Verona, 13 febbraio 2025. Lavorare al recupero dell’evasione fiscale e dei crediti difficilmente esigibili e non riscossi. Coordinare i servizi sul territorio nell’ambito dei nuovi Ats al fine di di ottimizzarne i costi. Considerare l’ipotesi della fusione per gli enti più piccoli.
Sono queste alcune delle raccomandazioni che lo Spi Cgil Verona rivolge ai Comuni scaligeri messi nuovamente all’angolo dagli iniqui provvedimenti del governo che comprimono ulteriormente i propri bilanci. Lo scopo è di scongiurare pesanti, e altrimenti inevitabili, ripercussioni sulla spesa destinata al sociale.
«Lo Spi Cgil è vicino ai Sindaci del territorio. Le responsabilità del Governo, artefice di questa situazione che porta gli enti locali a scelte dolorose e a loro volta inique, sono gravi, inequivocabili e ingiustificabili» spiega il Segretario generale Spi Cgil Verona Adriano Filice.
«È del tutto evidente che a fronte dell’attuale livello dei servizi, spesso già ridotti all’osso, ogni euro tolto ai bilanci dei Comuni si trasforma in una riduzione del welfare locale che va ad impattare negativamente sulle fasce più deboli e senza voce della popolazione, come anziani non autosufficienti, disabili, famiglie in difficoltà» continua Filice.
«Decenni di tagli e spendig review imposti hanno ridotto ai minimi termini le capacità di manovra delle amministrazioni locali che spesso non dispongono di extraprofitti da partecipazioni o altri rimedi per sopperire ai tagli, come nel caso del Comune di Verona che ha recuperato risorse dalla chiusura dei mutui».
«Quello che dunque chiediamo – conclude Filice – è lo sforzo di mettere in campo tutte quelle iniziative che sono nelle competenze e nelle possibilità dei Comuni, nel solco dell’equità e della giustizia sociale, al fine di scongiurare o attenuare l’impatto negativo dei tagli sulla spesa sociale».
«In altre parole, chiediamo ai Comuni di mettersi in sintonia con la parte più debole della popolazione e con le migliaia di volontari in tutta la provincia che ogni giorno aiutano le amministrazioni locali a distribuire i pasti per gli anziani, trasportare i disabili nei luoghi di cura, offrire aiuto per ottenere la dovuta assistenza sanitaria. La deriva di civiltà che vede abbandonare al proprio destino le persone in difficoltà deve poter essere invertita».
Negli ultimi anni il Governo ha tagliato il fondo per i i disabili; azzerato i fondi per il sostegno degli affitti e la morosità incolpevole; cancellato il reddito di cittadinanza; sottofinanziato gravemente la nuova Legge per la Non Autosufficienza fino a renderla inefficace.
Dal punto di vista del welfare locale la manovra di bilancio per il 2024 aveva già imposto tagli per circa 3,2 milioni di euro all’anno per cinque anni (dal 2024 al 2028 compresi) ai Comuni veronesi, per complessivi 16 milioni di euro di cui circa 6 milioni al solo Comune capoluogo.
La manovra per il 2025 impone un congelamento della spesa che pesa per altri 23,5 milioni di euro in cinque anni dal 2025 al 2029 compresi, sui comuni scaligeri, di cui circa 9 milioni sul Comune di Verona.