Paziente paraplegico torna a camminare dopo un incidente sul lavoro

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Andrea, 33 anni, ha avuto “un recupero incredibile” grazie a un neurostimolatore midollare impiantato dai ricercatori del San Raffaele di Milano

Milano – Un paziente paraplegico di 33 anni è tornato a camminare grazie a un neurostimolatore, dopo che quattro anni fa una grave lesione midollare gli aveva paralizzato le gambe. Si chiama Andrea il protagonista di un caso clinico unico al mondo, pubblicato sulla rivista Med – Cell Press da un team multidisciplinare del Mine Lab composto da medici, fisioterapisti e ricercatori dell'IRCCS ospedale San Raffaele di Milano e dell'Università Vita-Salute San Raffaele, insieme ai bioingegneri della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa coordinati da Silvestro Micera.

Luigi Albano, neurochirurgo e ricercatore del San Raffaele, è il primo autore dello studio che descrive “l'incredibile recupero” del giovane, immobilizzato da “una lesione midollare traumatica a livello toracico basso (T11-T12) estesa al cono midollare, la porzione terminale del midollo spinale”. Un incidente sul lavoro gli aveva prodotto “un grave deficit motorio dovuto al danno del sistema nervoso sia centrale che periferico”, spiegano da via Olgettina. “I ricercatori, dopo aver impiantato chirurgicamente un neurostimolatore midollare nello spazio epidurale, hanno applicato protocolli specifici di stimolazione e riabilitazione, migliorando significativamente forza muscolare, deambulazione e controllo motorio”.

Il lavoro – illustra una nota – si inserisce in un percorso di ricerca avviato con il primo intervento di impianto di un neurostimolatore midollare in Italia, nel 2023, eseguito da un team guidato da Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia del San Raffaele e ordinario di Neurochirurgia dell'ateneo Vita-Salute. Questo innovativo intervento era stato eseguito su una donna con paralisi degli arti inferiori, che non camminava da cinque anni in seguito a un incidente sportivo che le aveva causato una lesione midollare. L’intervento aveva permesso alla giovane, 32 anni, di recuperare le funzioni motorie: ora è in grado di mantenere la stazione eretta e di camminare con l’ausilio di un deambulatore. Il percorso è poi proseguito con la recente pubblicazione, su Science Translational Medicine, dei primi risultati ottenuti su due pazienti impiantati che dimostrano l'efficacia del protocollo innovativo di stimolazione elettrica epidurale (epidural electrical stimulation, EES) nel trattamento delle lesioni del midollo spinale.

Con questo case study – afferma Albano – abbiamo dimostrato, per la prima volta, l'efficacia dell'EES, coadiuvata dalla riabilitazione, nel ripristinare le funzioni motorie degli arti inferiori in un paziente affetto da paraplegia a causa di una lesione grave estesa al cono midollare, consentendogli di raggiungere la stazione eretta e di deambulare per brevi distanze. Oltre al recupero motorio, la stimolazione ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante del dolore neuropatico e della qualità della vita complessiva del paziente”, aggiunge il neurochirurgo.

“I risultati di questo studio – dichiara Mortini – offrono nuove speranze ai pazienti con lesioni midollari gravi che hanno vissuto un lungo periodo di immobilità, offrendo la possibilità di recuperi impensabili fino a poco tempo fa grazie all'integrazione della neuromodulazione avanzata e della riabilitazione personalizzata”.

Il cono midollare è la parte finale del midollo spinale, collocata indicativamente tra la prima e la seconda vertebra lombare (L1-L2). In quest'area il sistema nervoso centrale si fonde funzionalmente con quello periferico, quindi una lesione in questa regione può compromettere sia le funzioni motorie e sensitive degli arti inferiori sia il controllo autonomico di funzioni vitali come minzione, defecazione e sessualità, illustrano i medici. I traumi del cono midollare possono essere causati da incidenti stradali, cadute o eventi violenti, e rappresentano una quota significativa - oltre il 50% - delle lesioni spinali che coinvolgono la giunzione tra midollo e radici spinali.

