Giornata della Memoria: per non dimenticare

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Giornata della memoria: l'importanza di ricordare, perché senza passato non c'è futuro

La Giornata della memoria si celebra il 27 gennaio: il giorno in cui nel 1945 le truppe dell'Armata Rossa entrarono ad Auschwitz e liberarono il campo di sterminio.

Ogni anno in libreria troviamo i diari, le testimonianze, i romanzi per tramandare la memoria della Shoah. Pagine dalle quali non dovremmo mai togliere il segnalibro, perché senza passato non c'è futuro.

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. (Primo Levi)

In libreria per la Giornata della memoria

 Tra i nostri consigli c'è sicuramente I semi dell’odio e della misericordia di Burkhard Bilger. Tra passato e presente, tra colpe commesse ed ereditate, tra generazioni diverse, tra Germania e Francia e poi ancora tra Europa e America, lo scrittore americano di origini tedesche racconta la vicenda di suo nonno Karl - soldato, insegnante, occupante nazista, prigioniero di guerra, imputato, colpevole e però innocente – diventata il paradigma di una lettura dei fatti che trova il coraggio di guardarsi dentro e affrontare le responsabilità personali.

Alessandro Milan dà invece vita ne I giorni della libertà a una narrazione che parte da Milano e si dipana nel resto d’Italia, dal campo di prigionia di Fossoli a Riva del Garda fino alle campagne vicentine di Arzignano. Un libro che parla di noi, del nostro passato e del nostro presente.

Consigliamo anche il romanzo Da noi, ad Auschwitz di Tadeusz Borowski, scrittore del lager e dal lager, che non nasce, però, come autore ad Auschwitz, né limita entro l’orizzonte dei campi di sterminio la propria esperienza.

Il libro è una raccolta che alterna versi e racconti – molti dei quali tradotti per la prima volta in italiano – a ricostruirne idealmente la biografia letteraria, presentandolo di volta in volta come studente, amico, poeta, intellettuale, innamorato, deportato, infine cronista nello scenario postbellico tra le macerie morali e materiali dell’Occidente.

O, ancora, come le storie raccolte in Figlie della resistenza da Judy Batalion, che con questo libro restituisce un’adeguata dignità storiografica alle combattenti dei ghetti nazisti dimenticate dalla Storia.

Voce potente della poesia europea del Novecento, Gertrud Kolmar - vittima dell'Olocausto - viene proposta con la sua ultima raccolta, Welten, Mondi, scritta nel 1937 e finora inedita in italiano.

In veste di corrieri, combattenti armate, agenti dei servizi segreti e sabotatrici, queste "ragazze del ghetto" rischiarono la propria vita con coraggio e nervi d’acciaio. Attraverso una pluralità di fonti – diari, testimonianze, memorie, interviste, documenti d’archivio e saggi – la studiosa canadese ricostruisce la storia di Renia Kukiełka, Frumka Płotnicka, Tosia Altman, Chajka Klinger, Ruzka Korczak e Vitka Kempner.

Anche se ci sembra di conoscere tutto sulla Shoah, dati i diversi libri che raccontano storie legate allo sterminio del popolo ebraico, capita ancora di scoprire delle vicende poco note. È quello che è successo a Rosa Ventrella quando si è imbattuta nella storia de I bambini di Haretz, conosciuti anche come i bambini della sciesopoli di Selvino. Il risultato è un romanzo intenso e coinvolgente, che racconta l'incredibile viaggio di un gruppo di bambini ebrei in fuga attraverso l'Europa in guerra.

Grazie alla brillante e documentata ricostruzione di Karina Urbach, nipote della protagonista de Il libro di ricette di Alice, veniamo a conoscenza della vicenda inedita di una donna straordinaria, testimone di un’epoca di splendore e grandezza.

Una vittima di un capitolo poco noto nella storia dei crimini nazisti: quello dell’arianizzazione di opere di autori ebrei.

Invece Riccardo Calimani, tra i massimi esperti di Venezia e della storia degli ebrei italiani, in Come foglie al vento fonde la dimensione privata con quella storica, dando vita a un'affascinante memoria famigliare e nello stesso tempo a una ricostruzione rigorosa e densa degli anni più terribili del Ventesimo secolo.

Il romanzo, articolato intorno allo struggente racconto di un nonno ai nipotini, è l’occasione per ripercorrere i giorni drammatici delle persecuzioni contro gli ebrei veneziani, in una testimonianza in cui il ricordo personale si alterna ai documenti e agli avvenimenti pubblici dell’epoca.

