GABETTI LAB ALLA CONVENTION NAZIONALE DI CONFABITARE | Gabetti Lab

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GABETTI LAB ALLA CONVENTION NAZIONALE DI CONFABITARE

«Quale futuro per le nostre città?», è la domanda che il presidente nazionale di Confabitare, Alberto Zanni, ha rivolto al pubblico intervenuto a Bologna alla convention nazionale. Due tavole rotonde tematiche, con parlamentari, viceministri, esperti del settore, tecnici, e tanti attori della filiera per mettere a sistema soluzioni sui temi della rigenerazione urbana e della semplificazione normativa, ma anche sui nuovi codici di intervento per rendere più sostenibili le case degli italiani, perché l’abitare diventi la leva cruciale per la ripartenza del Paese.

Tante ricette e numerose strategie raccontate nell’arco della giornata. «Non possiamo più concepire le città come dei salotti all’interno della ztl e quello che sta fuori lasciato all’incuria. Ci vogliono più interventi nelle periferie», spiega il senatore Marco Lisei. «Difendiamo la proprietà della casa perché per noi la proprietà privata è sacra. L’Italia è il Paese in cui gli inquilini delle case per la maggior parte sono anche proprietari», interviene l’europarlamentare Stefano Cavedagna. Per Roberto Rosso, promotore di una nuova legge sul condominio e relatore al Senato delle otto proposte di legge sulla Rigenerazione urbana, «la rigenerazione ci consentirà, insieme al pubblico e al privato, di salvare interi quartieri, di ricostruire nuove reti di comunità non periferiche, riequilibrando i servizi e le relazioni in luoghi degradati. E sarà tutto meglio gestibile con un Fondo della rigenerazione urbana che metta in linea tutti i professionisti perché la casa è il risparmio degli italiani, ma anche un modo per proteggere gli inquilini e quindi le persone». Alla convention arrivano anche i saluti della segretaria del Pd, Elly Schlein attraverso il deputato Andrea De Maria, segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. «Siamo al lavoro per una proposta di legge che vogliamo condividere con tutte le forze, sia di maggioranza che di opposizione. Una proposta che viene incontro a tanti obiettivi: limitare il consumo di suolo, promuovere la qualità urbana, valorizzare il patrimonio immobiliare dentro una visione di interesse pubblico e collettivo». Il convegno è entrato nel vivo anche sul Ministero dell’economia e delle finanze attraverso le parole di Virgilio Merola, ex sindaco di Bologna. «Un quadro che deve essere coerente però, perché nella legge di Bilancio che stiamo discutendo alla Camera c’è un possibile grosso taglio sui fondi dedicati al Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) che ammonta a 1 miliardo e 600 milioni. Altri 800 milioni verrebbero tagliati dal Programma periferie degradate, anche in questo caso in presenza di convenzioni firmate, appalti avviati e contributi dei privati attivi. Noi riteniamo che sia importante tornare a una nuova legge quadro sul tema casa e un Ministero sulla casa». Come spiega nel suo intervento il senatore Marco Lombardo, manca il piano della realtà. «Abbiamo chiesto in Europa di adeguare la normativa europea alla situazione del patrimonio residenziale italiano. Un piano di gradualità, un piano nazionale con una fattibilità reale. Al governo chiediamo non una discussione ideologica, ma a un impegno comune per tutelare in Europa i piccoli proprietari italiani». Il saluto del primo ministro Giorgia Meloni arriva con le parole dell’ex viceministro e dal 3 dicembre capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami. «Sul tema della rigenerazione urbana, il governo osserva quello che discute il Parlamento. Sull’edilizia residenziale pubblica e privata, oggi ci sono poche possibilità di lavorare a un intervento radicale, un Piano Fanfani, per capirci». Con i proprietari è necessario dialogare. Per Luca Dondi di Nomisma, il confronto delle associazioni è necessario per capire le motivazioni di come e perché si è spostata l’offerta. «Il tema della rigenerazione urbana funziona solo con una collaborazione di pubblico e privato, occorre trovare nel privato un partner. Competenza e capacità negoziale e stessi obiettivi, sono gli ingredienti di un buon funzionamento per chi ha come meta quello della trasformazione delle città», conclude.

