“A braccia aperte”, come ci ha insegnato Papa Francesco - Azione Cattolica Italiana

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Con il ritornello del salmo responsoriale “la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo” abbiamo fatto risuonare in modo intenso e solenne l’espressione ascoltata nel brano degli Atti degli Apostoli. San Pietro usa questa citazione veterotestamentaria per spiegare la figura e l’opera di Gesù davanti alle autorità religiose, ai capi del popolo e agli anziani che lo interrogavano sulla guarigione di un uomo infermo e sulla predicazione con cui annunciava che il Signore Gesù, da loro condannato e messo a morte, era risorto.

Possiamo soffermarci un momento a riflettere su tale affermazione: “Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo”. Lo facciamo anche pensando alla figura di Papa Francesco mentre gli rivolgiamo l’ultimo saluto e ci prepariamo alle esequie che saranno celebrate domani. Il suo pontificato infatti può essere letto, sotto diversi aspetti, proprio nella prospettiva della “pietra scartata” che diviene “pietra d’angolo”.

In primo luogo, con il suo incisivo e ricco Magistero ci ha ricordato che la fede cristiana è radicata sulla persona di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, che per salvarci non ha usato le armi del potere, del dominio e della sopraffazione. Gesù ci ha insegnato invece la via della misericordia, del servizio e della carità che si nutre di dialogo, perdono incondizionato e arriva fino all’amore dei nemici.
Un Messia scomodo e fuori di ogni logica mondana che per questo è stato scartato e sentito come pericoloso in quanto “sasso d’inciampo e pietra di scandalo” (Is 8,14s; 1Pt 2,4-8). Ma proprio attraverso di lui, buon samaritano, pastore premuroso, che ci ha chiesto di imitarlo nella lavanda dei piedi e di fare memoria del dono della Sua vita nell’Eucaristia, abbiamo capito che la Chiesa è edificata sulla “pietra scartata” e che non esiste nessun’altra architettura altrettanto solida e sicura per edificare la Chiesa e diffondere la civiltà dell’amore.

In secondo luogo, ripercorrendo il suo Pontificato, possiamo vedere come lui stesso si sia messo alla sequela del Signore facendosi con la sua sensibilità e attraverso gesti profetici, a volte anche scomodi, “pietra scartata” per divenire “pietra angolare” al fine di promuovere un profondo rinnovamento della Chiesa.
Rimarranno certamente come elementi fondamentali di questa “riedificazione” dal forte afflato conciliare: la sua visione di una “Chiesa in uscita” e “ospedale da campo” capace di assumere un coraggioso profilo missionario e di avventurarsi su territori socio-culturali nuovi e impervi; ancora, la sua determinazione nel condurre la Chiesa sulle frontiere più avanzate delle sfide epocali che il mondo sta affrontando – riportare le periferie al centro, lo sviluppo sostenibile, la fratellanza umana, la pace e la concordia tra i popoli – proponendo in modo instancabile e a tutti parole e azioni davvero evangeliche; inoltre, il suo desiderio di rinnovare il volto della Chiesa rendendolo più trasparente, più essenziale, più a misura dei poveri e degli emarginati, appunto di tutti coloro che sono “scartati” dal mondo mentre, secondo l’insegnamento e la testimonianza del Signore, sono il paradigma e il tesoro della vita della Chiesa.

Infine, ed è un terzo elemento, proprio in questi giorni stiamo toccando con mano come il suo Pontificato combattendo in modo vigoroso la “cultura dello scarto”, abbia saputo avviare processi importanti i cui frutti si potranno vedere nel tempo. La testimonianza, nello stesso tempo scomoda e coraggiosa, di Papa Francesco, anche alla luce del grande impatto mediatico, appare molto più incisiva, ossia vera “pietra angolare”, di quanto si potesse immaginare sia nella capacità di entrare nel cuore della gente, soprattutto la più semplice e umile, sia nello scuotere la coscienza dei potenti, che stanno accorrendo numerosi per le esequie.
Forse non hanno recepito gli appelli e i reiterati inviti a coltivare la pace e ad assumere come paradigma politico l’attenzione agli ultimi, ma certamente ne hanno apprezzato l’alto profilo spirituale e il rigore morale. Chissà che questo seme gettato in terra come pietra scartata, non possa produrre il frutto sperato e divenire davvero “pietra d’angolo” anche sugli odierni scenari politici e culturali.

Ricordando con immenso affetto e infinita gratitudine Papa Francesco ci sentiamo anche fortemente sollecitati a dare continuità con coraggio e come “pietre vive” al suo insegnamento rafforzando la nostra fede nel Risorto secondo l’invito che troviamo nella Prima Lettera di Pietro, quasi ad esplicitare il senso dell’espressione usata negli Atti degli Apostoli: “Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo” (1Pt 2,4-5).
Le parole di San Pietro, che illuminano anche il ministero apostolico dei suoi successori e il cammino dei credenti nella storia, scaturiscono dall’incontro e dalla comunione con il Risorto, come rappresentato in modo efficace nel racconto di Giovanni che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Anche come Azione Cattolica Italiana, qui rappresentata dalla Presidenza, consapevoli di essere “sulla stessa barca”, ci sentiamo impegnati a vivere con coerenza il Vangelo per portare in tutti gli ambienti di vita il lieto annunzio del Risorto, sempre “a braccia aperte”, verso tutti e ciascuno, come ci ha insegnato Papa Francesco nell’indimenticabile incontro nazionale in Piazza San Pietro, esattamente il 25 aprile dello scorso anno.

Il Signore continua ad essere in mezzo a noi e ad offrirci il pane spezzato, rassicurandoci che gettando le reti sulla Sua Parola la pesca non potrà che essere abbondante. In questi giorni tristi del distacco dal successore di Pietro, Papa Francesco, che ha guidato la Chiesa negli ultimi dodici anni, ci conforta e ci sostiene la certezza che nello splendore della luce pasquale, il Risorto continua ad effondere lo Spirito Santo che saprà certamente illuminare i cardinali chiamati ad eleggere il nuovo pontefice. La nostra preghiera sale pertanto a Dio perché accolga e ricompensi Papa Francesco per il bene fatto alla Chiesa e all’umanità e ci prepari ad accogliere il nuovo successore di Pietro che Dio vorrà donarci. Amen.

Recapiti
Claudio Giuliodori