Eddie Jaku, un sopravvissuto ad Auschwitz, ha trovato speranza, gratitudine e gentilezza anche nei luoghi più oscuri. Il suo racconto ne L'uomo più felice del mondo, pubblicato originariamente quando l'autore ha compiuto cento anni, è stato premiato e letto in tutto il mondo.

Una biografia potente, straziante e però piena di speranza, che insegna con forza inappellabile che la felicità può essere trovata anche nei momenti più bui.

Nessun autore tedesco è stato capace di raccontare gli orrori della guerra e dell'Olocausto come . Nel suo primo romanzo Dov'eri, Adamo? la storia del tenente Feihnhals incrocia quella dei personaggi dei nove capitoli, che diventano altrettanti protagonisti della tragedia guerra.

Pubblicato per la prima volta nel 1951, il romanzo sorprende e spiazza per il coraggio con cui, a pochi anni dal termine del secondo conflitto mondiale, Böll mette a nudo le responsabilità della Germania e di ogni singolo uomo, soldato o civile, nella follia, nell’orrore e nella crudeltà della guerra e dello sterminio.

Una catastrofe mondiale può servire a parecchie cose.
Anche a trovare un alibi davanti a Dio.
Dov'eri, Adamo? "Ero alla guerra mondiale".


Il mio nome è Selma di Selma van de Perre racconta, invece, la vicenda di Selma, studentessa diciottenne ebrea che sfuggì alla cattura arruolandosi nelle file della Resistenza. All'età di novantanove anni l'autrice ripercorre una delle pagine meno note della storia della Seconda guerra mondiale, quella cioè che vide moltissimi ebrei partecipare attivamente alla lotta contro il nazismo.

Selma van de Perre smentisce ancora una volta il luogo comune, così caro agli antisemiti e ai negazionisti di ieri e di oggi, delle vittime mansuete che si lasciarono condurre docilmente alle camere a gas. 

Entrando nella resistenza e scegliendo di sopravvivere a ogni costo, Selma, insieme a tanti altri, aveva sfidato la barbarie con la sola arma di cui disponeva, il coraggio. Per poter pronunciare di nuovo il proprio nome. Per dimostrare che all’orrore è possibile opporsi.

La “scelta” che dà il titolo al romanzo CULT di William Styron è quella che condizionerà per sempre la vita della giovane polacca Sophie è la più atroce che possa toccare a una donna.
A imporgliela, la crudeltà sadica dei nazisti ad Auschwitz. 

Romanzo intenso, straripante, inesorabileLa scelta di Sophie travalica i confini della storia e, partendo dall’Olocausto, sposta la riflessione sul piano esistenziale, presentando il Male non come frutto di una mente perversa, o come il risultato di una congiuntura storica, ma come una tentazione cui chiunque può cedere.

E poi ci sono storie vere, con la loro forza dirompente di pagine di Storia, come quella di Andra Bucci e Tatiana Bucci, due sorelle che sono sopravvissute ad Auschwitz.
Nel loro Noi, bambine ad Auschwitz viene narrata la drammatica esperienza della deportazione nel 1944.

Scampate alle selezioni insieme al cuginetto Sergio, vennero internate in un Kinderblock, il blocco dei bambini destinati alle più atroci sperimentazioni mediche.
Il libro è il racconto di come per combattere la paura si sono immerse nell’assurda quotidianità di Birkenau cercando così di continuare a vivere.

Giornata della memoria: le storie per vivere la memoria

Nella raccolta di saggi e discorsi Sparare a una colomba, David Grossman, la cui narrativa è strettamente legata alla riflessione sulla memoria, ha offerto la sua prospettiva sulla Shoah e sulla valenza morale del ricordo in molteplici occasioni pubbliche.

I testi raccolti in questo libro raccontano la sua anima di scrittore testimone che indaga l'essenza dell'esistenza umana attraverso un'indagine della storia di Israele e del suo popolo. 

Che cosa c'è da ridere di Federico Baccomo è un libro che riporta i lettori ai giorni della persecuzione nazista raccontando la storia del giovane Erich, un ragazzino ebreo che sogna di diventare un cabarettista quando la tempesta della Shoah si abbatte sull'Europa.

Rendendo omaggio ai tanti che si batterono per la libertà, Federico Baccomo ci ricorda che il ridere - da sempre a lui molto caro sia come oggetto letterario che come cifra di stile  - è una forza creatrice che certamente non ci mette al sicuro dal male, ma che comunque può farci da scudo.

Recapiti
Redazione Libri Mondadori