I dazi americani e la reazione dell’Unione Europea dal 2018 a oggi - BistonciniPartners

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American flags near the Air & Space Museum in Washington, D.C. Original public domain image from Flickr

Bruxelles, aprile 2025

5 min di lettura

Nell’attesa conferenza stampa di mercoledì 2 aprile, il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha presentato uno schema di dazi reciproci su tutte le merci importate dagli USA.

Il concetto della reciprocità è stato più volte ribadito dal Presidente Trump perché, nelle sue intenzioni, le tariffe nascono per rispondere alle barriere tariffarie e non tariffarie che impattano i prodotti americani destinati all’export. Le misure previste contemplano un’aliquota minima del 10%, con incrementi ad hoc per i Paesi o gli spazi economici che, a detta di Washington, presentano restrizioni particolarmente severe verso i prodotti made in USA.

Più nello specifico, per quanto riguarda i prodotti provenienti dall’Unione europea, il dazio previsto è del 20%. E ciò poiché, secondo i calcoli effettuati dagli advisor di Trump, le esportazioni degli Stati Uniti verso l’UE sarebbero sottoposte, in media, a una tariffa del 39%. In generale lo schema si ripete per numerosi paesi (il dettaglio è consultabile all’Allegato I dell’executive order), tra cui la Cina, i cui prodotti saranno sottoposti ad un’aliquota del 34%.

Il dazio del 10% si applicherà dal prossimo 5 aprile, mentre i dazi specifici dal 9 aprile.

2018-2020 – dalle section 232 tariffs alle rebalancing measures

Nel giugno 2018, la prima amministrazione Trump ha dato il via allo scontro commerciale con l’UE attraverso le prime tariffe sulle esportazioni UE di acciaio e alluminio, note come section 232 tariffs. I dazi, con valori del 25% e del 10%, colpivano beni Ue per un valore di oltre 6 miliardi di euro.[1]

Nel gennaio 2020 gli USA hanno introdotto tariffe aggiuntive per circa 40 milioni di euro di esportazioni UE su alcuni prodotti derivati dell’acciaio e dell’alluminio.

Una prima risposta UE è arrivata nel giugno 2018, attraverso l’adozione del regolamento d’esecuzione (UE) 2018/886 (cd. rebalancig measures) che interessavano diverse categorie di prodotti. I beni coinvolti erano indicati in due diversi allegati e quelli appartenenti al primo gruppo – tra cui, ad esempio, granturco, jeans e prodotti in acciaio –  erano soggetti a dazi  del 10% o del 25% fin dall’entrata in vigore del provvedimento, mentre quelli di cui al secondo gruppo – tra cui, ad esempio, whisky, moto e prodotti per il trucco delle labbra – sarebbero dovuti entrare in vigore dal 1° giugno 2021 (cosa che, come si vedrà successivamente, non è poi avvenuta).

Anche l’UE, similmente a quanto fatto dagli USA, ha poi previsto, attraverso il regolamento d’esecuzione (UE) 2020/502, dazi dogali addizionali sulle importazioni di determinati prodotti nell’aprile del 2020.

2021-2023 – Il periodo di distensione

Con l’avvento dell’amministrazione Biden, si sono intensificate le interlocuzioni tra Unione europea e Stati Uniti per raggiungere un accordo sulla rimozione delle tariffe. A seguito dei negoziati, nel 2021 l’UE ha sospeso le misure che aveva introdotto e gli Stati Uniti hanno concordato di sospendere fino ad una certa quota i dazi imposti ai sensi della Section 232.

La sospensione UE ha interessato entrambi i gruppi di prodotti di cui al regolamento d’esecuzione del 2018 ed è rimasta efficace, a seguito di diversi atti di proroga intermedi, l’ultimo dei quali è stato il regolamento d’esecuzione 2023/2882, fino al 30 marzo 2025.

2025 – Le nuove misure e la risposta UE

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha fin da subito riportato il tema dei dazi al centro del dibattito pubblico e dopo pochi mesi dal suo insediamento il Presidente americano ha iniziato dare seguito agli annunci fatti.

Il 12 marzo 2025 sono state infatti implementate nuove misure da parte dell’amministrazione americana che prevedono, in primo luogo, la reintroduzione dei dazi della Section 232 su una serie di prodotti in acciaio e alluminio, tra cui tubi d’acciaio, fili metallici e carta stagnola.  Inoltre, il dazio sull’alluminio è stato aumentato dal 10% al 25% ed è stato ampliato il numero dei prodotti interessati. Tra questi rientrano non solo altri articoli in acciaio e alluminio, come utensili da cucina e telai per finestre, ma anche beni parzialmente realizzati con questi materiali, come macchinari, attrezzature da palestra, alcuni elettrodomestici e mobili.

