In tutto il mondo è SOS ghiacciai. I grandi giganti bianchi a causa della crisi climatica arretrano di anno in anno e con loro rischiamo di perdere la più grande riserva d’acqua del pianeta. Dobbiamo agire ora.
I ghiacciai stanno fondendo più rapidamente che mai e questo contribuisce a rendere il ciclo
dell’acqua più imprevedibile ed estremo. Il ritiro dei ghiacciai ha conseguenze devastanti legate a
inondazioni, siccità, frane e innalzamento del livello del mare e danni agli ecosistemi.
La conservazione dei ghiacciai è una questione di sopravvivenza. Nel mondo oltre due miliardi di persone dipendono dalla neve e dal ghiaccio delle montagne che alimentano fiumi, laghi e falde acquifere, risorse essenziali per ecosistemi, agricoltura, energia, industria e usi domestici. Non a caso la Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 , il 22 marzo, è dedicata alla loro conservazione.
SOS ghiacciai, i dati
Dall’Everest, il tetto del mondo, al Monte Bianco, la cima più alta d’Europa, la crisi climatica corre veloce tra i ghiacciai di tutte le vette. I dati messi che abbiamo messo in fila incrociando diversi studi internazionali e riassunti nel dossier “Sos ghiacciai: un passato e un futuro da proteggere” parlano chiaro: dal 2000 al 2023 la maggiore perdita relativa di ghiaccio si è verificata nelle regioni con una piccola area glaciale (cioè minore di 15.000 km²): Europa centrale (-39%), Caucaso (-35%), Nuova Zelanda (-29%), Asia settentrionale (-23%), Canada occidentale e Stati Uniti (-23%) e i ghiacciai di basse latitudini (-20%). (Fonte The GlaMBIE Team).
L’Europa Centrale, con Alpi e Pirenei, risulta essere l’area montana più colpita: qui le montagne si stanno riscaldando a una velocità circa doppia rispetto al resto del mondo e fenomeni come frane e colate detritiche sono in aumento.
I ghiacciai italiani
Passando ai ghiacciai alpini, ad oggi si registra la perdita di almeno un terzo della massa e con l’incremento delle temperature previsto entro il 2050 tutti i corpi glaciali al di sotto dei 3500 metri di quota saranno scomparsi. Tra quelli già estinti: c’è il ghiacciaio di Flua in Piemonte (Fonte CGI), in Valsesia, mentre quelli del Canin (In Friuli-Venezia Giulia) (Fonte SMAA-CGI) e del Triglav (in Slovenia) sulle Alpi Orientali, si sono ridotti a residui sparsi di neve e ghiaccio. I prossimi destinati a scomparire sono quelli della Marmolada (Fonte SAT-CGI) e dell’Adamello (Fonte SGL-CGI).
Nel resto mondo la situazione non è delle migliori: in Pakistan i 13.032 ghiacciai delle catene montuose del Karakorum, Hindukush e Himalaya hanno subito trasformazioni rapide, tanto che nel bacino del Palas (nell’Himalaya pakistano) si è assistito ad un ritiro del 16%, solo negli ultimi vent’anni. I ghiacciai montani lungo la costa occidentale della Groenlandia mostrano una riduzione di quasi il 15% dell’area complessiva e di circa il 19% del volume di ghiaccio, dal 1985 al 2020. Le montagne delle Ande hanno perso il 25% della loro copertura di ghiaccio dalla Piccola Era Glaciale. Infine, non va dimenticato che la fusione dei ghiacciai è responsabile per il 25-30% dell’attuale incremento osservato nel livello del mare. Nel mondo sono quasi due miliardi le persone che vivono vicino alle coste, e circa 800 milioni a meno di 10 m sopra il livello del mare. Oggi tale livello risulta circa 20 cm maggiore rispetto al 1900, con un ritmo di crescita che è aumentato di oltre tre volte e attualmente si attesta a 4,5 mm/anno.
Un quadro a livello globale preoccupante, con ricadute importanti a valle, sulle comunità locali e sugli ecosistemi. Dobbiamo agire ora.
Garantire un futuro per i ghiacciai è ancora possibile
A indicare la bussola da seguire Il Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai e per le risorse connesse – presentato ieri all’Università degli Studi di Milano e promosso da CAI, CGI, CIPRA ITALIA, EUMA e Legambiente insieme ad un network di 60 firmatari tra ONG, enti di ricerca e altre organizzazioni. L’obiettivo implementare azioni comuni per garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e per le comunità che da essi dipendono attraverso un’azione partecipata e condivisa tra le aree transfrontaliere che condividono le stesse condizioni geomorfologiche ed unità ecologiche funzionali.
Due i pilastri al centro del Manifesto: la riduzione delle emissioni di gas serra limitando il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e più azioni di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai.
Per approfondire leggi il nostro comunicato stampa
>> Sos ghiacciai: un passato e un futuro da proteggere
>> Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai e per le risorse connesse