Ecogiustizia subito per il S.I.N di Brescia-Caffaro • Legambiente

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S.I.N di Brescia-Caffaro vittima di oltre vent’anni di stallo. Finalmente avviato il progetto di bonifica/messa in sicurezza del Sito Industriale, ma attualmente risultano bonificati appena l’1,9%  dei 262 ettari di suolo (le aree pubbliche) e lo 0% dei 2.109 ettari di acque sotterranee.

Un’inerzia inaccettabile, con oltre 11.000 residenti esposti alla contaminazione da policlorobifenili (PCB) e diossine (PCDF-PCDD), rinvenuti nei prodotti alimentari e nel sangue, trasmessi attraverso la catena alimentare o per contatto diretto con il terreno inquinato.

Sono 9 le azioni prioritarie per ripristinare il diritto alla salute, a un ambiente non inquinato e per una riqualificazione sostenibile delle aree, investendo in primo luogo i 250 milioni di euro che la LivaNova dovrà versare al MASE a seguito della condanna del 2024 della Corte di Giustizia Europea  per responsabilità per disastro ambientale, confermata dalla Cassazione”.

Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato . A Brescia la quinta tappa della campagna nazionale promossa da ACLI, AGESCI, ARCI,  Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera.  

Questa mattina flash mob delle associazioni presso Corso Zanardelli, 
in serata la presentazione e firma del Patto di comunità presso il Teatro Comunale di Chiesanuova.  

“Ecogiustizia subito per il Sito d’Interesse Nazionale (S.I.N) di Brescia–Caffaro”: è quanto hanno reclamato a gran voce questa mattina a Brescia, ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica, Legambiente e Libera, in occasione del flash mob organizzato presso Corso Zanardelli, nell’ambito della quinta tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia: In nome del popolo inquinato”, realizzata con il patrocinio del Comune di Brescia.  

“Oltre vent’anni di stallo. Così si può definire lo stato della bonifica e messa in sicurezza delle aree private, sia residenziali che agricole, sia interne che esterne, del S.I.N di Brescia-Caffaro spiegano le associazioni promotrici –. Finalmente avviato il progetto di bonifica/messa in sicurezza del Sito Industriale ma attualmente risultano bonificati appena l’1,9% dei 262 ettari di suolo (le aree pubbliche) e lo 0% dei 2.109 ettari di acque sotterranee (dati MASE del giugno 2024). Una questione che, anziché promesse mancate, fondi bloccati e ritardi burocratici, avrebbe dovuto essere prioritaria, vista soprattutto l’emergenza sanitaria che interessa oltre 11.000 residenti, esposti alla contaminazione da policlorobifenili (PCB) e diossine (PCDF-PCDD), sversate nell’ordine di migliaia di tonnellate dalle attività industriali dello stabilimento Caffaro. Sostanze considerate cancerogene per l’uomo dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, rinvenute nei prodotti alimentari e nel sangue dei cittadini, trasmesse per contatto diretto con il terreno contaminato o attraverso la catena alimentare (dunque interessando anche i consumatori delle produzioni animali e vegetali della zona), che possono a causare patologie certificate come il melanoma, i linfomi non Hodgkin (LNH) e i tumori della mammella”.  

Una situazione di immobilismo che, secondo le associazioni, “deve essere superata speditamente investendo in primo luogo i 250 milioni di euro che la LivaNova dovrà versare al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) a seguito della condanna del 2024 della Corte di Giustizia Europea per responsabilità per disastro ambientale; colpevolezza stabilita già nel 2021 dalla Corte di Appello e confermata a febbraio 2025 dalla Cassazione”.  

Sono 9 le azioni prioritarie, non più procrastinabili, individuate dal cartello associativo e contenute nel Patto di comunità che sarà presentato in serata presso il Teatro Comunale di Brescia alla presenza, tra gli altri, di Stefano Ciafani (Presidente Legambiente) e Francesco Scoppola (Presidente AGESCI):   

  1. L’istituzione di un tavolo di lavoro che includa MASE, Regione e Comuni per individuare risorse e modalità per la messa in sicurezza/recupero delle aree private agricole e residenziali. In particolare, per le aree agricole, seguendo lo studio ERSAF del 2019, è utile valutare l’acquisto dei terreni da parte del Comune o di altro soggetto pubblico o privato per attivare “Soluzioni basate sulla natura” (NBS). Per le aree residenziali, una volta definiti i siti contaminati, urgente un intervento economico diretto del MASE come per l’area industriale Caffaro.  
  2. La caratterizzazione ex novo di tutti i suoli residenziali di ogni proprietà (orti, giardini, cortili) e di tutte le aree agricole del S.I.N e FUORI S.I.N (come previsto dal DM 1° marzo 2019) in entrambi i casi da sottoporre a Valutazione di Rischio per determinare le Concentrazione Rischio di Soglia (CSR) e, ove necessario, programmare le necessarie azioni di bonifica e/o messa in sicurezza 
  3. L‘intervento normativo del MASE per sgravare il cittadino incolpevole (andando oltre quanto previsto dall’art. 253 del D. Lgs. 152/2006i) dagli oneri della bonifica/messa in sicurezza, garantendo un’assistenza tecnica e gestionale e coprendo i costi (attingendo ai rimborsi di LivaNova)
  4. Un rigoroso controllo della catena alimentare attraverso il monitoraggio costante dei prodotti animali e vegetali e delle modalità di coltivazione previste nell’Ordinanza Sindacale (prevista dal 2002 su proposta della ASL di Brescia e reiterata ogni anno)ii.
  5. Il censimento di chi coltiva il proprio orto, come e che cosa, chi ne consuma i prodotti ed un piano di analisi dei prodotti (compresi quelli degli alberi da frutto). 
  6. Una nuova campagna di monitoraggio biologico della popolazione per confermare il decadimento dei PCB nel sangue, includendo nel campione i nati dopo il 2002 (post la prima ordinanza sindacale) e chi ha consumato per 4 anni i prodotti del proprio orto per rilevare/escludere segni di un assorbimento recente.
  7. L’immediata e completa bonifica dell’ex cava Vallosa di Passirano
  8. Un piano strategico per la riqualificazione urbanistica eco-compatibile ed economica delle aree contaminate. 
  9. La supervisione, attraverso forme e modalità di monitoraggio civico, della concreta attuazione degli impegni assunti dalle istituzioni (tempi e modalità delle bonifiche, corretto uso delle risorse, ecc..), promuovendo attraverso la  costituzione di una commissione costituita dagli stakeholders, la partecipazione attiva di cittadine e cittadini, associazioni e imprese affinché la comunità sia protagonista di tutte le attività di  risanamento ambientale e tutela della salute, nell’ottica della transizione ecologica e di una ripartenza sociale ed economica. 

L’impatto sanitario

Nel novembre 2003 la ASL di Brescia ha pubblicato la Relazione finale del Comitato Tecnico Scientifico in cui ha evidenziato una forte dispersione dei valori di PCB nel sangue dei residenti, riscontrando un modesto aumento legato all’età e valori tre volte superiori per gli abitanti a sud della Caffaro, a causa del consumo di alimenti, soprattutto di origine animale, provenienti dalle aziende ubicate nell’area. Il follow-up è proseguito fino al 2018 (relazione ATS Brescia marzo 2022) evidenziando

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