Nel 2024, il turismo globale si conferma uno dei principali motori della ripresa economica e dell’occupazione, soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito. Per misurarne l’impatto, due indicatori chiave elaborati dal World Economic Forum ci aiutano a comprendere meglio il fenomeno: il Travel&Tourism GDP multiplier e il Travel&Tourism employment multiplier.
Il T&T GDP multiplier esprime il rapporto tra il contributo indiretto e indotto del turismo al PIL e il suo contributo diretto. In altre parole, misura quanto valore economico addizionale genera il settore oltre il suo impatto immediato.
Il T&T Employment multiplier indica il rapporto tra l’occupazione totale (diretta, indiretta e indotta) e quella diretta generata dal turismo. Un valore alto suggerisce che il settore turistico attiva occupazione addizionale lungo tutta la filiera.
Paesi a confronto
In Europa, l’Islanda si conferma un caso di punta, con valori elevati che su una scala da 1 a 7 si aggirano attorno a 5 in entrambi i moltiplicatori. Croazia e Portogallo registrano buone performance con rilevanti moltiplicatori del PIL accompagnati da solidi impatti occupazionali (una media di 3,44 per Croazia e 4,76 per Portogallo). Anche la Grecia cresce, con valori che arrivano a toccare il 4, mostrando quanto il turismo possa essere un volano per l’economia e per il settore stesso.
D’altra parte, relativamente all’Employment multiplier emergono India, Filippine e Indonesia, dove il turismo genera almeno due posti di lavoro indiretti per ogni occupato diretto.
Cina e Australia, dove il turismo contribuisce molto al loro PIL in termini assoluti, mostrano moltiplicatori relativamente bassi in termini di occupazione: se per entrambe il GDP multiplier raggiunge il valore massimo di 7, in termini di employment la Cina si trova al 63° posto e l’Australia al 70° del ranking mondiale. Questo significa che il valore generato si concentra nel settore direttamente interessato, portando benefici nel turismo che però non si diffondono in modo altrettanto efficace ad altri settori.
Con il massimo del punteggio in entrambi gli indicatori, in cima alla classifica si trova il Laos, Paese emergente del Sud-est asiatico, in cui è evidente, dunque, come il settore del turismo rivesta un ruolo centrale nell’economia nazionale.
Noi di Twissen abbiamo osservato che i Paesi con un alto GDP multiplier ma un basso employment multiplier potrebbero avere settori turistici altamente produttivi ma meno inclusivi in termini di occupazione. Al contrario, Paesi con elevato impatto occupazionale ma basso ritorno economico possono utilizzare il turismo come leva di inclusione sociale, ma necessitano di investimenti per aumentare la qualità e il valore del servizio.
La sfida per il futuro sarà bilanciare queste due dimensioni: generare più valore e più lavoro, attraverso politiche che incentivino innovazione, sostenibilità e formazione nel settore turistico.