Proiezioni macroeconomiche per l'Italia: 2024-26 - Banca d'Italia - Format Research

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Le proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana vengono rese note nei mesi di aprile, giugno, ottobre e dicembre sul sito della Banca d’Italia. A giugno e dicembre esse sono parte delle proiezioni macroeconomiche per il complesso dell’area dell’euro formulate dagli esperti delle banche centrali nazionali dell’Eurosistema, sulla base di ipotesi comuni e in collaborazione con gli esperti della Banca centrale europea.

Aggiornamenti a carattere eccezionale delle proiezioni per l’Italia possono inoltre essere resi noti per tenere conto dell’acquisizione di nuovi dati e di eventuali mutamenti rilevanti del contesto esterno.

Questa nota presenta le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel triennio 2025-27 elaborate dagli esperti della Banca d’Italia1 . Le proiezioni sono basate sulle informazioni disponibili al 28 marzo per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 2 aprile per i dati congiunturali. Un’incertezza particolarmente elevata deriva dall’evoluzione delle politiche commerciali. Lo scenario previsivo qui presentato include una prima e necessariamente parziale valutazione degli effetti dei dazi annunciati il 2 aprile dagli Stati Uniti. In particolare, l’analisi non considera l’impatto di possibili misure ritorsive da parte dell’Unione europea e delle altre economie; non si considerano inoltre le possibili ricadute degli annunci sui mercati internazionali.

I principali risultati sono i seguenti.

Il PIL

In questo scenario il prodotto aumenta dello 0,6 per cento nell’anno in corso, dello 0,8 per cento nel prossimo e dello 0,7 nel 2027. La crescita del PIL risente degli effetti dell’inasprimento delle politiche commerciali, ma è sostenuta dall’espansione dei consumi favorita dalla ripresa del reddito disponibile reale (Tav. 1 e fig.1); gli investimenti beneficiano delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ma sono penalizzati dall’incertezza connessa con le tensioni commerciali e dai perduranti effetti del venir meno degli incentivi all’edilizia residenziale. Le vendite all’estero sono frenate in misura significativa dagli effetti dell’annunciato incremento dei dazi da parte degli Stati Uniti.

Si valuta che l’inflazione al consumo si manterrà su valori intorno all’1,5 per cento sia nel 2025 sia nel 2026, per salire al 2,0 nel 2027. L’inflazione di fondo diminuirebbe, portandosi su valori intorno all’1,5 per cento per tutto il triennio.

Le proiezioni

Le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili al 20 novembre per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 27 novembre per i dati congiunturali.

Lo scenario previsivo presuppone che seppure in un contesto di elevata incertezza, in particolare sulle politiche commerciali della nuova amministrazione statunitense, la crescita della domanda estera si consolidi, ma su valori nettamente inferiori a quelli medi del ventennio precedente la pandemia. Sulla base dei contratti futures, i prezzi del petrolio diminuirebbero nel corso del triennio e quelli del gas naturale rimarrebbero sostanzialmente stabili (cfr. il riquadro Le ipotesi). I costi di finanziamento per imprese e famiglie si ridurrebbero gradualmente.

Si stima che il prodotto sia tornato a espandersi nel trimestre in corso a ritmi moderati e che la crescita possa acquistare vigore dalla seconda metà del prossimo anno, grazie soprattutto all’andamento favorevole dei consumi e alla ripresa delle esportazioni. Rispetto alle proiezioni pubblicate in ottobre, la crescita del PIL è rivista al ribasso per circa 0,1 punti percentuali all’anno, per via di andamenti meno favorevoli delle attese nella seconda metà del 2024 e degli effetti di ipotesi di una crescita della domanda estera più contenuta e di tassi di interesse leggermente più elevati.

Consumi

I consumi, dopo la forte caduta registrata alla fine del 2023, sono tornati ad aumentare fin dal primo trimestre dell’anno in corso e continuerebbero a crescere nel prossimo triennio, sostenuti dal buon andamento del potere d’acquisto delle famiglie e dalla riduzione dei tassi di interesse. Gli investimenti rallenterebbero, risentendo degli effetti del ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni, che verrebbero solo in parte attenuati dall’aumento della spesa per infrastrutture e dalle misure di incentivo previste nel PNRR.

Le esportazioni

Le esportazioni, ancora deboli nella seconda metà di quest’anno, tornerebbero a espandersi dal prossimo, a tassi analoghi a quelli della domanda estera. Le importazioni crescerebbero in misura più contenuta, risentendo della debolezza della spesa per investimenti. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti si stabilizzerebbe intorno all’1,0 per cento del PIL.

Recapiti
redazione