La distrazione alla guida è un fenomeno persistente che da sempre ha messo a repentaglio la sicurezza stradale. Dal ruolo cruciale della distrazione mentale alle sfide poste dai moderni sistemi di infotainment, la distrazione alla guida non è certo una novità. Ancora oggi, infatti, nonostante stringenti normative siano state introdotte al fine di contenere il fenomeno dell’incidentalità e dei morti su strada, il 25% degli incidenti stradali è causato da distrazioni del conducente e dalla mancanza di attenzione all’atto della guida.
Ma cosa ci distrae veramente mentre siamo al volante? Secondo un’analisi dei dati del FARS (Fatality Analysis Reporting System) diverse sarebbero le cause di distrazione alla guida, come ad esempio fumo, oggetti in movimento all’interno dell’abitacolo, insetti o animali domestici, utilizzo di dispositivi di controllo del veicolo (specchietti, cinture di sicurezza), utilizzo di dispositivi portati in auto (anche solo cercare un cellulare o inviare messaggi è ritenuto causa di incidenti decisamente gravi).
La causa principale degli incidenti stradali, però, rimane la distrazione mentale, ovvero lo stato del pensiero rivolto altrove, che produce allontanamento dalla realtà ed ottundimento nei confronti dell’ambiente circostante.
La risposta a tutte queste distrazioni è spesso la consapevolezza limitata dei rischi. Dopo anni di guida, infatti, gli automatismi attivati dalla ripetizione di un’azione, portano il conducente a sentirsi a proprio agio e a sviluppare la tendenza a sottovalutare i fattori di rischio, per cui, la percezione e l’interpretazione di una situazione rischiosa, da parte di chi guida, spesso è inesistente, poiché si tratta di un’attività altamente ripetitiva e mnemonica. Inoltre, stati d’animo come fretta, frustrazione e stanchezza di cui oggi è sempre più vittima una notevole fetta di popolazione, possono ulteriormente contribuire alla distrazione in quanto alterano la capacità di essere presenti nel qui e ora e di mantenere l’attenzione focalizzata verso le attività in via di esecuzione.
Dunque, per combattere la distrazione alla guida, è fondamentale lavorare sull’awareness, aumentare la consapevolezza dei fattori di rischio e adottare comportamenti più sicuri di cui discuteremo in seguito.
A questo punto, al fine di rafforzare la consapevolezza della sicurezza alla guida, sarebbe interessante capire cosa accade al nostro cervello quando siamo vittime della distrazione.
La disattenzione è un meccanismo di difesa del nostro cervello dovuto ad un eccesso di stimoli che sono presenti nell’ambiente circostante, alla incapacità di coglierli in maniera sincronica e allo stesso tempo a processi di elaborazione interna che al fine di essere processati inficiano la capacità di concentrazione e attenzione verso le cose.
La distrazione in auto nascerebbe, perlopiù, dalla presenza di distrattori. Tali stimoli, prevalentemente esterni, possono essere di diversa natura: visivi, cognitivi, manuali, come ad esempio, notifiche, pensieri improvvisi o movimenti inconsulti che comprometterebbero la capacità di rimanere situati nella condizione, minacciando l’integrità e la sicurezza del conducente.
Un’equipe di Ricercatori del Case Western Reserve University School of Medicine, ha scoperto che la corteccia prefrontale e l’ippocampo sono le due regioni cerebrali che lavorano normalmente insieme per mantenere l’attenzione inalterata. Contrariamente, la mancanza di sincronizzazione tra queste regioni porterebbe a notevoli cali dell’attenzione. Si è scoperto, altresì, che nel nostro cervello si attiva un meccanismo di filtraggio dei distrattori deputato alla selezione di ciò che è importante da ciò che lo è meno. Questa doppia attività porterebbe, così, alla riduzione del 10% delle performance legate alla capacità di concentrazione e comprometterebbe in maniera significativa la qualità delle azioni che richiedono attivazione.
Se da un lato la distrazione è inevitabile poiché legata alla nostra fisiologia, dall’altro possiamo ridurne gli effetti negativi adottando strategie e comportamenti più consapevoli.
