Le attività di ricerca condotte in Italia e in altri cinque Paesi europei – Polonia, Grecia, Francia, Slovacchia e Slovenia – nell’ambito del progetto europeo CO.A.ST* ci hanno permesso di raccogliere preziose informazioni sul sistema della tutela per minori stranieri non accompagnati e indagare le principali sfide e ostacoli che si trovano ad affrontare così come le buone pratiche messe in campo dagli attori coinvolti.
In Europa, la protezione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) è una questione centrale per garantire loro diritti e sicurezza e per un positivo percorso di integrazione. I sei paesi oggetto della ricerca – Francia, Grecia, Polonia, Italia, Slovenia e Slovacchia – adottano diversi sistemi e strategie di tutela volontaria, con approcci differenti in base alla legislazione nazionale e ai contesti sociali.
Francia: amministratori ad hoc e tutela temporanea
In Francia, il sistema di tutela per i minori stranieri non accompagnati prevede la figura dell’amministratore ad hoc, che viene nominato per rappresentare il minore nelle domande di asilo e nelle questioni legali nelle zone di attesa. Tuttavia, questa figura non ha una delega completa della potestà genitoriale, il che può creare difficoltà nell’accesso ad alcuni servizi e nell’effettiva tutela del minore. I minori sono accolti dai servizi sociali (ASE), ma la frammentazione del sistema può rallentare il processo di accoglienza e integrazione.
Grecia: un sistema di tutela recentemente riformato
Dal 2024, la Grecia ha riformato il sistema di tutela per i minori stranieri non accompagnati, introducendo una struttura centralizzata con il coinvolgimento di ONG specializzate in servizi di tutela. I tutori hanno il compito di rappresentare legalmente i minori, garantire il loro accesso ai servizi sanitari e scolastici e sostenerli nel percorso di integrazione. Tuttavia, ogni tutore può seguire fino a 15 minori, il che, pur garantendo un sostegno mirato, rischia di creare un sovraccarico di lavoro e di limitare l’accompagnamento individualizzato e l’attenzione al singolo caso.
Polonia: due figure di tutela
In Polonia, la tutela dei minori stranieri non accompagnati è affidata a due figure distinte: il curatore, incaricato di gestire la domanda di protezione internazionale, e il tutore legale, responsabile di tutti gli altri aspetti della rappresentanza del minore. I minori sono collocati in famiglie affidatarie o in strutture di emergenza, a seconda della disponibilità. Tuttavia, il sistema presenta una significativa lacuna nel monitoraggio dei curatori e dei tutori, lasciando spazio a situazioni in cui i minori potrebbero non ricevere la necessaria attenzione e protezione.
Slovenia: un sistema con formazione obbligatoria
In Slovenia, ogni minore straniero non accompagnato ha diritto a un tutore legale. Mentre i servizi sociali fungono da tutori legali per i minori stranieri non accompagnati, per i minori non accompagnati richiedenti asilo è in vigore un sistema speciale di tutori legali volontari. I tutori legali dei minori richiedenti asilo devono seguire una formazione obbligatoria di 40 ore e un aggiornamento ogni tre anni. Il tutore legale di un minore richiedente asilo è responsabile della rappresentanza del minore durante la procedura di protezione internazionale, per quanto riguarda la salute, l’alloggio, la proprietà e l’istruzione. Per garantire un’assistenza adeguata, ogni tutore legale può gestire un massimo di cinque minori. Tuttavia, il Paese sta affrontando una crescente carenza di tutori legali volontari qualificati per i minori richiedenti asilo, mettendo a rischio l’efficacia del sistema di protezione.
Italia: il modello dei tutori volontari
In Italia, la Legge 47/2017 (Legge Zampa) ha introdotto i tutori volontari, selezionati e formati dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Questi cittadini svolgono un ruolo fondamentale nel garantire il benessere dei minori, supportandoli nelle procedure legali, sanitarie ed educative. Tuttavia, la recente normativa ha reso possibile, in casi di emergenza, la sistemazione temporanea dei MSNA in centri per adulti, una misura che solleva gravi preoccupazioni per la loro sicurezza e il loro benessere.
Slovacchia: affidamento ai servizi sociali
In Slovacchia, quando un minore non accompagnato viene identificato, viene indirizzato ai servizi sociali (Autorità di protezione socio-legale dei minori e di tutela sociale) e il Tribunale nomina un tutore legale per un periodo di tempo limitato e per uno scopo specifico, come la richiesta di asilo o la garanzia dei suoi diritti legali. Può essere nominato anche un tutore, il cui ruolo è quello di rappresentare il minore, compresi i suoi beni, e più in generale di supervisionare l’educazione del minore. In pratica, il tutore può essere una persona vicina al minore (un parente, un amico di famiglia o un insegnante) o un’istituzione come l’Ufficio del lavoro, degli affari sociali e della famiglia (UPSVaR) o il Comune locale, qualora non vi sia una persona adatta. È necessario identificare sistematicamente e in modo proattivo i minori non accompagnati e separati in Slovacchia, in modo che possano accedere a servizi di protezione dell’infanzia adeguati. Ciò include un quadro giuridico più completo per la tutela, che consenta la nomina immediata di un tutore esperto, formato, sostenuto e supervisionato.
Da questa prima analisi sui sistemi di tutela volontaria nei sei Paesi del progetto, emerge una significativa difformità dei sistemi nazionali oltre a criticità comuni quali la complessità burocratica, la carenza di tutori qualificati e la difficoltà nella gestione di situazioni di emergenza. Nel quadro delineato, la previsione di una legislazione comune in grado di valorizzare e mettere a sistema le buone pratiche individuate garantendo l’efficacia del ruolo del tutore in un’ottica di protezione e potenziamento del percorso di inclusione del minore sembra indispensabile.
Per approfondire consulta la nostra Scheda sulla Tutela in sei Paesi europei QUI.
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*CO.A.ST – My Coming Of Age Story è un progetto europeo dedicato ai minori stranieri non accompagnati – in particolare adolescenti e neomaggiorenni – e ai loro tutori e tutrici per migliorare le forme di sostegno all’istituto della tutela volontaria affinché siano in grado di rispondere ai bisogni specifici dei minori e fornire loro un adeguato supporto nella delicata fase di transizione all’età adulta.
Il progetto è co-finanziato dalla Commissione Europea e lo realizziamo in qualità di capofila insieme a 4 organizzazioni di 6 Stati membri: Alliance des Avocats pour les Droits de l’Homme (AADH, Francia), ELIL – European Lawyers in Lesvos (Grecia e Polonia), KIND – Kids In Need of Defence (Belgio e Slovacchia) e PIC – Pravni Center za Varstvo človekovih Pravic in Okolja (Centro legale per la protezione dei diritti umani e l’ambiente, Slovenia).