Crollo ghiacciaio Birch. Legambiente: "è campanello d'allarme per tutti i territori alpini" • Legambiente

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Legambiente: “Il crollo del ghiacciaio è un campanello d’allarme per tutti i territori alpini.   Urgenti politiche di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica, strategie comuni per la prevenzione dei rischi anche sulle Alpi così come è importante definire Linee guida panalpine per la gestione dei rischi naturali nelle aree glaciali e deglaciali”. Un appello che l’associazione ambientalista rilancia anche in vista della VI edizione di Carovana dei ghiacciai 2025, la campagna nazionale con cui da sei anni monitora i giganti ad alta quota a in Italia e all’estero”

“Il crollo del ghiacciaio Birch, avvenuto ieri sopra il villaggio alpino di Blatten (Lötschen), nel Canton Vallese, – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – rappresenta un campanello d’allarme per tutti i territori alpini e richiama con forza l’urgenza di rafforzare le politiche di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica nelle aree montane, ma anche nei territori a valle. Per contrastare una crisi climatica che corre veloce e che non conosce confini, servono azioni urgenti e immediate e una governance europea dei ghiacciai con una maggiore cooperazione internazionale tra ricercatori, società civile e istituzioni insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione, da affiancare ai preziosi monitoraggi in quota che nel caso del ghiacciaio Birch hanno permesso di prendere misure precauzionali evacuando la popolazione locale e il bestiame già il 19 maggio. Secondo gli ultimi studi scientifici l’Europa Centrale, con Alpi e Pirenei, si stanno riscaldando a una velocità circa doppia rispetto al resto del mondo e fenomeni come fusioni dei ghiacciai, frane e colate detritiche sono in aumento. Per questo è urgente intervenire al più presto come ci ricorda anche l’Onu nell’anno internazionale dei ghiacciai e su cui non sono ammessi più ritardi”.

Legambiente ricorda che il rapido ritiro dei ghiacciai, causato dal riscaldamento globale, sta generando situazioni di instabilità e rischio crescente. Frane, alluvioni e nuovi movimenti di massa si verificano sempre più spesso nelle aree deglaciate, coinvolgendo anche la parte inferiore delle valli e mettendo a rischio popolazioni, infrastrutture e biodiversità. Legambiente lo ha toccato con mano anche la scorsa esteta con la sua campagna nazionale Carovana dei ghiacciai 2024. Tra i giganti bianchi più in sofferenza nel 2024 c’è l’Adamello che ha registrato una perdita di spessore nel settore frontale di 3 metri ed effetti della fusione fino a 3100 metri di quota. In espansione i collassi circolari dovuti alla contrazione della massa glaciale.  Situazione non buona anche per il ghiacciaio del Careser (Gruppo Ortles—Cevedale) con 190 centimetri in media di perdita di spessore, e in Alto Adige i Ghiacciai della Vedretta Lunga (Val Martello) e della Vedretta di Ries (Valle Aurina) con una perdita di spessore sulle lingue tra il metro e mezzo e i due metri, solo per citarne alcuni.   Così come preoccupa l’aumento degli eventi meteo estremi in quota: 146 quelli registrati lo scorso anno, da gennaio a dicembre 202, sull’arco alpino.

Per questo sottolinea Legambiente è fondamentale adottare anche un approccio integrato e transnazionale alla prevenzione come ci ricorda la Convenzione delle Alpi. In quest’ottica, è importante definire anche Linee guida panalpine per la gestione dei rischi naturali nelle aree glaciali e deglaciali, fondate su conoscenze scientifiche condivise e strategie coordinate tra Stati, Regioni e comunità locali. Lo studio di queste dinamiche non può limitarsi ai ghiacciai in sé, ma deve estendersi alle zone instabili che essi lasciano dietro di sé – come morene, rock glacier e versanti in frana – per elaborare scenari evolutivi e soluzioni concrete di adattamento. Investire in prevenzione significa salvaguardare il futuro delle comunità alpine, della loro economia e del loro patrimonio ambientale.

Appello e azioni che Legambiente lancia anche in vista della VI edizione di Carovana dei ghiacciai 2025, la sua campagna nazionale con la quale da sei anni monitora i ghiacciai alpini in alta quota in Italia e all’estero, e di cui parlerà anche venerdì 6 giugno a Milano, dalle ore 15.00 alle ore 16.00, in occasione del workshop dal titolo “2025: Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai – SOS giganti bianchi” che ha organizzato nell’ambito del Festival di Green&Blue presso il Museo Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci. 

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