Realizzata in collaborazione di Gabetti Lab, la prima tavola rotondaRiqualifichiamo. Competenze, priorità e indirizzi per l’abitare futuro” ha fatto il punto sugli indirizzi in campo per affrontare le nuove sfide lanciate dall’Europa e dal mercato. L’obiettivo è sempre quello di fare sistema per fornire un supporto tangibile ai cittadini senza dimenticare le questioni ambientali.

Su come la variabile fiscale può interfacciarsi con gli obiettivi della riqualificazione il punto di Enrico Zanetti, Centro studi Eutekne e consigliere del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Al centro la transizione energetica, tema caldo per gli obiettivi 2050 nell’intervento di Leonardo Setti dell’Università di Bologna. «Sempre più convergenza tra edilizia e settore energetico», spiega Tommaso Maria Galassi, responsabile partnership e sviluppo comunità energetiche Edison Energia. «Un grande contributo alla transizione lo danno le comunità energetiche condominiali. La possibilità a tutte le famiglie di beneficiare dell’unica vera leva per ridurre i costi energetici, cioè un sistema di autoproduzione di energia. Le comunità energetiche virtualizzano il concetto di autoconsumo. Con Gabetti Lab abbiamo aperto al mercato condominiale, oggi ci sono 1.500 famiglie che hanno aderito e più della metà insieme a Gabetti Lab». Idee di business e proposte di housing sociale. Realizzare, in Italia, in dieci anni, 20mila alloggi (il 40% del fabbisogno) a canone calmierato di circa 70/80 mq ciascuno e in più i necessari spazi esterni, è la proposta di Legacoop Abitanti raccontata da Mirco Mongardi, presidente assemblea Legacoop Abitanti e vicepresidente Legacoop Imola. Rinforzare una filiera che nel prossimo futuro dovrà prestare grande attenzione alla riqualificazione delle periferie per fare in modo che tutti possano abitare e lavorare in luoghi sicuri e di benessere. Per l’amministratore delegato di Gabetti Lab, Alessandro De Biasio, «quello che dovrebbe mettere d’accordo tutte le forze politiche e la filiera è la richiesta pressante che arriva dalle giovani generazioni. Noi qui parliamo di futuro, ma se consideriamo che il futuro sono i nostri figli non possiamo lasciarli fuori dal dibattito. L’equilibrio tra dimensione economica, sociale e ambientale è al centro della loro piramide valoriale. Allora non c’è soluzione alternativa, si va in quella direzione, ma guidati da due parole. La prima è generosità. Perché bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni che non avranno i loro rientri nell’arco della legislatura. L’altra è responsabilità. La responsabilità di chi deve scrivere le regole del gioco e che deve avere anche il rispetto per chi all’interno di queste regole tutti i giorni è chiamato a operare». Competenze su competenze come quelle raccontate dal segretario dell’Ordine periti industriali delle Province di Bologna e Ferrara, Roberto Dall’Olio. Cambiamenti climatici, rivoluzione tecnologica, transizione demografica, una nuova strategia energetica. «Se dovessimo fare una nuova lettura saremmo davanti a un nuovo ciclo sistemico», spiega Lorenzo Bellicini, direttore Cresme. Una rivoluzione che investe anche il nostro patrimonio edilizio.

Alberto Zanni, presidente nazionale Confabitare – Copyright ©Confabitare

Città e Paese, il focus della seconda tavola rotonda “Costruiamo la casa del presente. Politiche e progetti”. Ancora tanta politica con l’eurodeputato Stefano Bonaccini e la presidente del Gruppo interparlamentare Progetto Italia, Erika Mazzetti che ancora una volta ha avanzato la necessità di un Testo unico per le costruzioni. E per finire, ma non in ultimo. «Come gruppo Gabetti – spiega Marco Speretta, direttore generale del Gruppo Gabetti – siamo da sempre impegnati nel cercare di orientare gli operatori che a vario titolo configurano il modello abitativo. E lo facciamo a partire dall’analisi delle esigenze del consumatore finale, quindi delle famiglie, grazie anche alla capillarità della nostra rete di affiliati che ci permette di avere un sentiment su tutta Italia. Oggi è la domanda a orientare l’offerta. O meglio, siamo in presenza di tante domande che orientano diverse tipologie di offerte», racconta il dg del Gruppo.

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