Via libera della Commissione Europea alle norme fiscali in favore del Terzo Settore: le implicazioni per i fundraiser - Assif

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Sabato 8 marzo è arrivata la tanto attesa notizia: la Commissione Europea avrebbe finalmente dato il via libera alle nuove misure fiscali per gli Enti del Terzo Settore, andando di fatto a chiudere un capitolo fondamentale per l’intera Riforma.

Cosa significa concretamente per i fundraiser? Carlo Mazzini, esperto di legislazione degli enti non profit e fiscalità e componente del Comitato Scientifico di ASSIF, individua 3 punti fondamentali.

È bene precisare innanzitutto che la comfort letter della Direzione Generale Concorrenza non si esprime sugli aspetti fiscali legati alle donazioni, in quanto questo passaggio non è richiesto dalla norma, neppure da quella europea.
Apre però alle organizzazioni del Terzo Settore, all’interno delle quali il fundraiser opera per garantire la sostenibilità, la possibilità di gestire le attività commerciali con un minor costo fiscale rispetto a prima.
Il fundraiser ha così un quadro più chiaro dell’operatività delle attività commerciali, che alle donazioni si vanno ad aggiungere come fonte di entrata: sappiamo quanto sia importante avere conoscenza di tutto ciò che riguarda il funding mix!

Si segnala poi che non è stata in questo passaggio affrontata la disposizione di cui all’art. 77 del Codice, relativa ai c.d. Titoli di Solidarietà, cioè la possibilità per gli Istituti di Credito di attivare un meccanismo di raccolta di finanziamenti attraverso l’emissione di obbligazioni ed altri titoli di debito. Il credito d’imposta previsto in questo articolo consentirebbe di aprire nuove possibilità donative da parte degli stessi Istituti.

Infine, due parole sulle implicazioni specifiche per le Imprese Sociali. Mentre la lettera dà il via libera alle disposizioni dell’art. 18 del d.lgs. 112/2017, di fatto consentendo la non imponibilità degli utili reinvestiti nell’Impresa Sociale stessa, non è stata ancora oggetto di giudizio la questione delle misure relative agli investimenti in start-up e PMI innovative, che si sarebbero dovute estendere anche alle Imprese Sociali.

Come ASSIF ci auguriamo che anche queste detrazioni vengano presto approvate, per garantire investimenti di lunga durata, utili a sostenere le organizzazioni nel loro sviluppo.

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