I dati diffusi oggi dall’Istat segnano una impercettibile ripresa delle vendite al dettaglio ad aprile rispetto al mese precedente, in valore +0,7% e in volume +0,5%. Su base annua, la crescita è del 3,7% in valore e dell’1,9% in volume, segno che sono i prezzi a crescere in maniera più marcata.
Questo timido segnale non deve trarre in inganno: ad aprile si segnava, su questo versante, la flessione più ampia degli ultimi dieci mesi. Forse solo i consumi di Pasqua, comunque contenuti, hanno portato questa tendenza al lievissimo rialzo a cui assistiamo oggi.
Non ci stanchiamo di ripetere che le famiglie sono ancora in una situazione precaria, che le costringe a un numero crescente di rinunce e sacrifici. Secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, queste ultime riducono il consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); tagliano i consumi di frutta e verdura (-2,4%); ricercano sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); di rivolgono più di frequente ai discount (+12,1%).
Segno che il Governo, troppo impegnato nella definizione di misure che minano la libertà dei cittadini e colpiscono i vulnerabili, non sta dando risposte adeguate alle famiglie. Così, intanto, disparità e disuguaglianze crescono in maniera insostenibile.
È necessario e urgente che si decida a intervenire, disponendo da subito opportuni sostegni al potere di acquisto delle famiglie e alla domanda interna, garantendo anche per questa via la tenuta economica del sistema economico. Nel dettaglio è necessario:
- Operare una rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
- Creare un Fondo di contrasto alla povertà energetica e avviare una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
- Stanziare maggiori risorse per la sanità pubblica;
- Avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, tesa a sostenere i redditi medio-bassi.
Istat: i dati sull’andamento delle vendite segnano una ripresa illusoria.
Il Governo torni a preoccuparsi delle famiglie e della tenuta del sistema economico.
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