Di nuovo sull'acconto IRPEF. Niente spazio a interpretazioni - redigo.info

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L’art. 1, c. 4, del DLgs. 216/2023 ha innescato interpretazioni di Caf non rispondenti alla ratio. Esso recita: “Nella determinazione degli acconti dovuti ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali per i periodi d’imposta 2024 e 2025 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata non applicando le disposizioni dei commi 1 e 2 (ovvero: “1. Per l’anno 2024, nella determinazione dell'[IRPEF, ndr], l’imposta lorda è calcolata applicando […] le seguenti aliquote per scaglioni di reddito: a) fino a 28.000 euro, 23 per cento; b) oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35 per cento; c) oltre 50.000 euro, 43 per cento. 2. Per l’anno 2024, la detrazione prevista dall’articolo 13, comma 1, lettera a), primo periodo, del [TUIR], é innalzata a 1.955 euro.”).

No alle interpretazioni dei Caf

Il MEF precisa, nel comunicato stampa n. 32/2025 presente su redigo.info, che la disposizione va interpretata nel senso che l’acconto IRPEF per l’anno 2025 è dovuto, con applicazione delle aliquote 2023, solo nei casi in cui risulti di ammontare superiore a euro 51.65 la differenza tra l’imposta relativa all’anno 2024 e le detrazioni, i crediti d’imposta e le ritenute d’acconto. Il tutto, però, calcolato secondo le norme applicabili al periodo d’imposta 2024.

Il Legislatore ha inteso, in tal modo, sterilizzare gli effetti delle modifiche alla disciplina IRPEF solo in relazione agli acconti dovuti dai soggetti la cui dichiarazione dei redditi evidenziava una differenza a debito di IRPEF, in quanto percettori di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto. L’intenzione è, quindi, volta a intervenire nei confronti di soggetti (la maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati) che, in mancanza di altri redditi, non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione reddituale.

Ma il Governo interverrà

In ogni caso, in considerazione dei dubbi interpretativi posti, e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il Governo interverrà (come già anticipato sul nostro giornale) anche in via normativa, per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto. L’intervento sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento.

Redazione redigo.info

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