Dichiarazioni dei redditi 2023: pensionati veronesi sospesi sulla soglia di povertà - SPI CGIL Veneto

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Spi Cgil Verona: «Garantire i servizi, a partire da quelli sanitari!»

I dati del Ministero delle Finanze sui redditi dei pensionati e delle pensionate veronesi del 2023 disegnano una geografia piuttosto nota, con le pensioni di importo superiore alla media provinciale, che è di 1.620 euro lordi, pari a circa 1.300 euro mensili netti, concentrate nel capoluogo e in una manciata di comuni come Lavagno, Negrar, Peschiera del Garda, San Martino Buon Albergo San Pietro In Cariano, Legnago, Soave, Affi, mentre le pensioni più basse, fino a circa un terzo della media provinciale, quindi attorno ai 1.100 euro lordi, pari a circa 978 euro netti, sono prevalentemente concentrate nelle zone montane e in alcuni comuni della Pianura.
Parlando di medie a livello comunale, occorre tener presente che i dati raggruppano pensionate e pensionati di ogni settore e gestione previdenziale: pubblici e privati, dipendenti e autonomi, e di tutte le qualifiche, dagli operai ai dirigenti. Sappiamo, tuttavia, che le pensioni pubbliche sono mediamente più “ricche” di quelle private di circa il 20% e che nel settore privato esistono grandi divari negli importi delle pensioni maschili e di quelle femminili, fino al 50% a sfavore di queste ultime.

LA SOGLIA DI POVERTÀ. Secondo i parametri individuati dall’Istat, la soglia di povertà assoluta (intesa come capacità monetaria di spesa per consumi) nel 2023 per un anziano che vive da solo è di 1.171,21 euro qualora risieda in un piccolo comune del Veneto e di 1.206,28 euro qualora risieda in grande comune. Si tratta di una condizione diffusissima tra le anziane vedove, che spesso possono contare soltanto sulla pensione di reversibilità del marito, che difficilmente arriva ai 1.500 euro lordi teoricamente richiesti per sfuggire all’indigenza. Per una coppia di anziani la soglia di povertà assoluta è di 1.424,55 in un piccolo comune e di 1.465,93 in un grande Comune veneto, corrispondente ad una pensione di almeno 1.800 euro lordi o di due più piccole di importo equivalente, (vedi: https://www.istat.it/dati/calcolatori/soglia-di-poverta/)

IL COMMENTO. Dichiara Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona: «In un contesto economico sempre più difficile, molti dei nostri anziani si trovano a vivere con pensioni che, pur avendo un leggero incremento di anno in anno come si evince dai dati, vivono una realtà di assoluto disagio sociale. Questa realtà coinvolge in modo drammatico non solo il loro tenore di vita, ma anche la dignità con cui affrontano la loro quotidianità».

«Le statistiche che spacchettano questi dati, indicano che una significativa percentuale di pensionati veronesi percepisce redditi previdenziali insufficienti per coprire le spese essenziali».

«Uno dei temi centrali per noi dello SPI è la spesa sanitaria che le fasce deboli della società, a partire dagli anziani, sono chiamati ad affrontare in assenza di un servizio pubblico assolutamente carente».

«Anche a Verona il costo della vita continua a crescere, e le pensioni, in molti casi, non seguono questo andamento. Le difficoltà che ne derivano sono evidenti: soprattutto in termini di accesso ai servizi sanitari e di qualità della vita, molti cittadini sono costretti a fare scelte dolorose per arrivare a fine mese».

«Oltre a questo dato che ci parla di una profonda disuguaglianza, vi è una rivalutazione pensionistica che non copre l’inflazione e una tassazione penalizzante per pensionati e pensionate».

«È da denunziare con forza anche la disparità di genere che caratterizzano tutti i dati pensionistici a ogni livello. Le donne rimangono in una posizione svantaggiata, e i dati della media nazionale ci denunciano persino un peggioramento. A causa di percorsi professionali interrotti da anni di lavoro domestico non retribuito o da impieghi part-time, le pensioni femminili rimangono in media, inferiori a quelle maschili. Questo divario si traduce in un numero maggiore di donne anziane che vivono con pensioni sotto i mille euro, spiegando in parte perché molte donne si trovano a fronteggiare difficoltà economiche maggiori rispetto a maschi».

«La questione delle pensioni anche a Verona richiede un’attenzione forte di sostegno e di interventi adeguati a ogni livello. È necessario rivedere le politiche di rivalutazione delle pensioni, per garantire che i pensionati, in particolare le donne, possano contare su un sostegno economico adeguato. Dobbiamo anche promuovere iniziative che abbattano le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro, affinché le future generazioni non si trovino a vivere situazioni simili».

«Ma questo non basta ancora. È fondamentale garantire una sanità universale a tutti i cittadini in grado di rispondere efficacemente in tempi rapidi, senza spingere le persone verso la sanità privata che mette in ginocchio molte pensionate e pensionati. In troppi stanno rinunciano alle cure a causa delle liste di attesa e dell’impossibilità di affrontare visite e cure in regime privatistico».

«È importante prevedere tariffe agevolate per pensionati e pensionate su energia, tariffe comunali, sostegno al reddito. È anche per questi motivi che sollecitiamo le pensionate e i pensionati a partecipare ai referendum dell’8 e 9 giugno».

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SPI Ufficio Stampa