Il pericolo correlato all’uso del cellulare, soprattutto tra le fasce di conducenti più giovani, è una delle principali cause di incidenti. Numerosi studi sui giovani alla guida evidenziano come la distrazione e l’alta velocità siano le maggiori cause di incidentalità e che l’uso del cellulare alla guida, in particolar modo, resta tra le principali distrazioni che causerebbero seri incidenti stradali. Parlare al telefonino, infatti, provocherebbe un particolare effetto cerebrale detto “inattention blindness” (cecità cognitiva o incapacità di cogliere tutti gli stimoli circostanti). In più, per molti giovani, il proprio smartphone, pare sia diventato un prolungamento di sé e del proprio corpo da cui difficilmente riescono ad allontanarsi se non per breve tempo o su richiesta.
Grazie alla tecnologia e all’innovazione, oggi, è possibile mitigare il fenomeno della distrazione da smartphone che con l’ausilio di applicazioni di coaching e di loyalty and rewarding motiverebbero il conducente ad adottare una guida sicura. Le app per la guida sicura, in genere, impiegano una serie di funzionalità progettate per incoraggiare comportamenti responsabili, come:
- Monitoraggio in tempo reale: molte app tracciano il comportamento di guida in tempo reale, fornendo feedback su velocità, frenata, accelerazione e utilizzo del telefono. Questi dati aiutano i conducenti a capire le loro abitudini e a identificare le aree di miglioramento.
- Gamification: incorporando elementi simili a quelli di un gioco, come punti, livelli e premi, queste app motivano gli utenti a guidare in modo sicuro. I conducenti possono guadagnare punti per mantenere velocità sicure, evitare frenate brusche e ridurre al minimo l’uso del telefono, che possono essere riscattati per ottenere sconti o premi.
- Coaching e feedback: alcune app offrono un coaching personalizzato basato sulle prestazioni di guida. Questo feedback può aiutare i conducenti a riconoscere i comportamenti a rischio e ad apprendere tecniche di guida più sicure.
- Coinvolgimento della comunità: molte app per la guida sicura favoriscono un senso di comunità tra gli utenti. I conducenti possono condividere i loro risultati, competere con gli amici e supportarsi a vicenda nel loro percorso verso una guida più sicura.
In un mondo in cui le distrazioni sono onnipresenti, le app per la guida sicura rappresentano una modalità proattiva che promuove comportamenti basati sulla sicurezza e responsabilità al volante.
Numerose rimangono, comunque, le battaglie da compiere sul tema della distrazione. Se la tecnologia dal canto suo contribuisce significativamente a combattere tale fenomeno tramite prodotti innovativi e dedicati, d’altro canto servirebbe una concertazione ed una sinergia virtuosa tra i vari attori che sono coinvolti nel processo, che tenga conto pariteticamente dell’importanza dell’innovazione, della regolamentazione in termini di normative e codici stradali e del diritto alla sicurezza che deve essere garantito a ciascun driver. Noi stessi possiamo diventare spettatori attivi di questo processo, contribuendo, anche con piccoli gesti, all’adozione di pratiche virtuose che, se applicate con costanza, possono migliorare significativamente la nostra attenzione e la sicurezza alla guida.
Di seguito alcune best practice da adottare:
- Pianificazione del viaggio: pianificare il percorso in anticipo per evitare stress e fretta. Consigliabile sempre se possibile considerare il meteo.
- Pause regolari: fare pause regolari durante lunghi viaggi per evitare la fatica, sembra banale ma è molto importante.
- Ambiente di guida adatto: mantenere l’auto pulita e organizzata per ridurre le distrazioni. Anche un animale in auto provoca continue distrazioni.
- Consapevolezza dei rischi: essere consapevoli dei rischi associati alla guida distratta e adottare comportamenti preventivi.
- Uso di dispositivi Vivavoce e Bluetooth: parlare alla guida senza l’utilizzo delle mani aumenta la concentrazione ed il livello di sicurezza
Autore:
Marzia Salerno
Responsabile marketing OCTO
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