Come COSPE vogliamo trasmettere un aggiornamento sullo stato del dibattito sulla legge sulla sicurezza in Italia condiviso dalla rete No DDL Sicurezza- a Pieno Regime.
Dopo una serie di ostacoli procedurali al Senato (l’ultimo dei quali era legato alla mancanza di copertura finanziaria del disegno di legge, che ha comportato una terza lettura alla Camera dei Deputati con conseguente ulteriore ritardo nell’approvazione finale) il governo ha preso la decisione arbitraria di trasformare il disegno di legge in un decreto che è stato rapidamente approvato dal Consiglio dei Ministri due giorni fa, scavalcando il Parlamento.
Il decreto dovrà essere convertito in legge entro due mesi, ma si prevede che, per evitare ulteriori ostruzionismi da parte dell’opposizione ed eventuali conflitti interni alla coalizione di governo, sarà sottoposto a un voto di fiducia. Il Presidente della Repubblica ha sollevato preoccupazioni su alcuni articoli, tra cui uno che limita i diritti di protesta nelle infrastrutture pubbliche (adattato alle strategie di movimenti come No TAV), ma questi sono stati solo parzialmente integrati nel testo approvato.
I movimenti hanno reagito prontamente e hanno indetto manifestazioni in tutto il paese, la principale a Roma, dove si sono verificati pesanti scontri con la polizia, prevedendo una manifestazione nazionale per metà aprile.
Qui il comunicato stampa appena diffuso dalla rete No DDL Sicurezza – a Pieno Regime.
VOGLIONO METTERCI PAURA MA NON È IL MOMENTO DI ARRENDERSI, È IL MOMENTO DI LOTTARE PER LA LIBERTÀ DI TUTTI.
Da ieri l’Italia è un paese meno democratico, dove lo spazio politico per chi dissente e il conflitto sociale è fortemente limitato, e i diritti degli ultimi sono un problema di ordine giudiziario e non sociale. Con un atto di arroganza istituzionale senza precedenti, il governo Meloni procede a tutta velocità, ricorrendo a un decreto d’urgenza per approvare i contenuti del disegno di legge sicurezza. Accolte solo in parte le osservazioni del Quirinale, il testo che abbiamo denunciato nei mesi scorsi è rimasto immutato.
La maggioranza di centrodestra si sta tirando fuori dal groviglio di divisioni interne sul provvedimento, che rischiava di finire in un vicolo cieco in Parlamento, imponendo una svolta autoritaria al Paese. Mentre Meloni difende l’amico Trump e la sua politica sui dazi, mentre le borse crollano o precipitano, lei agita un “successo” del governo che mostra il suo volto più feroce. Ieri ci siamo riuniti per mobilitarci in molte località del paese: gruppi sociali e politici, studenti e sindacati, associazioni e movimenti per la giustizia climatica.
Eventi si sono tenuti a Napoli, Bologna, Roma, Trento, Treviso e Salerno. Oggi a Milano si terrà una mobilitazione diffusa, con convergenza alle 18.00 in piazza San Babila.
A Roma il presidio a piazza del Pantheon, al quale hanno partecipato diverse migliaia di persone, si è trasformato in una marcia spontanea che, nonostante la repressione della polizia antisommossa, non si è fermata.
Gli eventi di ieri dimostrano che un’eventuale accelerazione dei processi antidemocratici non sarà accettata passivamente da un paese “pacificato” e disarmato, ma che siamo pronti a rispondere scendendo in strada e mobilitandoci nei luoghi del sapere e della produzione.
La destra vuole spaventarci. La nostra risposta sarà quella di indire una manifestazione nazionale contro questo decreto. Non è il momento di arrendersi, non è il momento di tornare a casa, non è il momento di rassegnarsi. È il momento di lottare per le libertà di tutti.
Rete No DDL Sicurezza – A pieno regime