Lanerossi, la grande epopea industriale che Livio Galla ha trasformato in un romanzo | Libri Mondadori

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

Lanerossi, il sogno di un’Italia nuova tra amore, rivoluzione e fabbrica

C’è un suono che attraversa le pagine de Il canto dei telai: è il battito delle macchine tessili del lanificio Lanerossi, una fabbrica che, nell'Ottocento, è stata molto più di un luogo di lavoro: un’idea, un sogno, un’avventura collettiva. È dalla volontà di raccontare la storia del primo erede del lanificio che è partito Livio Galla: del resto, Alessandro Rossi (1819-1898) è storicamente conosciuto come il più influente imprenditore e filantropo del Veneto nell’Ottocento.

Nel suo romanzo, mescolando sapientemente le trame fitte della storia e della fantasia, Galla lo fa rivivere circondandolo di personaggi che ci restituiscono i colori e lo spirito di un'epoca. In un’Italia ancora stretta sotto il giogo austriaco, nel pieno fermento del Risorgimento, si muove davanti a noi un uomo d’azione e di pensiero, inquieto, idealista, capace di schierarsi dalla parte degli ultimi e di trasformare la fabbrica paterna in un modello di progresso. 

La Lanerossi non è solo il teatro di questa epopea, ma la sua protagonista silenziosa. Un luogo dove si sperimenta un’idea nuova di industria: giusta, moderna, lungimirante. 

Ma lasciamo che a parlarcene sia Livio Galla.

Livio Galla e il fascino di Lanerossi: ecco come è nata l'idea del romanzo Il canto dei telai


Volevo avvicinarmi al romanzo storico, sperimentando fino a dove la fantasia potesse spingersi, incontrando prima o poi il limite degli avvenimenti storici. Il personaggio lo aveva sotto gli occhi, avendolo incrociato nella vissuta termocoperta di ogni famiglia vicentina, allo stadio del Lanerossi Vicenza, nell’istituto tecnico industriale a lui intitolato. Alessandro Rossi, il più grande imprenditore e filantropo veneto dell’800 (vissuto tra il 1819 e il 1898) con una vita straordinaria da raccontare, costellata di delusioni giovanili, rivolte generazionali, compromessi della maturità, coraggio nell’imporre innovazione e infine meritati successi.

Egli rese il lanificio fondato dal padre Francesco, a Schio, il più grande complesso industriale dell’Italia unificata. Finanziò un nuovo quartiere operaio, nuovi mezzi di collegamento stradali e ferroviari, fondò asili e scuole tecniche. Fu anche deputato e poi senatore dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia. Oltre ad avere undici figli.

Mi piaceva raccontare la metamorfosi del giovane operaio, inizialmente solidale con un compagno di lavoro che aveva accoltellato un superiore prepotente, che diventa disincantato e modernissimo imprenditore pur senza aver potuto frequentare gli studi accademici, tuttavia leggendo e studiando incessantemente testi sulle materie più svariate, dall’economia alla botanica. E issata la struttura storica, ambientata in un Veneto insofferente all’occupazione degli austriaci e scosso dai moti rivoluzionari, vi ho avvolto attorno la passione, l’amore e la coraggiosa quotidianità femminile ottocentesca. Questi elementi, che permeano la vita dalla famiglia Sella, si mischiano al bel canto di
Teresita Stolzi, accompagnata al pianoforte da Claudia, il personaggio al quale mi sento più vicino.

Livio Galla


Recapiti
Redazione Libri Mondadori