In un inno della Liturgia delle Ore preghiamo:
«Novi novum canamus canticum», “Resi nuovi cantiamo il cantico nuovo”
(Ultima strofa dell’inno Iam, Christe, sol iustitiae, usato nell’ufficio feriale delle Lodi delle settimane di Quaresima prima della Settimana Santa).
La scelta della musica come accompagnamento negli incontri dei Gruppi adulti potrebbe originare da questo versetto liturgico. La musica con il suo linguaggio ha il potere di ravvivare il senso del sacro, essa riaccende il rapporto con Dio e rianima la preghiera, stimola alla bellezza, ci permette di riscoprire la “questione” della pace interiore rinnovando quell’equilibrio che ci aiuta ad affrontare la vita.
La forza della musica
Ognuno di noi è attratto da un genere musicale o da una tipologia testuale, spesso è dovuto ai moti interiori che ci trapassano o alle varie situazioni di vita. I Salmi, ad esempio, nella preghiera quotidiana, ci aiutano a rileggere l’interiorità complessa dell’uomo e, nel recitarli, ripercorriamo tutta la nostra storia, quasi a volerci ricordare che tutto offriamo a Dio, tutta la nostra umanità, a volte triste o gioiosa, serena o in ansia, angosciata o felice. Questo è anche il potere della musica!
Affermava Piero Pelù in Dea musica (album Soggetti smarriti, WEA, 2004):
Dea dea musica
la mia cura e compagna fantastica
mi dai gioia amore accarezzi la mia solitudine
Com’è possibile che rendi tutto più possibile
sei la musica sei la mia sola cosa magica.
È proprio vero, la musica ha questa funzione di essere nostra compagna di viaggio! Ma perché la musica ci prende così tanto? La risposta è semplice: è uno splendido dono che viene da Dio. Nell’antica Grecia, Platone considerava la musica la miglior medicina per l’anima, esprimendo ciò che le sole parole non riescono a fare. Per Platone la musica “dona un’anima ai nostri cuori, delle ali ai pensieri, uno sviluppo all’immaginazione. Essa è un carme alla tristezza, alla gaiezza, alla vita, a tutte le cose.” La musica fa bene alla salute e, come diceva Platone, può essere una cura per l’anima, perché facilitando il contatto con il proprio interno permette di ascoltarsi, di mediare emozioni e facilitare il contatto con esse, favorendo quindi una maggiore consapevolezza. Un sito autorevole sulla musica, «Rockol», riporta cinque vantaggi legati alla musica, che possiamo utilizzare anche per il nostro approccio con la musica:
1. La musica calma la nostra mente
Ascoltando la musica liberiamo la nostra mente da pensieri e emozioni negative. Durante la nostra giornata ci ritroviamo davanti a situazioni che ci provocano stress: essere bloccati nel traffico, un disaccordo con i nostri cari, ricevere una brutta notizia, tutte banalità che ci fanno stare male.
Grazie alla musica ci rilassiamo e dimentichiamo queste piccole questioni che ci avrebbero tenuto la testa occupata e avrebbero interferito con il nostro lavoro.
Un consiglio per quando si è giù di morale o semplicemente non è la nostra giornata è ascoltare la nostra canzone preferita o suonare uno strumento musicale: questo distoglierà la nostra attenzione dai pensieri inutili, ci calmerà e istantaneamente migliorerà il nostro umore
2. La musica aumenta la concentrazione
Secondo diversi studi, la musica può migliorare la nostra capacità di concentrazione. Molto spesso quando siamo seduti alla nostra scrivania a studiare, o in ufficio a lavorare, ci perdiamo e non siamo in grado di rimanere focalizzati su quello che dobbiamo fare, e ciò che potrebbe essere svolto in un’ora può richiedere da due, tre ore in su.
Per questo motivo ascoltare musica per mantenere la concentrazione è fondamentale, ci impedisce di vagare con la mente e di rimanere attenti a quello che stiamo facendo in quel momento
3. La musica ci rende persone migliori
La musica ci connette al nostro io interiore. Ci porta nei profondi recessi della nostra mente e ci aiuta a capire chi siamo veramente e il nostro scopo nella vita. Ci aiuta anche a scoprire i nostri punti di forza nascosti. Di conseguenza, è un ottimo strumento per migliorare la propria immagine di sé. Ascoltare musica può renderci meno aggressivi e aumentare la cooperazione e accettazione tra le persone.
4. La musica ci aiuta a combattere paure
Le persone sperimentano anche vari tipi di paure, come la paura di camminare in una strada trafficata, la paura di stare a casa da soli, la paura di volare e la paura di partecipare a un evento sociale. Alcune di queste paure sono fugaci, mentre altre sono radicate e difficili da superare. La musica può aiutarci a superare la paura e farci sentire meglio in situazioni stressanti.
