"QUATTRO COSE", feat. OLBIS ANDRÈ, JASMINE KEYS, COSTANZA VERONA E MARTINA FASSINA - Federazione Italiana Pallacanestro

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27 Aprile 2025

Quante volte succede, quando si prepara uno zaino – da viaggio, da palestra, da scuola – di dire che dobbiamo infilarci “quattro cose”? È un modo di dire sbrigativo, che sottolinea come sistemare i nostri affari prima di dirigerci verso una qualche direzione è “roba da poco”, perché bisogna sistemare – per l’appunto – quattro cose. Queste, però, possono dire tanto di noi. Possono essere i primi oggetti a cui pensiamo quando dobbiamo andare da qualche parte, sono in grado di raccontare molto delle nostre passioni, dei nostri interessi, di quello a cui pensiamo quando dobbiamo andare da qualche parte. È con questo spirito che lanciamo la prima puntata di “Quattro cose”, format con cui vogliamo conoscere meglio interessi e passioni – fuori dal campo – di giocatori e giocatrici delle Nazionali azzurre. Iniziamo, in questa prima puntata, da quattro ragazze che fanno parte dell’Italbasket attesa, a breve, dall’Europeo di Bologna: Olbis André, Jasmine Keys, Costanza Verona e Martina Fassina.

A sorprendere inizialmente è proprio la prima citata, che non esita un secondo a identificare una cosa che non manca mai nella borsa di ogni trasferta: “Ho sempre un cruciverba”, dice Olbis Andrè. “Li amo, devo sempre scrivere. Sono una persona ‘pratica’, piuttosto che leggere un libro mi piacciono i cruciverba dove devo pensare e ingegnarmi. Adesso mi sono appassionata a quelli che vanno a cerchio, sono i primi che provo a fare quando compro la Settimana Enigmistica. Ci provo anche col Bartezzaghi, ma è sempre difficile da finire. Pian piano miglioro, progressivamente tento di risolvere i più difficili e vorrei imparare a fare quelli a schema libero. Tendenzialmente la prima cosa che faccio quando arrivo in aeroporto è proprio comprare la Settimana Enigmistica”.

Più tradizionaliste e “team lettura” le altre tre protagoniste della conversazione. Jasmine Keys ha “sempre dietro un libro o due, dipende da come mi sento, dalla giornata e dal mood per cosa leggere”, Costanza Verona è dello stesso avviso dal momento che “a volte succede di leggere più libri contemporaneamente. Durante un viaggio in pullman preferisco qualcosa di più leggero, a casa magari vado col mattone. Ma influisce anche il mio stato d’animo del momento, se mi porto due o tre libri non sono tutti romanzi ma affianco un romanzo a qualcosa di storia e qualcosa di scienza, per esempio, cose che comunque non hanno connessioni tra loro”. Amante della lettura è anche Martina Fassina, per la quale è soprattutto un discorso di luogo: “Mi piace avere una storia ambientata in paesi lontani dall’Europa, soprattutto in area asiatica. È una cultura che mi incuriosisce molto, mi piace viaggiare e sono cose che ricerco anche nei libri”.

Dove tutte e quattro sono d’accordo, però, è nel portare con sé le cuffie o un qualche dispositivo per ascoltare la musica. Differiscono però i gusti, con Jasmine Keys che – per sua stessa ammissione – è la più discussa per le sue preferenze: “mi criticano tutti, ascolto roba molto alternativa o techno, anche prima delle partite. Cose più particolari, meno commerciali”. Le altre invece vanno più a momenti, a sensazioni. Olbis André è più tipa da periodi, ammettendo come dipenda “da come mi sento. In generale adesso (la conversazione è stata registrata a novembre 2024, ndr) ascolto più Afrobeat, anche se Jasmine non è d’accordo: siamo all’opposto in molte cose. Per la partita ho però sempre la stessa playlist, cerco di mantenere una stessa routine e questo lo ricerco anche nella musica che ascolto”. Preferenze varie anche per Costanza Verona, che ascolta “un po’ di tutto, dall’indie italiano al rock americano o inglese. Mi piace anche il country, ma in generale dipende dal mood o da quello che devo fare”. Martina Fassina ha come playlist fissa “solo quella pre-partita, dove metto musica che mi possa caricare un po’ di più, magari con un misto tra pop e rock”.

