Giornata mondiale degli Oceani 2025, cosa puoi fare per il mare - OIPA Italia

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L’acqua è vita, letteralmente. Come ricorda il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), gli oceani coprono oltre il 70% del Pianeta e producono almeno il 50% dell’ossigeno di cui necessitiamo. Il 97% dell’acqua che si trova sulla Terra è salata e ospita una varietà incredibile di biodiversità, tra microrganismi di diverso tipo, pesci, molluschi, coralli e moltissime specie vegetali.

Come sappiamo, il lento degradarsi del sistema marino, causato da inquinamento e pesca incontrollata, produce danni a volte irreversibili. Con la distruzione del 90% delle specie ittiche e del 50% delle barriere coralline, stiamo sottraendo agli oceani più di quanto sia possibile ricostituire. Chi ha potere di invertire questo tragico trend sono principalmente le istituzioni e le grandi multinazionali che si arricchiscono grazie alle già scarse risorse dei mari, ma non dimentichiamo che ognuno di noi può e deve fare la sua parte.

La Giornata Mondiale degli Oceani 2025 ricorre l’8 giugno, data che coincide all’incirca con l’apertura della stagione turistica nelle località di mare. Spesso diamo per scontato ciò che abbiamo davanti agli occhi, acqua cristallina, stelle marine, conchiglie e pesci, ma tutto ciò è più fragile di quanto puoi pensare. Alcuni comportamenti che ai nostri occhi possono sembrare innocui possono, invece, porre dei rischi non indifferenti per tutte quelle specie che in quegli habitat ci vivono. Vediamo, quindi, quali azioni evitare per contribuire alla salvaguardia delle spiagge e degli oceani.

Cosa fare per proteggere gli oceani

Partiamo dalla spiaggia. Soprattutto se sei nelle spiagge libere, rispetta le dune e la vegetazione che vedi. Ciò significa non calpestare o danneggiare sia le piante che le dune di sabbia perché entrambe servono a proteggere la spiaggia dall’erosione e danno riparo a molte specie animali. Se hai la fortuna di imbatterti in nidi di tartarughe, uccelli marini o altre specie che vivono o nidificano in spiaggia, è essenziale mantenere le dovute distanze. Disturbare gli animali che vivono in questi già fragili territori può voler dire mettere a rischio la loro riproduzione.

Nonostante alcuni turisti pensino che si trattino di semplici souvenir, sabbia, conchiglie e sassi non sono assolutamente da prelevare. Anche piccole modifiche all’habitat marino possono danneggiare l’ecosistema e rompere la catena alimentare. Soprattutto se ti trovi di fronte a un’area protetta, potrebbe essere vietata anche la stessa balneazione, proprio per preservare l’incolumità del territorio.

Quando cammini sul bagnasciuga o ti trovi a osservare piccoli crostacei o pesci che vivono presso la riva del mare, la cosa più sbagliata che si possa fare è catturarli ed estrarli dall’acqua, anche solo per pochi secondi. Uno dei giochi preferiti dai bambini è solitamente quello di pescare granchi, pesciolini o stelle marine per metterli in un secchiello, ecco, in questo caso gli adulti devono dare il buon esempio e spiegare loro che questo gesto infligge agli animali sofferenza inutile. A essere fatale è spesso è l’elevata temperatura dell’acqua di secchielli o altri contenitori in cui vengono posti questi animaletti, che finiscono per morire per shock termico ma anche per ipossia (mancanza di ossigeno).

Prima di andar via dalla spiaggia, ricordati di non lasciare piccole plastiche monouso, come buste, cannucce, e posate, che sono tra i principali responsabili dell’inquinamento marino.

Ah, e come ultimo consiglio, evita di lasciare liberi in cielo palloncini o lanterne, spesso finiscono in mare e possono uccidere tartarughe e uccelli marini che possono rimanerci incastrati o possono scambiare questi oggetti per sostanze commestibili.

Ricorda che il mare, per l’uomo, può essere solo la location di una vacanza, ma per tanti esseri viventi è casa.

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