Medicina Rigenerativa, via in UniCamillus al nuovo Master di II livello verso il futuro della chirurgia estetica - UniCamillus

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È partito a ottobre in UniCamillus il nuovo Master di II livello in Medicina Estetica e Rigenerativa. Con questo nuovo corso – che è stato accolto molto positivamente dagli studenti interessati (circa una trentina) e che si va a unire a quelli già erogati dal nostro Ateneo nel medesimo campo –  l’Università porta avanti il proprio percorso in un settore definito dagli esperti “il futuro di questa branca della medicina”. Nell’ultimo congresso della SIME (la Società Italiana di Medicina Estetica) è emerso infatti come le nuove procedure innovative della Medicina rigenerativa, le quali utilizzano le stesse cellule dei pazienti per riparare i danni e favorire i processi di guarigione, diano grandi risultati e trascurabili effetti collaterali nel prevenire e correggere l’invecchiamento cutaneo. Il Master di UniCamillus, rivolto in particolare alle terapie del volto, si propone di approfondire il tema di come la medicina estetica, ormai entrata nel quotidiano di una fetta di popolazione sempre più ampia e di entrambi i sessi, possa evolversi recuperando i propri principi di naturalezza. A curare l’organizzazione del corso è il Dottor Giuseppe Ferrarelli.


Le nuove linee guida della Medicina Estetica sembrano sempre più orientati verso tutto ciò che sia poco visibile. In virtù di questo, su quali aspetti si concentrerà maggiormente questo Master?

Per qualità e tipologia di docenti questo Master vuole porsi a un livello più elevato. Io lavoro in questo ambito da circa 12 anni e sto verificando con altri colleghi che l’intenzione è sempre più quella di riportare il concetto di medicina estetica a un livello più primordiale, come intervento curativo, su pazienti in salute. Non bisogna più parlare di una medicina sostitutiva, come invece sono stati fino a oggi la maggior parte degli interventi. Al contrario è necessario riprendere coscienza dei concetti medici e fisiologici, per nobilitare questa materia. E su questo impronteremo gli argomenti principali del corso. La prevenzione dell’invecchiamento su tessuti che perdono funzionalità deve significare riportare alla bellezza fisiologica. Capisco che l’interesse di chi vende prodotti estetici sia altro, ma si è arrivati ad un punto in cui gli interventi fatti nulla hanno di esteticamente bello. Alcuni canoni di bellezza sono codificati e questo Master vuole essere orientato a riproporre un percorso che formi medici, odontoiatri e professionisti in generale per effettuare trattamenti che si basino sull’armonia, oltre che sulla scienza medica, mirati al problema del paziente. La Medicina Estetica deve essere preventiva e migliorativa.


La SIME sostiene la necessità di un percorso comunicativo-informativo più diretta con i pazienti, per educare a un corretto utilizzo della Medicina Estetica. Lei è d’accordo?

Assolutamente sì. E aggiungo che è altrettanto fondamentale la formazione dei medici stessi, per affrontare anche i problemi che l’attualità pone. La comunicazione in ambito deontologico è l’unica strada per soddisfare uno dei perni del giuramento che ogni medico fa, cioè ‘primum non nocere’. Noi possiamo fare trattamenti di ogni tipo, come se correggessimo i dettagli di una foto, ma non è una cosa positiva. Il concetto di base della Medicina Estetica, nata in Francia oltre 30 anni fa come ausilio e complemento alla chirurgia estetica, è quello di intervenire su soggetti che non sono malati, ma in salute e che vogliono migliorare il proprio aspetto in maniera fisiologica. I trattamenti che invece oggi si fanno sono andati invece oltre, rasentando l’eccesso. La Medicina Estetica è invece una medicina nobile e tale deve rimanere. È nata per rifinire quello che inevitabilmente veniva tralasciato dalla chirurgia, che è uno strumento più invasivo. Il leitmotiv per il futuro sarà quello di trattamenti basati su anatomia e fisiologia, connettendoli alla normale risposta fisiologica dell’organismo, che tende già da sé alla rigenerazione e alla riparazione.


