Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) pubblica il Rapporto Attività 2024, una fotografia dell’impatto degli interventi e dei progetti realizzati nel corso dell’anno per garantire protezione, accoglienza e inclusione a richiedenti asilo, rifugiati e persone bisognose di protezione. Azioni sempre più necessarie che si sviluppano in un contesto fragilizzato come quello dell’asilo in Italia, governato negli ultimi anni quasi esclusivamente attraverso decreti legge che traducono logiche allarmistiche ed approcci securitari in norme che limitano lo spazio di protezione.
“Si contano almeno otto Decreti legge dall’inizio di questa legislatura che hanno letteralmente stravolto la normativa di riferimento. Abbiamo già segnalato i rischi di questa politica frammentata e ossessionata dal ridisegnare in chiave restrittiva le leggi sull’asilo e sulla migrazione che, nei fatti, si concretizza in uno svilimento dei diritti fondamentali delle persone e nella creazione di gravi sacche di marginalità non certo di maggiore sicurezza. Il sistema di accoglienza diffusa che caratterizzava il nostro Paese è stato fortemente indebolito e gli accordi con l’Albania hanno introdotto per la prima volta in Europa un sistema di sostanziali respingimenti delocalizzati. Senza alcun effetto se non quello di fomentare la propaganda e calpestare i diritti delle persone che arrivano e vivono nel nostro Paese ” dichiara il Presidente del CIR Roberto Zaccaria.
Il Rapporto illustra anche l’evoluzione dei trend su arrivi e richieste di asilo in Italia e in Europa nel 2024. Le richieste di asilo in Italia hanno raggiunto quota 158.605, il 17% in più rispetto al 2023 e l’88% in più rispetto al 2022. Mentre a livello europeo, dopo il picco di oltre 1.130.000 domande nel 2023, le domande d’asilo sono diminuite a 996.805 nel 2024. Con 4 Paesi che insieme registrano il 58% del totale delle domande di asilo: la Germania con 250.550 domande, la Spagna con 166.145, l’Italia con 158.605 e la Francia 157.850.
In forte calo le decisioni positive sulle domande d’asilo nel nostro Paese. Nel corso del 2024 solo il 7,6% delle domande d’asilo esaminate ha avuto il riconoscimento dello status di rifugiato, il 13,7% della protezione sussidiaria e il 14,6% di una forma di protezione nazionale. Ben il 64,1% i dinieghi, rispetto ai 52% rilevati nel 2023. A livello europeo è più alta la media delle decisioni positive con un 21,9% di riconoscimenti dello status di rifugiato, il 20,6% di protezioni sussidiarie e l’8,9% di protezioni umanitarie, mentre i dinieghi si attestano al 48,6% (Fonte Eurostat dati consolidati ad aprile 2025).
Numeri che sembrano tradurre le politiche sempre più restrittive e definiscono le difficoltà che affrontano le persone che cercano protezione in Italia. In questo contesto, abbiamo fortemente intensificato la nostra azione in tutta Italia lavorando per l’accoglienza, la tutela legale, l’inclusione sociale e lavorativa e il supporto psicologico a migliaia di persone, con un’attenzione particolare ai più vulnerabili: minori soli, vittime di tratta e sfruttamento lavorativo e persone con fragilità psicosociali.
Nel corso del 2024 abbiamo supportato oltre 5.400 persone in cerca di protezione, contribuendo concretamente al loro percorso di autonomia e realizzazione. “Di questi ben 1.721 sono minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni, ragazzi e ragazze che necessitano di una particolare attenzione. Che si trovano soli e disorientati di fronte alle importanti sfide della transizione all’età adulta – la ricerca di una stabilità documentale, di una casa e di un lavoro – accolti in contesti che troppo spesso non riescono a dare risposte alle loro necessità. Persone che abbiamo messo al centro dei nostri interventi, valorizzando il loro percorso di inclusione scolastica e lavorativa, per farli divenire parte attiva e positiva delle società di accoglienza, una risorsa di sviluppo fondamentale” continua Roberto Zaccaria.
Per la prima volta abbiamo sviluppato in Calabria e in Puglia interventi specifici di contrasto alla tratta e al grave sfruttamento lavorativo. Asilo, tratta e grave sfruttamento lavorativo sono temi particolarmente connessi, sia per la crescente presenza di vittime di tratta e grave sfruttamento tra coloro che accedono al sistema di asilo o che hanno una protezione, sia per la necessità di individuare nella storia migratoria di chi è all’interno di questi sistemi di sfruttamento dei requisiti per la richiesta di protezione internazionale. Per questa ragione abbiamo cominciato a impegnarci in progetti specifici che vogliono tutelare le vittime e disegnare per loro percorsi di inclusione.
Il Rapporto non è solo una raccolta dei numeri, ogni intervento racconta un impatto tangibile sulla vita delle persone, frutto di un lavoro quotidiano per garantire dignità e diritti.