16/01/2025 Sindacato.
�Non � un Paese per giovani. Confrontando il III trimestre del 2024 con lo stesso periodo del 2004, la distribuzione dell�occupazione per classe di et� fa emergere dati su cui si rende necessaria e urgente una riflessione: nel 2004 gli over 50 erano il 21,8 per cento del totale degli occupati, nel 2024 sono stati il 41 per cento�.
� quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, a margine del seminario sul tema �Il collegato lavoro e le recenti novit� legislative del 2024�, organizzato dalla Uil per presentare i dati aggiornati sull�occupazione e svolgere un�analisi comparativa con i precedenti venti anni.
�Oltre alla poca quantit� di occupazione giovanile - ha proseguito Veronese - scarseggia anche la qualit�: nel 2023, ad esempio, l�88 per cento dei contratti attivati ai giovani � stato temporaneo. In questo quadro, ulteriormente penalizzate sono le donne: l�Italia � ultima in Europa per tasso di occupazione femminile e prima per tasso di inattivit� femminile, con un gap retributivo di genere di circa il 30 per cento�.
�Non solo, dunque, le giovani e i giovani lavorano poco - ha sottolineato la segretaria confederale della Uil - ma quel poco �, spesso, lavoro precario, discontinuo, che rende impossibile chiedere un mutuo, comprare una casa o anche una macchina, che rende molto in salita il percorso verso la costruzione di un progetto di vita. Lavoratrici e lavoratori fantasma, appunto, come abbiamo denunciato nella nostra ultima campagna�.
�L�intervento normativo potrebbe, ovviamente, fare molto per migliorare la qualit� del lavoro, ma sembra, invece, che si sia scelta un�altra strada. Il �Collegato lavoro�, ad esempio, con cui il governo ha sostenuto di voler perseguire �l�obiettivo della stabilit� del lavoro e non certo della precariet��, � una legge ben lontana dal raggiungimento di quanto dichiarato. Pi� in generale - ha concluso Veronese - le numerose modifiche intervenute negli ultimi due anni hanno ampliato la possibilit� di assumere a tempo determinato, sia in forma indiretta sia in somministrazione, hanno ridotto le tutele, come nel caso delle dimissioni per fatti concludenti, hanno inasprito ingiustamente l�accesso alla Naspi�.
Roma, 16 gennaio 2025