Le tecniche di Medicina Estetica Rigenerativa possono essere applicate su chiunque?

Da anni si stanno studiando meccanismi rigenerativi complessi. Si studia come le cellule staminali dei tessuti possano essere impiegate per ricreare quella giusta alchimia che induce la rigenerazione nell’organismo. Tuttavia non è ancora possibile affermare che esistano nel nostro campo terapie adatte a tutti. Ogni intervento va selezionato e tarato per ciascun paziente, in base all’età, alle esigenze e alle aspettative. In questo le nuove tecniche di medicina rigenerativa non sono diverse dal resto della medicina estetica.


In pratica non esisterà mai una pozione magica per la bellezza.

Certo che no. Quando iniziai io a praticare la medicina estetica ci dicevano sempre di non accettare mai pazienti definiti dismorfofobici, cioè affetti da quella patologia di ordine psichiatrico che fa sì che la persona non si veda mai soddisfatta delle proprie forme corporee. Oggi purtroppo vediamo invece sempre più spesso pazienti che chiedono sempre di più. Per questo dobbiamo focalizzarci sulla formazione dei medici. Perché chi si presta a questo tipo di trattamento, va forse istruito meglio. Iniettare un materiale all’interno di tessuti determina sempre delle alterazioni e quindi il rischio di arrecare danno al paziente. Un filler, un acido ialuronico, non sono pozioni magiche. All’interno dei tessuti non sono mai inerti e innocui. L’organismo recepisce la sostanza come un qualcosa di invasivo. L’essere umano è un’alchimia perfetta e ogni eccesso è sempre rischioso.


Il Master è rivolto a diversi specialisti. Perché questa scelta?

Sono convinto che si debba creare una sinergia di lavoro tra medici specialisti, odontoiatri, medici estetici, ecc… L’estetica del viso, su cui questo Master si concentra, è articolata e complessa, tenendo conto che le basi dento-scheletriche sono il supporto su cui tutto ciò che è sopra rispecchia la profondità. La coordinazione, la cooperazione e la consulenza tra professionisti del settore sicuramente porterà ad un miglioramento, intervenendo con una minor quantità di prodotti. Nell’ambito del mio percorso ho sempre portato avanti questa filosofia di lavoro. Ognuno deve rimanere nel proprio ambito specialistico, senza invadere, ma collaborando con gli altri professionisti.


La Medicina Estetica può essere un mezzo per arrivare a stare bene con se stessi, ma come fare per evitare di cadere in quegli eccessi spesso indotti dal sistema mediatico che vuole tutto e subito e oggi ulteriormente amplificati a dismisura dai social?

Questo è un tema a me caro, perché io da sempre mi occupo di trattamenti sia terapeutici in senso stretto, sia con interventi tramite tossina botulinica, cioè il farmaco che viene impiegato nella medicina estetica. Proprio alla SIME è stata presentata una relazione su quello che è un tema molto attuale: il trattamento con tossina botulinica viene impiegato per ridurre l’aspetto invecchiato del viso, dovuto alle rughe legate alla muscolatura mimica del volto. L’espressione e la mimica sono prerogative dell’uomo. L’espressione è collegata direttamente all’emotività e infatti il trattamento con tossina botulinica viene usato anche su pazienti con depressione. L’emozione è la componente visiva della dimensione cognitivo-comportamentale, quindi migliorare l’aspetto significa migliorare la propria capacita di proporsi in senso sociale, nel rapporto con gli altri. Oggi purtroppo si vedono tanti eccessi, senza considerare che il rapporto armonico è presente in natura e che quando si esce dai canoni si praticano delle devianze, magari per moda. Il punto è scegliere se inseguire una bellezza di moda o una bellezza fisiologica. Deontologicamente non ci sono dubbi su quale sia la strada giusta. Un master come questo, che dia formazione in particolare ai medici più giovani, che nel bene e nel male hanno a che fare con i social, è un mezzo per trasmettere questo messaggio: spegnere i social e capire i meccanismi della realtà. Magari per arrivare al risultato che un paziente vuole ci vorrà un po’ di più, ma i tempi fisiologici non possiamo stabilirli noi.

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