Alcune di queste patologie, come dengue e chikungunya, trasmesse da zanzare, si stanno diffondendo anche in Italia
Le malattie tropicali neglette (NTDs) rappresentano una delle più grandi sfide sanitarie globali, colpendo oltre 1,6 miliardi di persone, principalmente nei Paesi poveri, dove malnutrizione e carenze sanitarie favoriscono la loro diffusione. Sebbene queste malattie siano responsabili di centinaia di migliaia di morti ogni anno, ricevono poca attenzione e risorse, rendendo difficile prevenirle e curarle. È partendo da queste considerazioni che Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco e Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, hanno deciso di fare il punto sulle malattie tropicali neglette con un dossier, proprio a ridosso della giornata mondiale del 30 gennaio a loro dedicata.
L'ALLARME IN ITALIA
Nonostante siano considerate "tropicali", queste malattie non sono più così lontane. Patologie come dengue e chikungunya, trasmesse da zanzare, si stanno diffondendo anche in Italia a causa del cambiamento climatico, della globalizzazione e della mobilità internazionale. Nel 2024, nel nostro Paese si sono registrati 693 casi di dengue, di cui 213 autoctoni, il dato più alto mai raggiunto. Anche la chikungunya, pur con un numero di casi minore, desta preoccupazione.
Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il rischio è che la sottovalutazione di queste patologie porti a un progressivo abbassamento della capacità diagnostica e terapeutica. Come ammonisce Anna Teresa Palamara, Direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ISS: “Non serve cercare la vittoria a tutti i costi contro tutti gli agenti patogeni che ci saranno sempre e continueranno a circolare. Dobbiamo sorvegliare la loro circolazione ed attivarci quando necessario, ma bisogna anche lavorare rimuovere le cause che aumentano la diffusione dei patogeni e rendono gravi anche infezioni banali legate alla povertà, alla malnutrizione e alla impossibilità di fare diagnosi. Se non lo faremo - conclude la Direttrice del Dipartimento di malattie infettive dell’ISS - non solo compiremo un atto disumano, ma finiremo per nuocere a noi stessi, perché virus e batteri circolando massicciamente non solo arriveranno più facilmente anche nei nostri Paesi, ma mutazioni e ricombinazioni genetiche finiranno per far emerge infezioni sconosciute ai nostri sistemi immunitari e senza terapie adatte a contrastarle”.
UNA CRISI SANITARIA GLOBALE
Le malattie tropicali neglette comprendono 21 gruppi estremamente eterogenei, causati da virus, batteri, protozoi, funghi e parassiti. Tra le più diffuse ci sono la leishmaniosi, la malattia di Chagas, la scabbia e l’echinococcosi cistica, quest’ultima considerata una delle NTDs di maggiore rilevanza in Italia. Il suo tasso di incidenza si attesta intorno a 15 casi per milione di abitanti.
In molti Paesi, la pandemia ha interrotto trattamenti e programmi di prevenzione, aggravando ulteriormente la situazione. Per questo, secondo il presidente di AIFA, Robert Nisticò, è urgente rilanciare programmi globali per migliorare la sicurezza dell’acqua, l’igiene e l’accesso alle cure, oltre a intensificare gli sforzi per lo sviluppo di nuove terapie.
L’IMPEGNO INTERNAZIONALE E LA ROAD MAP DELL’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha tracciato una road map per il controllo e l’eliminazione delle malattie neglette entro il 2030. Tuttavia, alcune sfide ostacolano i programmi globali sulle malattie neglette: un cambiamento del panorama dei finanziamenti, un impegno irregolare da parte dei Paesi, capacità e competenze in diminuzione, progressi disomogenei tra Paesi endemici, difficoltà nella raccolta sistematica di dati, lacune in termini di conoscenze, farmaci, diagnostica, oltre alle migrazioni e ai conflitti. Anche il cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente, in particolare per le malattie trasmesse da vettori. L’OMS sta affrontando queste sfide attraverso varie iniziative, tra cui: la stima dei costi degli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi del 2030, ai fini della pianificazione e mobilitazione delle risorse; l’espansione degli strumenti digitali per lo sviluppo delle capacità di contrasto; il rafforzamento del monitoraggio e della valutazione programmatica nonché dei sistemi di gestione dei dati; l’identificazione delle principali lacune attraverso un piano di ricerca e sviluppo e la promozione di azioni mirate per colmarle; l’analisi dell’impatto dei cambiamenti climatici e il conseguente adattamento degli interventi di controllo delle malattie. Una serie di obiettivi che in occasione della Giornata Mondiale delle malattie neglette 2025, l’OMS invita a inserire nell’agenda dei leader politici, delle istituzioni sanitarie e della ricerca.
Come sottolineato da Nisticò, tra il 2011 e il 2024 sono stati distribuiti quasi 30 miliardi di dosi di medicinali grazie a programmi di donazione, ma è necessario fare di più per garantire un’assistenza sanitaria sostenibile e accessibile a tutti.
L'IMPORTANZA DI AGIRE ORA
Le malattie tropicali neglette non sono solo un problema umanitario, ma anche una questione di salute globale. La loro diffusione crescente dimostra che nessun Paese è immune. Investire nella prevenzione e nel trattamento non significa solo aiutare le popolazioni più vulnerabili, ma anche proteggere la salute delle comunità a livello globale.
La Giornata Mondiale delle Malattie Tropicali Neglette 2025 rappresenta un’opportunità per richiamare l’attenzione delle istituzioni sanitarie e politiche su questa emergenza, promuovendo un approccio integrato che metta al centro la salute delle persone e la sostenibilità dei sistemi sanitari.
Scarica qui il Dossier dedicato di ISS e AIFA.