Una panoramica sul settore uffici torinese, di IPI - Assoimmobiliare

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Nel 2024, l’economia torinese ha vissuto un anno all’insegna dei contrasti. Alcuni settori hanno mostrato segnali di vitalità, mentre altri hanno affrontato difficoltà legate al contesto globale. L’incertezza internazionale e il rallentamento della domanda estera hanno frenato il comparto manifatturiero, che ha registrato una crescita contenuta. Al contrario, il turismo ha mantenuto una buona stabilità, con oltre 7,2 milioni di presenze complessive.

Il mercato del lavoro è rimasto nel complesso stabile, ma con significative differenze tra i settori. L’automotive ha sofferto un calo occupazionale, mentre comparti come l’agroalimentare e i servizi innovativi hanno continuato a generare nuove opportunità di sviluppo. Le esportazioni hanno raggiunto 13,8 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno, confermando la vocazione internazionale del territorio.

Nel real estate, l’interesse degli investitori si è concentrato su asset come hospitalityliving e logistica. Il segmento uffici ha registrato un tasso di vacancy pari al 12%, ma è cresciuta l’attenzione verso immobili ristrutturati e di alta qualità.

Il mercato degli uffici ha mostrato segnali positivi, con un netto incremento della domanda di spazi moderni, sostenibili ed efficienti. I canoni di locazione sono aumentati, in particolare per gli immobili di grado A, che hanno visto scendere il tasso di vacancy al 3,60%, mentre l’occupazione complessiva è salita oltre il 75%. Le transazioni sono cresciute, con 256 compravendite concluse nel 2024, nonostante la carenza di spazi di alta gamma abbia rallentato l’assorbimento, portando i tempi medi di vendita a circa 8 mesi.

Il mercato si caratterizza oggi per una forte polarizzazione: i valori minimi e massimi dei canoni si sono ulteriormente distanziati, soprattutto nelle zone centrali e meglio collegate dalla rete metropolitana. A consolidarsi è anche la tendenza da parte dei tenant a preferire il ripensamento e la ristrutturazione degli spazi esistenti, piuttosto che il trasferimento in nuove sedi, in un’ottica di ottimizzazione e sostenibilità.

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