Il satiro scientifico vol 5. Barbascura X: Mostrologia applicata | Libri Mondadori

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Il satiro scientifico vol 5.


Mostrologia applicata

Dopo aver esplorato la scienza dietro i sentimenti, la digestione, la bellezza e persino il cosmo, Barbascura X torna con un nuovo, irriverente volume de Il Satiro Scientifico: Mostrologia applicata. Questa volta il tema è tanto grottesco quanto affascinante: i mostri. Zombie, vampiri, alieni, kaiju e altre creature “brutte e cattive” diventano il pretesto per un viaggio semiserio nel mondo della biologia, del folklore, dell’evoluzione e della paura collettiva.

Con il suo stile inconfondibile, tra ironia dissacrante e divulgazione scientifica pop, l'autore raduna ancora una volta una squadra di divulgatori, illustratori e comici per costruire un vero e proprio manuale di sopravvivenza (scientifica) contro queste creature (spoiler: sei fottuto). Alcune le troverai davvero lì fuori, quindi ti consigliamo di stare attento.

Chi trovi dentro?

Nomi? Ce n’è. Tantissimi. Da Lorenzo Rossi a Michele Bellone, da Simone Angioni a Emilio Cozzi, da Il Trono del Muori a Claudia Penzavecchia. E ancora Daniele Fabbri, Willy Guasti, Veronica Maglieri, Fill Pill, Gabriele Ferrari, Francesco Fanucchi, e una manciata di altri squilibrati mentali che hanno contribuito a questa follia enciclopedica!

Il satiro scientifico vol 4.


Barbascura X


Prologo

A me gli eroi, i principi e i protagonisti dei racconti stanno sul cazzo. Non sono mai riuscito a empatizzare con loro.

Che storia vuoi che abbiano da raccontare? Che riscatto vuoi che abbia una figura che viene immaginata già da primo inchiostro come vincente a tutti i costi?

Sei buono? Eh, facile esserlo quando tutti ti amano. Prova a esserlo quando sei brutto come la merda, pari un pezzo di pongo dimenticato nel cassetto dalla quinta elementare, tutti hanno paura di te e magari sei pure il solo della tua specie, quindi pane, solitudine e pugnette.

Quasimodo, provaci quanto ti pare, ma alla fine Esmeralda bomba Febo, che è biondo, alto, ben vestito, fresco di pulizia dei denti, col metabolismo veloce, depilato come un infante e probabilmente con la villa ereditata da un parente miliardario nell’Europa settentrionale dove passare le vacanze che precedono la chiusura dell’anno fiscale che, per la cronaca, è in bilancio positivo.

Fa niente se soffre di disfunzione erettile, vince lui. Che palle.

La Disney su questo ci ha costruito un impero, ma io mi ci sono ribellato, perché potevo essere piccolo e scemo eppure avevo già annusato il bruciato di quel tentativo malcelato di manipolazione mentale. Ariel, pur di provarci con un tizio che ha visto per quattro secondi in croce e con cui non ha mai scambiato manco ’na bestemmia, uno sticker o un meme, stringe un patto con la strega del mare, VENDENDOLE L’ANIMA e FACENDOSI MUTILARE… ma sei scema? Che schifo, soré. Arripigliati. Sei una sottona.

La strega ovviamente era mostruosa. Aveva come minimo un dottorato, però era povera e disoccupata ed è finita a fare contratti a povere deficienti con una libido interspecie. Tu la chiami cattiva, io la chiamo imprenditrice poco etica.

Aladdin diventa principe di un regno perché Jasmine, spacciata dal film per “donna forte e indipendente”, si innamora e lo sposa nell’arco di TRE GIORNI, nonostante non sapesse quasi nulla di lui, e quel poco che sapeva era falso. Un amore tossichello di Ostia con in palio un impero con terrazza e tigre da passeggio, ma quello aveva le sembianze di Tom Cruise, che devi fa’.

E poi aveva un mostro magico totipotente blu nella lampada. So’ buono pure io, così. Che qua di fenomenali poteri cosmici non c’è traccia, c’è solo il minuscolo spazio vitale.
A tal proposito: SCAR È IL MIO RE!

E questa consapevolezza ha scandito la mia vita. Io ho sempre tifato per gli ultimi, per i mostri, per i brutti, per i rifiuti, per gli underdog, perché la loro rivincita vale il doppio, i loro traguardi surclassano il resto, i loro sforzi – da tutti additati come futili – si elevano a filosofia di vita. Perché anche noi ci sentiamo assaliti dall’inadeguatezza, dall’ansia da prestazione, dal giudizio del prossimo, e allo stesso modo vorremmo tramutarci in una creatura della notte, cavalcare un kaiju- per distruggere città di cartone, o anche solo sbuffare fuoco che non sia per via della ’nduja dopo i 30 anni.

Oh, diciamocelo, i mostri sono fighi.

Ma lo è anche solo immaginare di averne uno davanti, ammirarlo nel suo essere tutto storto e accrocchiato, e provare a usare la scienza per spiegare cosa stiamo guardando.

I mostri hanno una storia. I mostri sono arrivati a essere mostri perché è successo qualcosa. Sono misteriosi, hanno un aspetto non convenzionale e un trascorso degno di essere raccontato.

Forse è il fanciullo in me che non ha mai smesso di urlare, quello che leggeva tutto sui dinosauri perché “erano mostri veri”. Da bambino ero quello che collezionava insetti, e che ha spinto i propri genitori, visibilmente commossi da quella fascinazione per l’orrido e il grottesco, a regalargli le famigerate maglie dei Metallica delle bancarelle della Salinella. Avevo 8 anni, non avevo idea di chi fossero, ma le maglie erano troppo fighe e mi ritrovai a interpretare il metallaro anche solo per poterle indossare.

I mostri hanno una storia nefanda, sono disprezzati (spesso ingiustamente), devono ingegnarsi per arrancare e superare gli ostacoli che la sorte gli ha riservato, e per questo risultano affascinanti. Alcuni sono dotati di poteri oscuri, altri sono semplicemente brutti, e quindi vivono i drammi della loro condizione.

Ma sai cosa? Dietro ognuno di loro si cela un sacco, ma un sacco di scienza.

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Redazione Mondadori Libri