Le difficoltà nella “messa a terra” del Pnrr, specie nel mezzogiorno

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All’inizio di febbraio abbiamo annunciato la pubblicazione di importanti aggiornamenti sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Grazie ai nuovi dati rilasciati dal governo infatti è possibile conoscere più nel dettaglio quanti e quali sono i progetti finanziati dal piano.

269.299 progetti monitorati su OpenPNRR.

Ma un’altra grande novità consiste nella pubblicazione di informazioni dettagliate circa la spesa sostenuta per ogni singolo intervento. Questo dato finora non era mai stato disponibile se non in forma aggregata a livello di misura. Un importante passo in avanti in termini di trasparenza reso possibile anche grazie alle nostre continue sollecitazioni anche se, come vedremo, permangono alcuni elementi di criticità.

Adesso quindi si può capire come si distribuiscono i progetti finanziati sul territorio nazionale e dove si incontrano le maggiori difficoltà nella messa a terra. Il quadro che ne emerge si conferma abbastanza complesso, in particolare nel sud del paese. E proprio per questo motivo fonti stampa riportano della possibilità di una quinta revisione del piano italiano.

29% i pagamenti già rendicontati dai soggetti attuatori del Pnrr.

Da questo dato si comprende chiaramente come nella maggior parte dei casi ci sia ancora molto lavoro da fare. In questo articolo, realizzato da Openpolis in collaborazione con lo European data journalism network, cercheremo di capire più nel dettaglio com’è cambiato il Pnrr nel tempo, come si distribuiscono gli investimenti sul territorio e dove si registrano i maggiori ritardi in termini di messa a terra delle opere.

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I 100 principali beneficiari del Pnrr

Un primo elemento interessante da analizzare riguarda chi sono gli effettivi beneficiari dei fondi del Pnrr. Infatti, per quanto i soggetti coinvolti nell’attuazione del piano italiano siano oltre 27mila, circa il 34,3% delle risorse (66,6 miliardi di euro) si concentra nelle mani di 100 beneficiari. Proprio per questo motivo l’Unione europea, con l’approvazione del regolamento istitutivo del RepowerEu, ha disposto che ogni stato pubblichi una lista dei primi 100 soggetti che ricevono l’ammontare più elevato di risorse.

I principali beneficiari del Pnrr italiano sono enti pubblici o società con partecipazione statale.

L’Italia ha adempiuto a questa nuova direttiva per la prima volta nell’aprile del 2023. Il più recente aggiornamento di questa lista risale al settembre dello scorso anno. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di enti pubblici, società pubbliche o aziende con partecipazione pubblica. Più nello specifico, tra i 100 enti che ricevono più fondi dal Pnrr in Italia troviamo 27 aziende, 21 amministrazioni pubbliche centrali (tra cui 5 ministeri), 16 regioni e 12 comuni.

Il soggetto che beneficia della maggior quota di fondi in assoluto è Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Questo ente riceve circa 22,4 miliardi di euro, un dato che non sorprende visto che buona parte degli investimenti in infrastrutture riguarda proprio il trasporto su rotaia. Segue E-Distribuzione Spa con circa 3,5 miliardi di fondi assegnati. Il terzo ente che riceve più risorse dal Pnrr è il Ministero della Giustizia (2,4 miliardi). Tra le amministrazioni territoriali, la regione che riceve più fondi è la Campania (1,7 miliardi) mentre tra i comuni è Roma (1,1 miliardi).

Grazie ai dati messi a disposizione dal governo italiano, è possibile inoltre comprendere quali siano le principali aree di intervento dei 100 soggetti che ricevono più fondi dal Pnrr. Logicamente una quota consistente degli investimenti è dedicata al potenziamento del trasporto ferroviario. In particolare, a questo settore sono destinati 23,3 miliardi di euro. Nello specifico, 12,6 miliardi riguardano la realizzazione di nuove linee ad alta velocità o il potenziamento di quelle esistenti. Il resto è invece destinato alla riqualificazione delle stazioni e agli interventi sulle linee regionali.

Altri 3,5 miliardi di euro sono assegnati al potenziamento delle smart grid: reti elettriche intelligenti che integrano tecnologie digitali per migliorare l’efficienza, l’affidabilità e la sostenibilità della distribuzione dell’energia. Una somma molto simile è destinata a portare l’infrastruttura per le connessioni internet a una velocità di almeno 1 Gbps in download nelle aree del paese che ancora ne sono prive. Infine, 3,3 miliardi sono destinati al potenziamento del trasporto pubblico locale (metro, tram, autobus), mentre 2,5 miliardi sono destinati al rafforzamento della medicina territoriale.

I fondi del Pnrr già assegnati

Allargando lo sguardo a tutto il piano, possiamo osservare che i progetti che risultano finanziati attualmente sono 269.299 in totale. Il valore complessivo di queste opere supera i 200 miliardi di euro, di cui il Pnrr contribuisce con circa 140 miliardi (pari a circa il 70% del costo totale dei diversi interventi).

54 mld € i fondi Pnrr ancora da assegnare.

Tra questi rientrano anche i fondi assegnati al RepowerEU, pari a circa 11 miliardi di euro, per cui al momento non risultano progetti attivi.