Complessivamente le misure, secondo le stime della Commissione europea, avranno un impatto significativo sulle esportazioni dell’UE, colpendo beni per un valore di 26 miliardi di euro, pari a circa il 5% del totale delle esportazioni di beni verso gli Stati Uniti. In base ai flussi commerciali attuali, si stima che gli importatori statunitensi dovranno affrontare un costo aggiuntivo fino a sei miliardi di euro in dazi.

Inoltre, lo scorso 26 marzo gli Usa hanno annunciato l’introduzione, a partire dal 2 aprile, di dazi del 25% su tutte le auto importate negli Usa, comprese quelle dell’UE.  Tali tariffe, così come quelle annunciate il 12 marzo, non sono state modificate dall’executive order del 2 aprile.

In risposta alle iniziative del 12 marzo, la Commissione europea ha previsto due contromisure per tutelare gli interessi economici dell’UE. La prima riguarda la reintroduzione delle rebalancing measures. La proroga per tali misure era infatti in scadenza il 31 marzo 2025 e il nuovo (e, stando agli ultimi aggiornamenti, definitivo) posticipo è avvenuto tramite il regolamento d’esecuzione 2025/664 che rinvia l’applicazione dei dazi di sole due settimane, al 14 aprile 2025, in attesa di valutare possibili margini di trattativa con Washington.  Queste misure, se confermate saranno automaticamente ripristinate e, per la prima volta, applicate nella loro totalità (l’allegato II del regolamento del 2018 non è infatti mai stato applicato).

Parallelamente, la Commissione sta lavorando a un nuovo pacchetto di misure aggiuntive, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la risposta dell’UE alle restrizioni imposte dagli Stati Uniti.

Come funzionano i dazi UE e i possibili prossimi passi

L’UE sta dunque vagliando nuove possibili risposte alla reintroduzione dei dazi e di conseguenza vale la pena riassumere brevemente in che modo funziona l’adozione di nuove misure da parte di Bruxelles.

Come già accennato, le rebalancing measures dell’UE sono state adottate (e poi anche sospese) attraverso regolamenti d’esecuzione, vale a dire atti che, a differenza di regolamenti e direttive, non richiedono il ricorso a una procedura legislativa ordinaria.

Nello specifico caso dei regolamenti d’esecuzione in risposta a misure di salvaguardia (così come sono considerati i dazi USA), l’UE segue le norme previste dal cd. Enforcement Regulation che consente di rispondere a violazioni delle norme commerciali internazionali da parte di paesi terzi che incidono sugli interessi commerciali dell’UE

Il primo passo di questo processo prevede che la Commissione, prima di definire l’entità e la portata delle misure, raccolga anche i pareri degli stakeholder interessati. E ciò è quanto accaduto in risposta ai nuovi dazi del 12 marzo.

Nella stessa giornata, infatti, la Commissione ha avviato il processo per imporre ulteriori contromisure contro gli Stati Uniti ed ha avviato una consultazione con gli stakeholder – che si è chiusa lo scorso 26 marzo –  per individuare i prodotti oggetto delle misure aggiuntive, tenendo conto di un elenco sommario di prodotti mirati, tra cui acciaio, alluminio, prodotti tessili, prodotti di pelletteria o in pelle, elettrodomestici, plastica, pollame, manzo, frutta secca, uova, latticini, zucchero e verdure, precedentemente elaborato.

Sulla base dei contributi raccolti, la Commissione finalizzerà la sua proposta per l’adozione di contromisure e consulterà gli Stati membri attraverso il cosiddetto processo di comitatologia, che prevede, per l’appunto, un confronto nell’ambito di un Comitato chiamato a discutere della proposta della Commissione e delle misure da adottare.

Completato questo processo, come anche evidenziato nel comunicato pubblicato dalla Commissione europea lo scorso 12 marzo, l’atto giuridico che imporrà le contromisure verrà adottato edovrebbe entrare in vigore entro la metà di aprile.

Resta da valutare ora se le ultime misure adottate da Trump porteranno a un’accelerazione o a un inasprimento della controffensiva di Bruxelles.


[1] Il dato, come anche i successivi salvo diverse specificazioni, è fornito dalla Commissione europea.

Recapiti
Simone Vellucci