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Una riflessione a partire dall’evento per i 10 anni di Abbonamento Musei in Lombardia

Martedì 27 maggio, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, si è svolto “Oltre la soglia: la sfida della partecipazione”, un incontro promosso dall’Associazione Abbonamento Musei in collaborazione con BAM! Strategie Culturali. 

Attivo dal 1998 in Piemonte e dal 2015 in Lombardia, Abbonamento Musei ha celebrato il decennale del suo progetto lombardo con un confronto vivo tra istituzioni, musei e professionistə della cultura sul tema della partecipazione culturale.

Partecipare vuol dire costruire comunità attorno alla cultura

“La nostra è prima di tutto una comunità amante dell’esperienza culturale”, ha dichiarato Alberto Garlandini, presidente dell’Associazione Abbonamento Musei. È da questa visione che il progetto in Lombardia è cresciuto, passando dai primi 84 musei aderenti a oltre 230, e con circa 57.000 abbonati. Fiorenzo Galli, direttore del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, ricorda che la partecipazione riguarda non solo strettamente chi visita il museo, ma anche tutta la rete di stakeholder, partner ed enti che collaborano per fare in modo che l’istituzione sia sempre un luogo di dialogo tra cultura umanistica e cultura scientifica.

Dietro ai numeri c’è l’idea che la partecipazione culturale non si misuri soltanto nei biglietti emessi, ma nella capacità di attivare relazioni durature con pubblici eterogenei, di costruire esperienze condivise, di essere parte integrante della vita delle comunità che vivono i musei.

Come ha sottolineato Lorenza Gazzero di Fondazione Cariplo, il potenziale trasformativo di progetti di rete come Abbonamento Musei risiede proprio nella loro dimensione sistemica: mettere in relazione istituzioni, territori e operatori, valorizzando le specificità di ciascuno.Nel corso della giornata sono stati discussi alcuni aspetti che ostacolano una partecipazione culturale piena e consapevole: le barriere informative, fisiche, economiche e sociali sono molte e spesso intrecciate.

Informare e mediare per essere più accessibili

Abbiamo affrontato due diverse tipologie di barriere in due tavoli di confronto. Il primo tavolo – moderato da Federico Borreani di BAM! – si è focalizzato sulle “barriere di informazione e comprensione”. La consapevolezza che la comunicazione museale debba essere pensata sin dall’inizio come parte integrante dell’esperienza è ormai condivisa, ma restano molte le sfide da affrontare. Serve ripensare l’apparato informativo, potenziare la mediazione culturale, diversificare i linguaggi. In altre parole, partire dai pubblici, dai loro bisogni, dalle loro storie.

Esperienze come quella del Museo delle Storie di Bergamo – raccontata dalla direttrice scientifica Roberta Frigeni – dimostrano quanto il digitale possa diventare un alleato prezioso. Dalla piattaforma geolocalizzata “Open Your Museum” al podcast lungo le Mura Patrimonio UNESCO, il museo diventa presidio attivo sul territorio, spazio fluido dove il patrimonio si intreccia con le vite delle persone.

Uno dei temi centrali è stato il ruolo delle reti, approfondito con Elisa Monsellato per le Reti Museali di Puglia. Tra le opportunità rilevate ci sono sicuramente il coinvolgimento di nuovi pubblici, l’acquisizione di nuove competenze e l’aumento dell’accessibilità dei musei su più fronti.  Lo conferma anche l’esperienza della Fondazione Luigi Rovati diretta da Monica Loffredo, che attraverso il concetto di “museo gentile” punta a un approccio inclusivo e a una sperimentazione continua su comunicazione, accessibilità e collaborazione con altri enti. Strumenti come videoguide LIS, percorsi tattili o iniziative come “Museo per tutti” testimoniano un impegno concreto.

Politiche di prezzo, accessibilità economica e partecipazione come diritto

Il secondo tavolo – moderato da Simona Ricci di Abbonamento Musei – ha acceso i riflettori sulle “barriere economiche”. Le formule di abbonamento, i biglietti congiunti, le agevolazioni e le giornate gratuite sono strumenti cruciali per ampliare l’accesso alla cultura. Ma vanno accompagnati da una strategia di lungo periodo, capace di promuovere fidelizzazione e inclusione.

Ne è un esempio la strategia di Fondazione Brescia Musei presentata dalla coordinatrice comunicazione, marketing e fundraising Francesca Belli. Dal 2025 la Fondazione ha introdotto la bigliettazione unica annuale, con l’obiettivo di costruire un museo diffuso in cui la città stessa diventa parte integrante dell’esperienza culturale tra le sedi museali. Tra le azioni messe in campo, anche la gratuità per le persone residenti seguendo l’idea della cultura come diritto universale del servizio pubblico. 

Su questo aspetto, anche le politiche pubbliche giocano un ruolo fondamentale. Come ha ricordato Roberto Vannata della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, lo sviluppo delle membership card e l’integrazione digitale (con app e ticketing) di Musei Italiani rappresentano una leva importante per superare le barriere di accesso.Francesco Spano di Federculture ha successivamente richiamato la necessità di considerare la cultura come un diritto umano fondamentale anche attraverso la leva della defiscalizzazione. L’obiettivo è quello di indicare al legislatore un’unica IVA calmierata per il bene culturale, che sia un concerto, un libro, un ingresso al museo: investire nella partecipazione culturale significa riconoscere la cultura come nutrimento delle menti e strumento di coesione sociale.

Recapiti
Matilde