Veicoli elettrici e ibridi plug-in: i dati deludenti mettono a rischio gli obiettivi europei - I-Com, Istituto per la Competitività

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Le autovetture e i veicoli commerciali leggeri sono responsabili della maggior parte delle emissioni di CO2, ammontando rispettivamente al 16% e al 3% del totale. Per questo motivo abbattere le emissioni derivanti dal trasporto privato è un traguardo di primaria importanza per l’Unione Europea. Risale al 2023 il regolamento 2023/851 – che modifica il precedente del 2019 – volto a rafforzare gli standard prestazionali in materia di emissioni per le nuove auto e furgoni. La modifica sostiene l’obiettivo del raggiungimento della neutralità climatica al 2050, che non può prescindere dai trasporti. I nuovi target riguardanti i limiti delle emissioni di CO2 per l’intera flotta UE prevedono:

• Auto: 93,6 g CO2/km (2025-2029) e 49,5 g CO2/km (2030-2034)
• Furgoni: 153,9 g CO2/km (2025-2029) e 90,6 g CO2/km (2030-2034)
• Auto e furgoni: 0 CO2/km dal 2035 in poi.

Il superamento dei target della flotta per produttore in un dato anno comporta per quest’ultimo un sovrapprezzo da pagare.
Gli obiettivi sono certamente sfidanti, soprattutto alla luce dei nuovi dati disponibili per il 2024 che mostrano una chiara frenata delle immatricolazioni di veicoli elettrici (BEV) e ibridi plug-in (PHEV).

LO SCENARIO EUROPEO

Come riportato dai dati di ACEA, per i mesi da gennaio a novembre 2024 la media delle nuove auto elettriche immatricolate nell’UE segna un -5,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre se si considera solo la variazione mensile su novembre 2023, la variazione scende a -9,5%. Infatti, soltanto 14 Stati membri mostrano un andamento positivo sull’anno precedente. Di questi, nella maggior parte dei casi, si tratta di mercati minori, mentre Germania, Francia e Italia, registrano rispettivamente -26%, +0,1% e +0,6% (-1,96% considerando anche dicembre).

 Immatricolazioni auto elettriche 2023-2024 (Gen-Nov)


Fonte: ACEA

Risultati ancora meno rassicuranti per le vetture ibride plug-in, dove a livello UE si registra un -8% nel periodo gennaio-novembre 2024 rispetto all’anno precedente e un -8,8% solo rispetto al novembre 2023. Il risultato positivo del mercato tedesco, dove le nuove immatricolazioni su tutto il periodo segnano un +9,5% rispetto al 2023, non è sufficiente a compensare le variazioni negative di paesi rilevanti come Francia e Italia dove le nuove immatricolazioni calano rispettivamente del 16,6% e del 24,9%.

Immatricolazioni auto plug-in hybrid 2023-2024 (Gen-Nov)

Fonte: ACEA

A novembre 2024 Olanda e Belgio mostrano un risultato molto positivo in termini di market share per quanto riguarda soprattutto le nuove immatricolazioni di veicoli elettrici, che raggiungono rispettivamente il 33% e il 28%. Relativamente soddisfacente anche la quota relativa alle ibride plug-in, che è più contenuta rispetto a quella delle elettriche, ma comunque notevolmente più alta rispetto agli altri Paesi considerati. Tuttavia, si tratta di mercati dimensionalmente molto più piccoli rispetto a Francia, Germania e Italia e quindi anche il beneficio, in termini di emissioni, va contestualizzato alla totalità delle auto in circolazione.
Francia e Germania riescono a raggiungere una quota abbastanza significativa di auto elettriche sul totale delle immatricolazioni – rispettivamente 17% e 13% – ma sicuramente non sufficiente se consideriamo la grande quantità di nuove immatricolate per i due paesi. L’Italia si ferma invece a quota 4% e 3% rispettivamente per elettriche e ibride plug-in, su un totale di nuove immatricolazioni pari a 1.453.458 unità.

Fonte: Acea, 2024

I NUOVI DATI PER IL MERCATO ITALIANO

Con i nuovi dati per il mese di dicembre 2024, la situazione in Italia risulta ancora più scoraggiante. Nell’ultimo mese le auto elettriche immatricolate su tutto l’anno risultano in calo dell’1,96% rispetto al 2023, mentre a novembre il dato segnava quantomeno un debole aumento dello 0,6%. Migliora il dato mensile – che a novembre segnava un -17,4% su novembre 2023 – ma si registra comunque una diminuzione del 13,95%. Anche in termini di quota di mercato, rispetto al 2023, dove le auto elettriche rappresentavano il 4,22% del totale sulle nuove immatricolazioni, si verifica una leggera flessione dello 0,06%, con quota 2024 pari al 4,16%. Anche le ibride plug-in si aggiudicano una fetta molto piccola di mercato fermandosi al 3,35%, mentre il 43,44% delle nuove immatricolazioni è ancora destinato alle auto a benzina e diesel.

Distribuzioni immatricolazioni per tipologia 2024

Fonte: Motus-E

In sintesi, le tipologie di autovetture che ad oggi consentirebbero di ridurre drasticamente le emissioni di CO2, coprono una quota di mercato per le nuove immatricolazioni del 7,51% complessivamente. Ne consegue che, come riportato da Motus-E, il 66,6% delle auto immatricolate nel 2024 rientra nella categoria di emissioni 91-135 gCO2/km e il 18,7% in quella 136-160 gCO2/km. Questo significa che, se non ci saranno cambi di marcia, sarà molto difficile allinearsi ai target comunitari.

I punti di ricarica in Italia sono cresciuti del 27,8% tra settembre 2024 e settembre 2023 – arrivando a quota 60.339, le stazioni di ricarica del 21,7% e i pool di ricarica del 25,2%. In riferimento alla tipologia di colonnina, il 71% sono di tipo Medium-speed AC, seguite dalle Fast DC che raggiungono il 14%. Infine, la maggior parte delle colonnine è installata nelle regioni del Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. In sintesi, la crescita in termini di numero di punti di ricarica è positiva, ma sarà importante concentrarsi sull’installazione di colonnine veloci, ovvero con potenza superiore ai 20kw, ed espandere geograficamente la rete di punti di ricarica.

Punti di ricarica e infrastrutture 2021-2024


Fonte: Motus-E

CONCLUSIONI

Il raggiungimento degli obiettivi fissati a livello comunitario di riduzione delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti è incerto, soprattutto alla luce dei nuovi dati sul 2024.
Il volume di nuove immatricolazioni di veicoli elettrici (BEV) e ibridi plug-in (PHEV) tra i vari Stati dell’UE è disomogeneo e mostra segnali di rallentamento in molti di questi, in particolare in mercati importanti come quello tedesco, francese e italiano.
Se non verranno adottate contromisure adeguate, il settore automobilistico subirà pesanti sanzioni, che aggraveranno una crisi del comparto già esistente.
L’Italia in particolare evidenzia una situazione critica, con una quota di mercato per i veicoli a basse emissioni del 7,51% in riferimento alle immatricolazioni del 2024.
È necessario continuare ad espandere la rete di punti di ricarica sia geograficamente, creando un sistema omogeneo a livello nazionale, ma anche a livello di prestazioni, aumentando la quota di colonnine con potenza superiore a 20 kw.

Recapiti
Giulia Rovai