In termini numerici, la maggior parte dei progetti finanziati rientra nella categoria della digitalizzazione (oltre 74 mila). Seguono gli interventi sulle infrastrutture (oltre 63 mila) e quelli di varia natura nell’ambito della scuola, dell’università e della ricerca. Per quanto riguarda gli importi già assegnati, possiamo osservare che il 35,4% dei fondi è destinato alle infrastrutture (circa 50 miliardi di euro). Seguono gli interventi nell’ambito dell’istruzione e della ricerca (25,2 miliardi di euro, pari a circa il 18% dei fondi allocati) e quelli specifici per la transizione ecologica (18,4 miliardi di euro, pari al 13,1% dei fondi assegnati).

Vedi tutti i progetti finanziati
su OpenPNRR
.

Assegnati oltre 140 miliardi di fondi Pnrr

Il valore dei finanziamenti Pnrr suddivisi per tema

FONTE: elaborazione openpolis su dati Italia domani
(ultimo aggiornamento: venerdì 13 Dicembre 2024)

Rispetto al nostro ultimo aggiornamento dati, risalente al luglio 2024, le cose sono cambiate anche in maniera significativa. Complessivamente infatti i progetti attivi risultano essere aumentati di 6.868 unità per un importo assegnato incrementato di circa 3,8 miliardi di euro.

Tuttavia occorre ricordare che il Pnrr è stato rivisto molte volte, che molte misure sono state definanziate del tutto o in parte e che migliaia di progetti nel tempo sono usciti dal perimetro del piano, come abbiamo spiegato ad esempio in questo articolo. E in effetti andando a vedere nei singoli ambiti si trovano situazioni molto eterogenee. Ad esempio, rispetto al luglio 2024, i progetti dedicati alla transizione ecologica sono diminuiti di 1.810 unità, allo stesso tempo però i fondi assegnati sono aumentati di 3,2 miliardi. Per quanto riguarda le infrastrutture risultano tagliate 1.049 opere ma il valore totale dei fondi Pnrr assegnati è aumentato di 1,4 miliardi. Una significativa riduzione delle risorse assegnate riguarda il tema dell’inclusione sociale.

-3,7 mld € i fondi Pnrr assegnati al tema dell’inclusione sociale, rispetto ai dati di luglio 2024.

Le motivazioni che hanno portato all’eliminazione dei progetti possono essere molte: dalla rinuncia per criticità emerse durante l’esecuzione dell’intervento fino alla raffinazione dei dati che ha consentito di eliminare doppioni o altri tipi di errore. Naturalmente ogni progetto fa storia a sé e andrebbe analizzato in maniera approfondita per capire quali dinamiche hanno portato alla sua eliminazione.

I dati sulla spesa sostenuta finora

Finora ci siamo concentrati su chi e cosa finanzia il Pnrr. Per avere un’idea più precisa di quale sia lo stato di avanzamento generale del piano si può fare riferimento alla spesa sostenuta finora. Questo perché i fondi assegnati non vengono erogati immediatamente ma solo al raggiungimento di determinati step (i cosiddetti Sal, stato avanzamento lavori).

In base ai più recenti dati disponibili risulta che i fondi già spesi dal nostro paese ammontano in totale a circa 59 miliardi di euro. Un dato molto basso che lascia capire come ci sia bisogno di una grande accelerazione per portare a termine il piano entro il 2026.

30,14% le risorse Pnrr già erogate rispetto al totale, in base alle dichiarazioni delle amministrazioni titolari.

In termini assoluti, l’area di intervento per cui attualmente risulta già spesa la quota più consistente di fondi è quella delle infrastrutture con circa 24,6 miliardi di euro. Seguono impresa e lavoro (15,8 miliardi) e scuola, università e ricerca (7,4 miliardi). Per valutare lo stato di avanzamento dei vari investimenti tuttavia occorre analizzare quanto è già stato speso rispetto ai fondi messi a disposizione. Da questo punto di vista possiamo osservare che il settore più avanzato è quello dell’impresa e del lavoro con il 47,3%. Seguono le infrastrutture (46,1%) e la giustizia (42,7%).

Speso poco più del 30% dei fondi Pnrr

I dati sui fondi Pnrr già spesi suddivisi per tema

FONTE: elaborazione openpolis su dati Italia domani
(ultimo aggiornamento: venerdì 13 Dicembre 2024)

Le aree più indietro dal punto di vista delle risorse già spese sono quelle legate alla pubblica amministrazione (7,1%), alla transizione ecologica (8,5%) e alla cultura e turismo (11,3%).

La territorializzazione dei progetti e le principali criticità

Grazie ai nuovi dati è possibile avere un quadro aggiornato di come opere e investimenti si distribuiscono sul territorio nazionale. A livello numerico, la regione che ospita la quota maggiore di interventi sul proprio territorio è la Lombardia (41.290 progetti). Seguono Veneto (24.112), Campania (24.077) e Piemonte (22.126). Anche a livello di risorse assegnate queste regioni risultano ai primi posti. Alla Lombardia infatti sono andati finora circa 18,9 miliardi di euro, alla Campania 15,9, al Veneto 13,5 e al Piemonte 12,6. Bisogna ovviamente tenere presente che alcuni progetti non sono territorializzabili e che una parte dei fondi è ancora da assegnare.

Recapiti
Luca Dal Poggetto