By Emanuele Venturoli| Posted February 2, 2025 | In Formula 1, Formula1
Le monoposto di Formula 1 sono dotate di servosterzo, un sistema che facilita la sterzata riducendo lo sforzo necessario da parte del pilota. Questo componente è fondamentale per gestire le elevate forze laterali generate durante le curve ad alta velocità in cui la Forza G mette a dura prova i nostri beniamini.
Storia del Servosterzo
Le origini del servosterzo risalgono alla fine del XIX secolo. Nel 1876, un inventore di nome Fitts propose un primo brevetto per un sistema di servosterzo, ma senza successo commerciale. Successivamente, nel 1902, Frederick W. Lanchester brevettò un sistema di assistenza idraulica nel Regno Unito, anch’esso senza una diffusione significativa. Fu negli anni ’20 che Francis W. Davis, ingegnere della Pierce-Arrow Motor Car Company, sviluppò un sistema di servosterzo idraulico per facilitare la guida dei camionisti. Il suo lavoro portò all’installazione del primo servosterzo su una Cadillac nel 1931.
La diffusione del servosterzo accelerò durante la Seconda Guerra Mondiale, quando venne adottato su veicoli militari per migliorare la manovrabilità. Dopo la guerra, nel 1951, Chrysler introdusse il sistema “Hydraguide” sulla Chrysler Imperial, rendendo il servosterzo disponibile al grande pubblico. Da allora, il servosterzo è diventato una caratteristica standard nella maggior parte dei veicoli…ma non nelle corse fino agli anni 90.
Il Servosterzo e La F1, I primi passi.
Il servosterzo è stato introdotto in Formula 1 nei primi anni ’90. La Williams FW15C del 1993 è stata una delle prime monoposto a utilizzare questo sistema, progettata per assistere i piloti Alain Prost e Damon Hill, che non avevano la stessa forza fisica del loro predecessore Nigel Mansell. I primi tentativi sone del decennio precedente, già nel 1981, la Lotus 88 di Colin Chapman aveva sperimentato un sistema di servosterzo, sebbene in una forma meno evoluta.
La F1 Moderna
Oggi il servosterzo è una componente fondamentale delle F1 la cui presenza offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, consente ai piloti di affrontare le curve con maggiore precisione, riducendo l’affaticamento durante le gare specialmente quando queste si svolgono in condizioni climatiche difficili. Inoltre, permette una maggiore sensibilità e controllo, elementi cruciali quando si spinge la vettura al limite.
Il servosterzo in F1 è generalmente di tipo idraulico, integrato con altri sistemi come il cambio e la frizione, e non utilizza componenti elettronici, la sua regolazione è molto complessa. Alcuni piloti sono particolarmente sensibili alla “sensazione” fornita dal servosterzo, ed il loro adattamento al dispositivo può influenzare significativamente le prestazioni.
Servosterzo in Formula 2 e Formula 3
La Formula 2 (F2) e la Formula 3 (F3) non dispongono di servosterzo. Le vetture di F2, ad esempio, sono progettate senza questo sistema, richiedendo ai piloti uno sforzo fisico maggiore per manovrare il veicolo. Questo aspetto rende la guida più impegnativa, soprattutto nelle curve strette o a bassa velocità, dove l’assenza del dispositivo dispositivo si fa sentire maggiormente ed i piloti devono fare affidamento sulla propria forza fisica per controllare la vettura.
Questo richiede un elevato livello di preparazione fisica, in particolare per quanto riguarda la forza delle braccia e delle spalle. Piloti meno robusti fisicamente potrebbero trovarsi in difficoltà, soprattutto verso la fine di una gara, quando la fatica inizia a farsi sentire e la precisione di guida potrebbe risentirne.
L’assenza di servosterzo in F2 e F3 è stata oggetto di discussione, poiché potrebbe rappresentare una barriera per alcuni piloti.
Implicazioni per le Donne Pilota
La mancanza di servosterzo in F2 e F3 solleva interrogativi sull’equità di accesso per le donne pilota che aspirano alla Formula 1. Sebbene non vi siano differenze anatomiche che impediscano alle donne di competere ai massimi livelli, l’assenza di assistenza allo sterzo potrebbe rappresentare una sfida maggiore per le pilote, richiedendo un livello di preparazione fisica particolarmente elevato. La FIA sta valutando modifiche tecniche per rendere queste categorie più accessibili, inclusa l’introduzione del servosterzo, al fine di promuovere una maggiore inclusività nello sport.
Ultime note sul servosterzo
Il servosterzo ha rivoluzionato il modo in cui i piloti interagiscono con le loro vetture, offrendo un controllo più preciso e riducendo l’affaticamento fisico. Mentre in Formula 1 è una componente standard, la sua assenza in F2 e F3 rappresenta una sfida aggiuntiva per i piloti, in particolare per le donne che potrebbero essere svantaggiate in termini di forza fisica. Comprendere queste differenze è essenziale per apprezzare le diverse competenze richieste ai piloti nelle varie categorie del motorsport.
L’’introduzione del servosterzo in queste categorie potrebbe contribuire a livellare il campo di gioco, promuovendo una maggiore diversità e inclusione nel motorsport.
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Emanuele Venturoli
Laureato in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna, è da sempre appassionato di marketing, design e sport.
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Conosco e lavoro con Riccardo Tafà dal 1995, quando per la prima volta abbiamo collaborato insieme ad un progetto per il Team Williams di Formula 1. Da allora abbiamo sviluppato molti altri accordi. Dopo avere lasciato Williams per lavorare con Gerhard Berger alla scuderia Toro Rosso, mi sono rivolto nuovamente a Riccardo per trovare un fornitore di utensili per il team, e Riccardo ha risposto positivamente con un’introduzione ad USAG: la partnership fra USAG e Toro Rosso sarebbe poi durata ben cinque anni. Di recente ho assunto il ruolo di Group Commercial Director per la prestigiosa squadra Andretti Autosport e mi trovo nuovamente a lavorare con Riccardo su una quantità di interessanti progetti. Perchè dunque questa collaborazione dura da così tanto? È un uomo capace, conosce egregiamente il lato commerciale dello sport ed è onesto e affidabile. Riccardo Tafà è un uomo del fare, più che del parlare: in oltre 20 anni non ho mai avuto uno screzio con lui o con una delle aziende che mi ha presentato. Inoltre, ciascuna delle partnership ha generato un ROI notevole sia per lo sponsor che per la parte sportiva. Non riesco a pensare a nessuna migliore testimonianza di questa per descrivere il lavoro di Riccardo.
Jim Wright
Group Commercial Director