Accogliamo con soddisfazione la firma del Ccnl elettrico 2025-27. Va evidenziata, anzitutto, la rapidità che ha caratterizzato la trattativa, con una firma che arriva a poche settimane dalla scadenza del precedente contratto. Molto rilevante la parte economica, che porta nelle tasche dei lavoratori significativi incrementi retributivi. L’aumento complessivo sul trattamento economico, infatti, toccherà i 312 euro, di cui 290 sul minimo tabellare (calcolati ovviamente sul parametro medio individuato), mentre altri 15 sono destinati all’aumento del salario di produttività (spalmati su 14 retribuzioni) e 7 vanno ad incrementare il welfare contrattuale. Secondo il Segretario confederale della Cisal, Massimo Blasi, si tratta, obiettivamente, di un buon contratto, che dà risposte concrete alle esigenze della categoria, anche in relazione alla perdita di potere di acquisto che le retribuzioni hanno subito in anni recenti a causa dell’alta inflazione registratasi. Il fenomeno inflattivo, precisa Blasi, fortunatamente si sta attenuando e prevediamo che nell’immediato futuro venga ricondotto entro limiti fisiologici, al momento, tuttavia, era importante portare a casa questo rinnovo. L’ipotesi sottoscritta reca inoltre altre significative innovazioni. Vi è la riduzione dell’orario di lavoro, dal momento che nelle giornate del 2 novembre, 24 e 31 dicembre al personale non indispensabile alle necessità del servizio le aziende saranno obbligate a concedere un permesso retribuito per l’intera giornata lavorativa; a lavoratrici e lavoratori che, a causa di esigenze di servizio, fosse precluso tale beneficio, saranno concessi, in via compensativa, permessi retribuiti pomeridiani. Discorso interessante riguarda le ferie aggiuntive legate all’anzianità di servizio, (4 giorni in più) il cui incremento inizierà a decorrere dopo 3 anni di anzianità e non più dopo 6 come accadeva in precedenza. Viene, inoltre, migliorato il diritto individuale alla formazione. In materia di malattia viene rafforzato il diritto alla conservazione del posto di lavoro in caso di disabilità, dal momento che si passa da 12 a 18 mesi in caso di assenza continuativa e da 18 a 24 mesi (nell’arco di 36 mesi) in caso di assenza non continuativa. L’ipotesi contiene una previsione innovativa anche sul tema dell’intelligenza artificiale, che rischia di produrre ripercussioni fortissime sulla qualità del lavoro e sui livelli occupazionali; si prevede infatti l’obbligo di consultazione e di confronto tra aziende e organizzazioni sindacali finalizzati a all’analisi e alla verifica dell’impatto dell’uso dell’IA nei contesti di lavoro in particolare in relazione all’aspetto occupazionale. L’ipotesi sarà sottoposta come di rito al vaglio della categoria, attraverso assemblee che si terranno su base regionale, per la definitiva approvazione.