Proprio per la complessità anatomica e funzionale di questa zona – evidenzia Albano – tali lesioni risultano tra le più difficili da trattare e spesso comportano una combinazione di paraplegia, dolore neuropatico severo e disturbi sfinterici. Il quadro clinico può variare da paziente a paziente, ma nella maggior parte dei casi si osservano deficit motori e sensitivi gravi e persistenti che impattano profondamente sulla qualità della vita e sull'autonomia. Le opzioni terapeutiche tradizionali sono limitate e si concentrano soprattutto sulla riabilitazione, ma i margini di recupero sono generalmente modesti. È in questo contesto che l'applicazione della stimolazione elettrica epidurale rappresenta un potenziale punto di svolta, aprendo nuove prospettive di trattamento anche per le lesioni più complesse”.

Lesioni come quelle di Andrea: classificata come 'incompleta' (grado C secondo la scala ASIA dell'American Spinal Injury Association), aveva però compromesso profondamente la sua capacità di movimento. Nonostante due cicli intensivi di riabilitazione eseguiti dopo l'incidente, il giovane non era più in grado di camminare né di stare in piedi. Gli esami avevano anche evidenziato un danno alle radici nervose che collegano il midollo spinale ai muscoli delle gambe (da L4 a S1), segno che, oltre al sistema nervoso centrale, era coinvolto anche quello periferico. Una condizione descritta come particolarmente difficile da trattare, perché le terapie tradizionali raramente danno risultati quando i circuiti nervosi sono danneggiati a più livelli. Per offrire una nuova possibilità, il paziente è stato incluso nel trial clinico Neuro-SCS-001, che valuta gli effetti della stimolazione elettrica epidurale combinata con un programma di riabilitazione personalizzato.

“Abbiamo impiantato un sistema di stimolazione midollare con 32 elettrodi, posizionandolo tra T11 e L1”, spiega il professor Pietro Mortini. “La stimolazione, una volta attivata, ha consentito di riaccendere alcuni circuiti nervosi residui, in particolare quelli che controllano i muscoli del tronco e i flessori dell’anca, essenziali per il recupero della postura e della camminata. Dopo una fase iniziale di calibrazione, il paziente ha seguito un programma riabilitativo innovativo che integra esercizi in ambiente di realtà virtuale, utilizzando feedback sensoriali e motori”.

Grazie all’innovativo programma di riabilitazione, seguito dai fisioterapisti dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, i miglioramenti sono stati sorprendenti: “In soli tre mesi, il paziente ha manifestato un incremento significativo dell’escursione articolare dell’anca, con un conseguente potenziamento della mobilità degli arti inferiori; ha inoltre migliorato il controllo posturale del tronco in posizione seduta, permettendo lo spostamento del baricentro senza perdita di equilibrio; infine, si è osservato un ampliamento dell’angolo di flessione del tronco, riscontrabile esclusivamente con lo stimolatore attivo”, commenta il dottor Daniele Emedoli, fisioterapista ricercatore dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici-Cognitivi-Motori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Nel tempo, il giovane ha gradualmente ridotto il supporto necessario per camminare: da esercizi su tapis roulant con scarico del peso corporeo, è passato a camminare con l’ausilio di un deambulatore e tutori. Alla dimissione, era già in grado di percorrere 58 metri in sei minuti e completare il test dei 10 metri in poco più di 40 secondi. Ma il traguardo più incredibile è arrivato sei mesi dopo l’intervento: ha camminato autonomamente per un chilometro con il solo ausilio del deambulatore e tutori.

“Il successo di questo percorso dimostra quanto sia fondamentale il lavoro di squadra tra fisioterapisti, fisiatri, neurologi, neurochirurghi e ingegneri”, commenta il dottor Sandro Iannaccone, Direttore del Dipartimento di Riabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. “Solo grazie a una stretta collaborazione e a un approccio multidisciplinare, che integra tecniche avanzate di neuromodulazione con la riabilitazione tecnologica e personalizzata, è stato possibile raggiungere risultati così significativi nel recupero motorio del paziente”.

Recapiti
info@osservatoriomalattierare.it (Redazione)