In occasione del Giubileo 2025, un’iniziativa significativa arriva dall’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno e dalla Caritas diocesana: trasformare i luoghi della carità in luoghi giubilari. Durante la messa per l’apertura dell’Anno Santo, il 29 dicembre 2024, erano presenti anche sei detenuti, in permesso speciale. Un gesto concreto che coniuga spiritualità e solidarietà, offrendo alla comunità un’esperienza di fede autentica attraverso l’incontro con i più fragili.
Tra i luoghi inclusi nella “Guida del Pellegrino”, una vera e propria guida dei luoghi giubilari dell’Arcidiocesi, troviamo anche il Polo della Carità, il Dormitorio Don Tonino Bello e la Mensa San Francesco, che sono solamente alcuni dei luoghi caritativi scelti dalla diocesi di Salerno.
Un cammino che parte dagli ultimi
«La maggioranza dei luoghi giubilari scelte nell’Arcidiocesi sono proprio i “luoghi della sofferenza”», spiega don Ugo De Rosa, Delegato Diocesano per il Giubileo, «così da permettere a tutti i fedeli di vivere nel profondo l’esperienza giubilare, in particolare ai fragili e alle persone in difficoltà. Solo se si parte dagli ultimi si può arrivare a tutti».
Viviamo in un momento storico difficile, anche a livello spirituale, e il Giubileo rappresenta un’occasione importante per riscoprire la fede e rinnovare la speranza.
Mostrando il volto caritativo della Chiesa c’è una possibilità di evangelizzazione e testimonianza della carità, di dimostrare «il bello che c’è nella Chiesa», aggiunge don Ugo.
All’interno dei luoghi della carità, ogni giorno, durante la preghiera prima dei pasti, si fa riferimento all’Anno Santo e all’importanza di tenere sempre accesa la fiaccola della speranza.
«Si tratta di un momento di condivisione profonda», prosegue anche don Ugo, «in cui i volontari e le persone in difficoltà si ritrovano insieme per vivere nel profondo la dimensione spirituale del Giubileo, per guardare al futuro con animo aperto e speranza viva».
La decisione di rendere le strutture caritative luoghi giubilari fa riferimento all’invito di papa Francesco a celebrare il Giubileo in maniera “diffusa”, così che la forza del perdono di Dio sostenga e accompagni il cammino di tutte le comunità e le persone (papa Francesco, Lettera per il Giubileo).
Includere i luoghi della carità, simboli di speranza, all’interno del percorso giubilare sottolinea il desiderio di promuovere un rinnovato impegno comunitario: con le comunità protagoniste di un cambiamento non individuale ma collettivo, concretizzando il messaggio di papa Francesco di creare “un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica”.
L’obiettivo è quello di rendere queste strutture dei luoghi ordinari, spazi di quotidianità, come un mezzo di dialogo e di vicinanza con tutti, soprattutto con chi è in situazioni di maggiore fragilità. Ogni gesto di solidarietà, per quanto semplice, porta con sé un messaggio di speranza, che non si manifesta solo in occasioni straordinarie, ma che si fa presenza costante e ordinaria nella vita delle comunità, attraverso il dialogo, la vicinanza e l’accoglienza.
Aggiornato il 17 Gennaio 2025