03/03/2025
Anna Romanin
ll rapporto tra giornalisti e pr è complicato? Troppi comunicati irrilevanti, conferenze noiose e poca fiducia non aiutano. Servono qualità e contenuti mirati, e relazioni che siano scambi di valore.
Il 25 febbraio scorso Prima Comunicazione ha pubblicato un articolo dal titolo significativo Troppi inutili comunicati e conferenze noiose. Roberto Borghi scrive che effettivamente sì, tra comunicati stampa irrilevanti, conferenze noiose, i giornalisti non sempre amano chi sta dall’altra parte. Da dire però che talvolta i pr si trovano tra l’incudine e martello, tra giornalisti e aziende che vedono notizie dove non ce ne sono o viceversa, in sostanza non si affidano.
L’articolo fa riferimento alla terza edizione della ricerca dell’agenzia Mediaddress, The Eye of Journalism on PR. Trends Europe 2025 (la seconda parte sarà pubblicata il 6 marzo), che ha coinvolto oltre 750 giornalisti in Italia, Francia e Spagna. I comunicati stampa sono considerati tra le migliori fonti di informazione per il 72% dei giornalisti (le fonti dirette per l’87% e le ricerche online per il 61%), questi documenti ufficiali non sempre sono efficaci.
I principali problemi rilevati dai giornalisti secondo la ricerca.
Comunicati stampa inefficaci → Il 76% dei giornalisti considera i comunicati stampa una fonte autorevole, ma 4 su 5 dichiarano di leggere meno della metà di quelli ricevuti. Il 51% dei giornalisti riceve tra 30 e 50 comunicati al giorno, con un 16% che supera i 100. Il problema? Contenuti poco mirati, titoli fuorvianti e informazioni non pertinenti.
Social media poco amati per i contatti diretti → Nonostante la loro diffusione, pochi giornalisti apprezzano essere contattati via social. L’email resta il canale preferito.
Troppe conferenze noiose → Le conferenze stampa spesso non forniscono informazioni esclusive o aggiuntive rispetto ai comunicati. Solo il 42% dei giornalisti le trova molto o abbastanza utili, mentre il 49% le ritiene poco o per nulla utili.
Qual è il dato positivo? Per migliorare la comunicazione tra PR e giornalisti serve qualità, targetizzazione e il fattore umano – ovvero le relazioni – quindi una buona notizia per gli addetti stampa.
IL dialogo tra PR e giornalisti iniziato per gioco: “PRova a scrivermi” e “Forte e chiaro”
Già nel 2023 l’idea di creare un ponte tra il mondo della comunicazione strategica e quello dell’informazione l’avevano avuto Valentina Brini e Simone Trebbi, con il progetto social PRova a scrivermi. Dal febbraio all’ottobre di quell’anno intervistarono moltissimi giornalisti italiani con l’obiettivo di approfondire le dinamiche di entrambi i settori e trovare modi per migliorare il supporto reciproco. “Grazie a questa ricerca, abbiamo potuto analizzare numeri concreti che dimostrano quanto il lavoro dell’ufficio stampa sia cruciale nel processo di elaborazione e diffusione delle notizie nei media”, dice Valentina Brini. Questo progetto è pubblicato sulla pagina LinkedIn LeRoyale.
Sull’onda di quel progetto nasce il libro Forte e chiaro. Il comunicato stampa 5.0 nell'era della sovraesposizione mediatica pubblicato tra i quaderni del Sole24Ore a febbraio 2025, che è una guida pratica e accessibile, pensata per chiunque operi nel mondo della comunicazione, dai professionisti alle prime armi fino a quelli più esperti. “Oltre a fornire dati concreti sul settore e sullo strumento informativo più utilizzato di sempre, analizza ogni aspetto del comunicato stampa con esempi pratici e replicabili”, aggiunge Simone Trebbi.
Relazioni tra giornalisti e pr migliorata dall’IA?
Dalla ricerca di Mediaddress citata poco sopra emerge che l’Intelligenza artificiale è usata dal 50% dei giornalisti, soprattutto per la raccolta e l’analisi dei dati, e dal 48% per la scrittura. Il 74% però teme distorsioni nei dati e il 70% la perdita dell’autenticità della scrittura. Ma il dato interessante è che l’AI potrebbe migliorare le relazioni tra PR e giornalisti e che il 61% di questi ultimi pensa che un "archivio intelligente" con tutti i comunicati stampa, organizzati e suggeriti in base alla loro pertinenza potrebbe essere utile.
Ancora una volta si parte dal comunicato stampa, protagonista del rapporto tra pr e giornalisti. Tom Foremski ex giornalista del Financial Times nel 2006 scrisse in modo provocatorio il “comunicato stampa è morto” ma invece rimane essenziale per raccontare la notizia.
Dice Valentina Brini: “Questa affermazione ha portato molti professionisti a sottovalutare il comunicato stampa, che rimane invece uno strumento essenziale non solo per i PR, ma anche per i giornalisti, aiutandoli a riportare le notizie in modo chiaro e immediato. Il comunicato stampa non è morto, si è evoluto. È cambiata la modalità di fruizione e scrittura, ma la sua funzione rimane centrale: raccontare una notizia. Abbiamo scelto di partire proprio da questo strumento per spiegare l’evoluzione della professione e per dimostrare che, se usato nel modo giusto, continua a essere fondamentale”.