L’articolo esplora il processo di sviluppo dei protagonisti del romanzo “Il deserto di Carcosa” (che puoi acquistare qui). Analizza come Stefano Luschi rappresenti una reinterpretazione contemporanea del viaggio dell’eroe, passando dall’innocenza alla consapevolezza fino all’accettazione della responsabilità. Mette in luce la scelta narrativa di far raccontare la storia da Matilde adulta, creando un doppio livello di lettura. Inoltre, l’articolo approfondisce la potente dinamica fratello-sorella come cuore emotivo del romanzo, ed esamina come il gruppo dei B.R.A.V.I. funzioni alla stregua di un microcosmo sociale dove ogni personaggio porta un contributo unico. Attraverso l’analisi dei desideri consci e inconsci dei protagonisti e del loro rapporto con l’antagonista “lupo nel cielo”, l’articolo mostra come questi personaggi, pur radicati nel contesto italiano contemporaneo, affrontino sfide atemporali che si riflettono nella tradizione letteraria di ogni tempo.
I protagonisti come riflesso di archetipi universali
Uno degli aspetti più complessi e gratificanti della creazione di “Il deserto di Carcosa” è stato lo sviluppo dei personaggi dei B.R.A.V.I., il gruppo di adolescenti al centro del romanzo. In questo articolo, voglio condividere con voi il processo attraverso il quale ho dato vita a Stefano, Matilde e ai loro amici, e come le loro dinamiche riflettano temi universali della narrativa.
La nascita dei B.R.A.V.I.: un microcosmo di identità
Quando ho iniziato a sviluppare i personaggi del romanzo, ho voluto creare un gruppo che fosse allo stesso tempo specifico (ragazzi italiani dei primi anni Duemila) e universale (rappresentativo delle diverse sfaccettature dell’esperienza adolescenziale). Così sono nati i B.R.A.V.I., acronimo che racchiude l’identità collettiva di questi giovani protagonisti.
Ogni membro del gruppo incarna un archetipo specifico, ma anche una sfida contemporanea:
- Stefano Luschi: il protagonista in cerca della propria identità, diviso tra normalità e destino eccezionale;
- Matilde Luschi: la sorella minore, osservatrice e narratrice, che rappresenta la coscienza della storia;
- Marco Costantinescu: l’amico con un’identità culturale divisa, in bilico tra integrazione e origini;
- Nadia: la ragazza segnata dal lutto, che affronta una trasformazione personale parallela agli eventi soprannaturali;
- Yaheya: lo studioso del gruppo, che porta la prospettiva di chi cerca di razionalizzare l’irrazionale;
- Virginia: apparentemente marginale, ma con un potenziale nascosto che si rivela fondamentale.
Stefano Luschi: il viaggio dell’eroe reinterpretato
Stefano rappresenta una mia reinterpretazione contemporanea del classico “viaggio dell’eroe” di Joseph Campbell. A differenza degli eroi tradizionali, però, Stefano non è un predestinato né un “prescelto”: è un ragazzo normale che si trova coinvolto in eventi straordinari.
Il suo sviluppo segue tre fasi fondamentali:
- L’innocenza: nei primi capitoli, infatti, Stefano è principalmente preoccupato di vivere la sua adolescenza, attratto da Nadia e concentrato sui piccoli drammi quotidiani.
- La consapevolezza: l’esperienza a Gardaland e i sogni ricorrenti del “lupo nel cielo” rappresentano il suo ingresso definitivo nel mondo del mistero. Stefano inizia a comprendere che c’è qualcosa di più grande nella sua vita rispetto a ciò che ha conosciuto fino a quel momento.
- L’accettazione della responsabilità: con la scoperta del libro “L’antidoto”, Stefano deve accettare un ruolo che non ha scelto ma che è profondamente legato alla sua identità familiare.
Questo arco narrativo riflette un tema universale che ritroviamo da Edipo a Harry Potter: l’impossibilità di sfuggire al proprio destino, anche quando questo si manifesta in forme impreviste.
Matilde Luschi: la narratrice e testimone
La scelta di fare di Matilde la narratrice della storia (una Matilde adulta che racconta eventi del passato) è stata una delle decisioni narrative più significative. Matilde non è solo un personaggio, ma la lente attraverso cui vediamo tutti gli eventi.
Questa scelta mi ha permesso di creare un doppio livello di lettura tra gli eventi immediati vissuti dalla giovane Matilde e la riflessione a posteriori della Matilde adulta, esplorando inoltre la tematica della memoria (perché e come ricordiamo gli eventi traumatici dell’adolescenza? Quanto sono affidabili i nostri ricordi?), dando voce però a un personaggio troppo spesso marginale: la sorella minore.
Il personaggio di Matilde si ispira alla tradizione dei narratori che sono allo stesso tempo dentro e fuori dalla storia, da Nick Carraway de “Il grande Gatsby” a Scout Finch de “Il buio oltre la siepe”. Rappresenta lo sguardo innocente che osserva la perdita dell’innocenza altrui.
