Riduzione dei tassi dell’area euro | BCE Bollettino Eco n 1 2025 - Format Research

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  13 febbraio 2025

Nella riunione del 30 gennaio 2025 il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, ossia il tasso con il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, si è basata sulla valutazione aggiornata circa le prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Processo di disinflazione ben avviato

Il processo di disinflazione è ben avviato. L’inflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni macroeconomiche formulate per l’area dell’euro a dicembre 2024 dagli esperti dell’Eurosistema, e nel corso del 2025 dovrebbe tornare all’obiettivo del 2 per cento a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo suggerisce che l’inflazione si collocherà stabilmente intorno all’obiettivo. L’inflazione interna rimane elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando con considerevole ritardo al passato incremento dell’inflazione. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando, in linea con le attese, e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione.

Prestiti meno onerosi

Le recenti riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo stanno gradualmente rendendo meno onerosi i nuovi prestiti per imprese e famiglie. Al tempo stesso, le condizioni di finanziamento continuano a essere rigide, anche perché la politica monetaria rimane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere; alcuni prestiti in scadenza sono quindi rinnovati a tassi più elevati. L’economia sta ancora affrontando circostanze avverse, ma l’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbero sostenere la ripresa della domanda nel corso del tempo.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2 per cento a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. …

Valutazione dei rischi

I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. Maggiori frizioni nel commercio internazionale potrebbero pesare sulla crescita dell’area dell’euro, frenando le esportazioni e indebolendo l’economia mondiale. Il calo di fiducia potrebbe impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso.

Ciò potrebbe essere amplificato dai rischi geopolitici, come la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, suscettibili di causare interruzioni nelle forniture di energia e di gravare ulteriormente sugli scambi internazionali. La crescita potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dell’inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo di quanto atteso, mentre potrebbe rivelarsi superiore se le migliori condizioni di finanziamento e il calo dell’inflazione consentissero un più rapido recupero dei consumi e degli investimenti interni.

L’inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati se i salari o i profitti aumentassero più di quanto anticipato. Rischi al rialzo per l’inflazione provengono, inoltre, dalle accresciute tensioni geopolitiche, che potrebbero far aumentare i prezzi dell’energia e i costi di trasporto nel breve termine e causare interruzioni nel commercio mondiale. Inoltre, fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le aspettative.
Per contro, l’inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se il debole clima di fiducia e i timori riguardo a eventi geopolitici impedissero ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso, se la politica monetaria frenasse la domanda più di quanto anticipato, o nel caso di un deterioramento inaspettato del contesto economico nel resto del mondo. Maggiori frizioni nel commercio internazionale renderebbero più incerte le prospettive di inflazione per l’area dell’euro.

(Riduzione dei tassi Bollettino economico BCE immagine di copertina)
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