5. La musica ci rende più forti
La musica fornisce forza consentendo alle persone di connettersi più profondamente con sé stesse e con chi le circonda e promuove una maggiore autoespressione. La musica può essere usata per esprimersi sia verbalmente sia non verbalmente. La musica può anche essere usata come meccanismo per far fronte a cose che non possiamo lasciar andare. Molte di queste cose riducono la nostra energia e compromettono la nostra produttività.
La musica ci aiuta a far fronte a tali emozioni e quindi fornisce forza; ha il potenziale per migliorare le nostre vite e darci un maggiore senso di controllo. Promuove sentimenti sani e, di conseguenza, elimina la possibilità di una varietà di problemi di salute fisica e mentale.
L’animatore di un Gruppo adulti come può usare questo mezzo potente all’interno dell’incontro?
In questo tempo di Chiesa in uscita, di una nuova evangelizzazione, la musica può svolgere una funzione importante, andando a “stuzzicare” i vissuti e le situazioni della vita delle donne e degli uomini e, allo stesso tempo, porsi come possibile intermediario tra la Parola e la vita.
Interpretare la vita
Una prima risorsa possibile sono i contenuti musicali diffusi che il testo adulti annuale propone: spesso già collocati all’interno delle attività proposte o in chiusura alle singole tappe diventano strumento prezioso da utilizzare e personalizzare a seconda del Gruppo adulti giovani, adulti o adultissimi.
La musica collocata ne “La vita si racconta” permette ad esempio al testo di una canzone di “farsi” leggere, di tirare fuori vissuti e fatiche, di immedesimarsi nelle scene cantate…; allo stesso tempo ne “la Parola illumina” può diventare eco del brano biblico, può rinforzare il messaggio evangelico o tradurlo in chiave contemporanea. Ne “La vita cambia” il contributo della canzone o della musica può invitare a immaginare percorsi e scelte concrete per far prendere forma al Vangelo, incoraggia e osa divenendo dono spirituale per ogni tempo.
Un linguaggio spirituale
Una seconda attenzione è data dal messaggio del testo o dell’autore in quel preciso brano. Se da un lato è abbastanza facile far abbinare il linguaggio musicale con le diverse situazioni di vita, dall’altro dato non è per nulla scontato far combaciare il linguaggio musicale con quello biblico.
Spesso, già da subito, il testo e la musica suscitano emozioni lasciando “strascichi” nella mente e nel cuore, tuttavia, per scegliere un brano da utilizzare all’interno di un’attività di gruppo è indispensabile un ascolto fatto più volte della canzone al fine di evitare forzature.
È importante considerarne la genesi attraverso l’indagine sull’artista, la sua storia, le motivazioni che l’hanno portato a scrivere il testo e a comporre la musica. Siamo facilitati in questo anche dall’uso di internet. La storia dell’artista entra in modo forte nella canzone e da questo possono scaturire vari messaggi accostabili al testo biblico o al tema proposto dal cammino formativo.
Un nuovo ritmo
Un consiglio fondamentale è quello di analizzare il testo della canzone: certamente non sarà come per il testo sacro per il quale si può evidenziare un senso letterale e spirituale (morale, allegorico e anagogico), ma ci aiutano ad esempio,le parole del ritornello, alcune frasi enfatizzate più di altre o la forma letteraria utilizzata e come essa è applicata al gene-e musicale che è molto variegato.
Alcune tipologie musicali si differenziano per stile e interpretazione: pop, rock, blues, folk, rap, hip hop, reggaeton, disco, trap, ecc…, ognuna ha i suoi linguaggi e le sue caratteristiche! Anche la provenienza geografica sarà un motivo da considerare per analizzare il testo; siamo abituati alla musica italiana ma ora, nel villaggio globale e attraverso internet, possiamo entrare in contatto con tutta la musica e artisti a livello mondiale. Tutta la musica oggi è completamente fruibile! Nella scelta dei brani da proporre si tenga conto della sensibilità del gruppo e l’età dei partecipanti.
Anche il videoclip, che spesso accompagna il brano musicale, è da presentare e considerare come ottimo mezzo per “fissare” alcuni concetti, utili alla meditazione sul testo biblico o sulla propria vita e che, emergendo dalla canzone, sono adatti per la preghiera personale.
Restare in dialogo con Dio
In conclusione è da ricordare che in un incontro la parte musicale non deve oscurare la meditazione sulla Parola di Dio. Gli animatori del gruppo, conoscendo i propri adulti partecipanti, trovino il giusto equilibrio tra Parola e musica e, quest’ultima, sia sempre funzionale a una crescita spirituale del singolo e del gruppo per cercare di realizzare quello che diceva Ezio Bosso nel Discorso al Parlamento europeo, il 26 giugno 2018: «La musica non è solo un linguaggio, la musica è una forma di trascendenza… che ci porta oltre». Invece Joseph Ratzinger affermava: «La musica libera la via ingombra che conduce ai cuori, al nucleo del nostro essere là, dove esso attinge l’essere del Creatore e del Redentore. Tutte le volte che ciò accade, la musica diviene la via che conduce a Cristo, via lungo la quale Dio manifesta la sua salvezza».