La dinamica fratello-sorella: un nucleo narrativo potente
La relazione tra Stefano e Matilde è il cuore emotivo del romanzo. Una dinamica che si sviluppa nel conflitto tra protezione e indipendenza, dal momento che Stefano vorrebbe proteggere Matilde laddove Matilde desidera essere parte attiva degli eventi; nella condivisione dei traumi familiari e della trasmissione della conoscenza. I segreti familiari appresi da Stefano vengono poi custoditi da Matilde.
Questa dinamica si collega a una lunga tradizione letteraria di fratelli e sorelle che affrontano insieme l’ignoto, dai Pevensie di “Le cronache di Narnia” a Will e Lyra nella “Bussola d’Oro”.
I B.R.A.V.I. come gruppo: microcosmo sociale
Il gruppo dei B.R.A.V.I. funziona come un microcosmo che mostra la realtà delle dinamiche sociali più ampie. Ho voluto che ogni personaggio rappresentasse un tipo psicologico e, insieme, una posizione sociale e culturale specifica:
- Marco incarna le sfide dell’integrazione e dell’identità divisa in un’Italia sempre più multiculturale;
- Yaheya rappresenta la figura dell’intellettuale in un gruppo di pari, con il suo approccio analitico che si scontra con l’irrazionalità degli eventi;
- Nadia esplora il tema del lutto e della trasformazione personale come metafora del cambiamento sociale;
- Virginia simboleggia l’apparente conformismo che nasconde profondità inaspettate.
Nel definire i ruoli di ciascuno nel confronto con “il lupo nel cielo”, ho voluto ricreare una sorta di moderna “tavola rotonda”, dove ogni personaggio porta un contributo unico e insostituibile.
Personaggi in evoluzione: la crescita come tema centrale
Una delle sfide più grandi nella scrittura di “Il deserto di Carcosa” è stata mostrare l’evoluzione naturale dei personaggi. L’adolescenza è un periodo di cambiamenti rapidi e talvolta contraddittori, e ho voluto catturare questa fluidità.
Per esempio, nei primi capitoli Stefano è insicuro e concentrato su se stesso, ma gradualmente sviluppa un senso di responsabilità verso gli altri. Matilde passa dall’essere una semplice osservatrice all’avere un ruolo cruciale negli eventi. Trasformazioni che riflettono uno dei temi centrali della letteratura di ogni tempo: il passaggio dall’innocenza all’esperienza, dalla passività all’azione, dall’ignoranza alla conoscenza.
Desideri consci e inconsci: la profondità psicologica
Per dare spessore ai personaggi, ho ovviamente lavorato sui loro desideri consci e inconsci, ispirandomi alla teoria di Robert McKee in “Story”. Per fare alcuni esempi, Stefano desidera consciamente vivere un’adolescenza normale, ma inconsciamente cerca di comprendere i segreti familiari. Matilde, invece, vuole essere inclusa nelle avventure del fratello, ma inconsciamente sta cercando di scoprire il proprio potere. E ancora, Marco cerca di integrarsi perfettamente, ma sta lottando con la sua identità divisa, mentre Nadia vuole superare il dolore della perdita, ma sta esplorando il legame tra la sua trasformazione e le forze soprannaturali.
Conflitti interni che creano personaggi sfaccettati che, pur in un contesto fantastico, risultano profondamente umani e riconoscibili.
L’antagonista come specchio: il “lupo nel cielo”
Non posso parlare dell’evoluzione dei personaggi senza menzionare l’antagonista principale: “il lupo nel cielo”. Ho concepito questa entità non solo come una minaccia esterna, ma come un riflesso delle paure e dei desideri dei protagonisti.
Per Stefano, il lupo rappresenta la chiamata a un destino più grande; per Marco, incarna le paure legate alla sua identità divisa; per Nadia, simboleggia il mistero legato alla sua trasformazione. Un approccio, questo, che si collega alla grande tradizione letteraria in cui l’antagonista è, in qualche modo, un riflesso oscuro del protagonista, da Voldemort per Harry Potter a Kurtz per Marlow in “Cuore di tenebra”.
Per concludere, i personaggi sono un vero e proprio ponte tra l’autore e il lettore
Stefano, Matilde e i loro amici sono radicati in un contesto italiano contemporaneo, ma le loro sfide – trovare la propria identità, affrontare la perdita, accettare responsabilità, scoprire segreti familiari – non hanno tempo. In questo senso, i personaggi diventano un ponte tra me come autore, le mie esperienze e la mia visione del mondo, e voi lettori, con le vostre esperienze e interpretazioni.
Fabrizio Valenza è scrittore di narrativa fantastica e fondatore di Albero del Mistero, realtà di corsi di scrittura creativa e consulenze online. Tra le sue opere: “L’isola dei morti” e il recente “Il deserto di Carcosa”, che verrà presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025. Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo sui social e iscriviti alla newsletter per non perdere i prossimi aggiornamenti.