Per passare il tempo durante lunghe trasferte – specialmente dal momento che parliamo di quattro ragazze abituate anche a giocare le coppe europee – un aiuto può arrivare anche dai videogiochi. E in questa tavola rotonda la capolista è senza dubbio Jasmine Keys:C’è stata questa settimana in cui abbiamo viaggiato da sabato fino a giovedì, con in mezzo un lunedì passato interamente tra aereo e pullman. Ho fatto un rapido calcolo e penso di avere giocato tipo dieci ore con la Nintendo”. Sorprende la scelta dei giochi: “Zelda e Animal Crossing, per la mia pace interiore. In uno picchi, nell’altro ti rilassi”. Una passione, quella della giocatrice di Schio, passata a una compagna di squadra a livello di club come Costanza Verona: “Jas gioca sempre alla Nintendo, adesso lo faccio anche io. Passando molto tempo insieme ci piace condividere le stesse cose”. Diversa, però, la scelta sui giochi: “Mario Bros e Mario Kart, i giochi che avevo alla Wii da piccola”. Martina Fassina, invece, vira sulle carte da gioco e precisamente da burraco, facendo parte della “FIBU” insieme alle compagne di squadra a Venezia Giuditta Nicolodi, Francesca Pan e Matilde Villa: “Quest’anno si sono aggregate anche Cubaj e Miccoli, la FIBU sta crescendo”.

Uno spazio in valigia o nello zaino lo possono trovare anche degli oggetti diversi. Per esempio, Jasmine Keys ha una piccola “macchina fotografica che fa tipo le foto vintage, come le usa e getta della Kodak, me l’ha regalata il mio ragazzo. Non ha niente di tecnologico, è spontanea e non mi fa venire l’ansia di venire bene in foto. Faccio scatti un po’ più particolari, stile anni ‘80-90”. La giocatrice vicentina sottolinea anche un pupazzetto “portafortuna”, dalla storia decisamente particolare: “Si chiama Secoretta Pecchetta. Sarebbe la pecoretta secchetta perché è magretta, ma una mia compagna non sapendo l’italiano l’ha storpiato e da allora si chiama Secoretta Pecchetta”. Anche Costanza Verona ha sempre con sé un portafortuna a cui è molto legata: “E’ una scimmia regalata da mia sorella quando ero piccolina, avrò avuto sei o sette anni”. Oggetti che evocano ricordi sono molto presenti anche nella vita di Martina Fassina, anche se non fanno parte delle ‘quattro cose’ da portare in viaggio: “Mi piace molto girare per il mondo e quando viaggio porto a casa delle cose che mi ricordino di questi viaggi. Quando sono stata in Marocco ho riportato indietro un quadro, dall’India ho portato delle statuette: sono memorie che mi piacerebbe ricreare nella mia futura casa”.

Vivere un gruppo, una squadra, porta anche anche a “ispirare” altri – o lasciarsi ispirare da altri – nella ricerca di nuove passioni o abitudini per arricchire la propria giornata. La stessa Fassina negli ultimi anni ha “iniziato a dipingere un pochino, grazie a Mariella Santucci e a un invito a casa sua. Un’altra cosa su cui ero un po’ scettica all’inizio e che ora faccio è la meditazione: non mi ci rivedevo, ma in alcuni momenti della giornata e della vita mi ha aiutato molto”. Per Verona, invece, ci sono i consigli sui libri da leggere, e come riferimento su questo c’è una sua compagna di squadra, Giorgia Sottana. Per sua stessa ammissione, Jasmine si fa “trascinare anche volentieri, mi piace fare cose extra-basket che mi possono distrarre un po’. Di mio ho due gatti di cui mi prendo cura, e ultimamente ho la fissa per le piante. Fare giardinaggio mi aiuta, per la mia stabilità mentale e perché mi piace prendermi cura dei miei spazi personali”.

Olbis sottolinea come si senta “…aperta a fare tutto, anche se a volte è difficile incastrare diverse cose oltre all’allenamento e a quello che potrebbe essere lo studio. Può capitarmi una mattina in cui vorrei provare a fare yoga, ma per me è dura riuscire a farlo sempre. In quel poco tempo libero ci devo comunque infilare il riposo, la cura della casa e degli spazi, la cucina, le amicizie, del tempo per me stessa. Jasmine (ride, ndr) sta cercando di trascinarmi nel mondo delle piante e dei gatti, ma non mi avrà mai”. Tutte e quattro, però, si ritrovano sulle parole conclusive di Jasmine Keys: “Secondo me alla fine ci trasciniamo tra noi, vivendo molte situazioni di gruppo. Poi magari non sono passioni che si sviluppano tra tutta una squadra, ma magari sono due o tre o cinque, si gira assieme, alla fine l’una trascina l’altra. Stando molto insieme ci diciamo cosa ci piace”.

                                                                                                                           Ennio Terrasi Borghesan

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