Azzardo. Crescita record e impatto devastante - Azione Cattolica Italiana

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Le recenti iniziative governative in materia di gioco d’azzardo stanno suscitando una forte preoccupazione tra le associazioni che si battono contro i rischi dell’azzardopatia. La Campagna “Mettiamoci in Gioco” e la Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” esprimono allarme per le conseguenze di una normativa che rischia di compromettere il controllo sull’offerta di gioco e di indebolire le tutele per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Un settore da 160 miliardi di euro

Il volume d’affari del settore dell’azzardo ha superato i 160 miliardi di euro annui, una cifra superiore sia alle risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale sia alla spesa alimentare complessiva degli italiani. I dati più recenti mostrano una crescita continua: la raccolta nel periodo gennaio-luglio 2024 è stata di 90 miliardi di euro, e si prevede che a fine anno si supereranno i 160 miliardi, con un incremento dell’8,8% rispetto all’anno precedente. Tra il 2004 e il 2023 la raccolta complessiva nel settore azzardo è stata di circa 1.617 miliardi di euro, un valore pressoché pari al PIL italiano del 2021.

Il “distanziometro” e i luoghi sensibili

Una delle principali criticità sollevate riguarda la revisione del cosiddetto “distanziometro”, ovvero la norma che limita l’apertura di sale da gioco in prossimità di “luoghi sensibili”. La nuova normativa ha ridefinito tali luoghi in modo restrittivo, includendo esclusivamente scuole secondarie e SERD (Servizi per le Dipendenze), con una distanza minima ridotta a soli 200 metri. Di conseguenza, sale giochi e locali con slot e VLT (Videolottery Terminal) potranno aprire accanto a parrocchie, centri anziani, oratori e altri luoghi di aggregazione, aumentando il rischio di esposizione al gioco d’azzardo per le categorie più fragili.

Aumento dei punti gioco e degli orari di apertura

Le nuove norme prevedono anche un probabile raddoppio dei punti di raccolta scommesse e di gioco, aggravato dall’ampliamento degli orari di apertura e dalla riduzione delle fasce di chiusura. Questo rende più difficile il contrasto all’azzardopatia, un fenomeno con conseguenze devastanti su individui, famiglie e comunità. La facilità di accesso al gioco, soprattutto online, preoccupa in particolare per le giovani generazioni, che superano i divieti per i minorenni.

Azzardo. Le Proposte di “Mettiamoci in Gioco” e della Consulta Nazionale Antiusura

Di fronte a questa situazione, la Campagna “Mettiamoci in Gioco” e la Consulta Nazionale Antiusura hanno avanzato una serie di proposte per regolamentare il settore:

  • Approvazione di una legge quadro che ponga la salute dei cittadini come priorità, senza sacrificare questo diritto per il profitto dei privati e le esigenze dello Stato.
  • Divieto totale di pubblicità del gioco d’azzardo, evitando che l’offerta e gli operatori siano presenti sui media.
  • Utilizzo corretto dei termini, come “disturbo da gioco d’azzardo” invece di “ludopatia” e rigetto dell’espressione “gioco responsabile”.
  • Opposizione alla compartecipazione delle Regioni e degli enti locali al gettito delle slot e delle VLT.
  • Garantire l’accesso ai dati sulla diffusione del gioco d’azzardo, suddivisi per tipologia di gioco e area geografica.
  • Ricostituzione dell’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo presso il Ministero della Salute.

Le critiche al Governo e alla nuova riforma

Le associazioni criticano le affermazioni del Governo che considerano le entrate dal gioco d’azzardo come “una risorsa fondamentale per l’economia”. Secondo “Mettiamoci in gioco” e la Consulta, lo stato non può fare cassa sui danni arrecati ai cittadini, e i soldi spesi nel gioco d’azzardo verrebbero quasi certamente impiegati in altri consumi, più utili e meno dannosi. Inoltre, l’aumento del gioco legale non intacca, ma anzi favorisce, il gioco illegale.

La bozza di decreto legislativo sul riordino del settore azzardo “fisico” è vista con grande preoccupazione. Essa introduce una distinzione tra punti gioco certificati e non, basata sulla formazione del personale, ma elimina le distanze dai luoghi sensibili per i punti certificati. Questo vanifica il lavoro svolto da molte Regioni e Comuni e va contro le sentenze dei tribunali amministrativi che riconoscono la titolarità delle Regioni a legiferare in materia. La riforma riduce anche gli orari di chiusura, aggirando le decisioni della Corte Costituzionale.

I numeri del gioco d’azzardo in Italia

Nel 2023, la somma di denaro raccolta dal settore del gioco d’azzardo ha raggiunto il record di 147,7 miliardi di euro. Sempre nel 2023, gli italiani hanno speso 134 miliardi di euro per beni di largo consumo. Nel 2022, circa 20 milioni di italiani tra i 18 e gli 84 anni hanno giocato d’azzardo almeno una volta, e 800.000 presentavano un profilo di gioco a rischio. Tra gli studenti tra i 15 e i 19 anni, 1.300.000 hanno giocato almeno una volta nel 2022, con 130.000 giocatori a rischio e 67.000 problematici. In Italia ci sono oltre 15 milioni di conti gioco, 55 tipologie di lotterie istantanee, 47 tipologie di gratta e vinci online, 310.953 slot e VLT e 200 sale bingo. A fronte di questa abnorme offerta, l’erario incassa solo circa 12 miliardi di euro. (Scarica il Libro Nero dell’Azzardo a cura di Federconsumatori e CGIL)

Le conseguenze sanitarie e sociali

Il settore dell’azzardo impatta in modo rilevante sull’economia del paese, ma non genera benessere per le famiglie, bensì sovraindebitamento, usura, povertà e dipendenze. Le conseguenze sanitarie e le cure per le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo sono un costo per lo stato. L’accesso facilitato al gioco online, soprattutto per i giovani, aggrava la situazione. Le agenzie educative, sanitarie e del terzo settore si sentono impotenti di fronte agli enormi interessi che ruotano intorno all’azzardo.

L’appello alla politica per la salute e contro il gioco d’azzardo

La Campagna “Mettiamoci in Gioco” e la Consulta Nazionale Antiusura chiedono un intervento urgente da parte della politica per tutelare la salute dei cittadini e contrastare la diffusione del gioco d’azzardo. È necessario ripensare una riforma che riduca  i rischi e non favorisca l’espansione del settore e i suoi impatti negativi sulla società. L’appello è rivolto non solo al Governo, ma anche alle Regioni e ai Comuni, affinché rafforzino le misure di tutela, controllo e vigilanza. Le associazioni auspicano una legge quadro nazionale che ponga al centro la tutela della salute e la riduzione dell’offerta, lasciando alle Autonomie locali la possibilità di ulteriori interventi.

Gino Gandolfo è coordinatore regionale per la Sicilia della Campagna “Mettiamoci in Gioco” e direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Trapani.

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Gino Gandolfo