quanto riguarda la gestione dei concorsi e più in generale quella relativa al reclutamento del personale, le critiche hanno riguardato il ruolo e le funzioni che la proposta legislativa dell’esecutivo riconosce all’Ares. A giudizio dei presidenti degli ordini professionali, le competenze sul personale e le selezioni dovrebbero ritornare in capo alle Asl. Ma non soltanto, anche le gare per le forniture dovrebbero vedere un maggiore protagonismo delle aziende sanitarie (e non dell’Ares) giudicate più adatte ad assicurare presidi e strumentazioni adeguate alle necessità degli operatori.

Sull’opportunità della riforma del sistema sanitario, Lorenzoni, Montaldo e Sulis hanno dunque affermato: «L’emergenza è non far affondare la barca ed è per tale ragione che è fondato il timore che l’introduzione di cambiamenti importanti potrebbe risultare bloccante rispetto alla necessità di mettere in campo azioni concrete e immediate». Più possibilista, invece, la presidente dell’ordine di Nuoro, Maria Giobbe, che ha invitato Giunta e Consiglio “a fare presto” anche in riferimento alla nomina dei commissari nelle Asl della Sardegna.

Sull’omogeneità dei servizi all’interno delle singole province è stato espresso il concetto delle grandezze scalari in fisica: nelle province assistiamo ad un gradiente decrescente man mano che ci si allontana dalla sede delle Università. Mentre per i disequilibri territoriali è stato chiaro il presidente dell’ordine di Oristano: «Il cattivo funzionamento degli ospedali della Sardegna centrale porterà al default anche quelli di Sassari e Cagliari».

Sul delicato tema degli accorpamenti, il presidente di Cagliari ha ricordato la contrarietà del 95% del personale in servizio al Microcitemico, per il previsto  ritorno al Brotzu; mentre la presidente di Nuoro, con riferimento all’ospedale di Sorgono, ha affermato con schiettezza: «Ha senso mantenerlo aperto?».

A conclusione degli interventi dei presidenti dell’ordine dei medici delle quattro province, la commissione – dopo l’audizione dell’assessore della Sanità, Armando Bartolazzi che ne ha sintetizzato i contenuti – ha espresso parere favorevole all’unanimità (la consigliera Aroni, Udc, non ha partecipato al voto) alle linee di indirizzo (2025-2026) del programma “Ritornare a casa Plus” (deliberazione n. 49/32 del 11.12.2024).

Recapiti
Ufficio Stampa