Gaza, INTERSOS chiede di porre fine all'uso degli aiuti come arma e di rispettare il diritto internazionale | INTERSOS

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L’uccisione, avvenuta martedì, di almeno un palestinese e il ferimento di quasi 50 persone a Rafah, dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco sulla folla che si era precipitata verso un punto di distribuzione di aiuti della cosiddetta “Gaza Humanitarian Foundation” (GHF), è un chiaro monito che la sua costituzione non è di natura umanitaria, ma un evidente tentativo di militarizzare e politicizzare ulteriormente gli aiuti umanitari a Gaza. La creazione della GHF ha coinciso con l’annuncio del governo israeliano di espandere le proprie operazioni militari a Gaza, confiscare permanentemente il territorio e installare un nuovo “meccanismo di autorizzazione” per la distribuzione degli aiuti.

Tale approccio contravviene chiaramente al Diritto Internazionale Umanitario (DIU), confinando gli aiuti al sud di Gaza, il che strumentalizza ulteriormente lo sfollamento forzato illegale di civili che hanno un disperato bisogno di assistenza, portando al loro sfollamento permanente. Questo piano è stato fermamente respinto dall’ONU e dall’intero sistema umanitario, chiarendo che si tratta anche di un tentativo politico di smantellare un sistema di risposta umanitaria ben consolidato. Nulla è cambiato nel sistema umanitario. Le organizzazioni umanitarie devono essere pienamente impegnate ai principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza, nonché alle norme globali sviluppate dal lavoro delle Società Internazionali della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa e riconosciute nella Risoluzione 46/182 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il sistema umanitario tradizionale per Gaza è stato immensamente messo alla prova, non a causa delle capacità umanitarie o della disponibilità di aiuti umanitari, ma a causa di un blocco imposto dall’assedio israeliano. Non c’è bisogno di creare un altro sistema che non assomiglia in alcun modo alle organizzazioni umanitarie. Invece, è necessario ristabilire lo stato di diritto internazionale e il multilateralismo, e invertire la tendenza devastante degli ultimi diciannove mesi, durante i quali gli attori umanitari hanno affrontato attacchi belligeranti e coordinati da parte di Israele sui loro mandati, legittimità e persino sul loro personale, con più di 400 operatori umanitari uccisi, il numero più alto in qualsiasi conflitto registrato.

L’accesso umanitario senza ostacoli a Gaza deve essere urgentemente ristabilito. Alle organizzazioni umanitarie deve essere consentito di fornire aiuti a migliaia di abitanti di Gaza che affrontano carestie, epidemie di malattie e altre catastrofi. Gli Stati devono smettere di sostenere l’assalto militare di Israele.

Recapiti
Chiara De Stefano