Paolo Crepet: libri che ci sfidano a pensare, emozionarci e immaginare
Viviamo immersi in un tempo che esalta la libertà di espressione a ogni pie’ sospinto, eppure la nostra capacità di pensare davvero con la nostra testa sembra sempre più compromessa. È in questo scenario che esce in libreria Il reato di pensare, il nuovo saggio di Paolo Crepet pubblicato da Mondadori: un libro che ci sfida a riscoprire la forza autentica e rivoluzionaria del pensiero libero.
Un’occasione preziosa, dunque, per tornare a riflettere sull’opera di uno degli autori più capaci, nel panorama italiano contemporaneo, di tenere insieme rigore intellettuale e passione narrativa. Con tutti i suoi libri, tra gli ultimi Mordere il cielo e Prendetevi la luna, Paolo Crepet ha tracciato un percorso che invita a coltivare il dubbio, a riconquistare la profondità delle emozioni e a immaginare nuovi orizzonti di senso.
Paolo Crepet: libri come antidoto all’omologazione
Non è esagerato dire che Paolo Crepet — psichiatra, sociologo, educatore, scrittore — sia oggi una delle voci più lucide e coraggiose nel dibattito culturale italiano. Attraverso i suoi libri, il suo sguardo acuto si posa sulle fragilità della nostra epoca, interrogando con finezza e passione temi quali l’educazione, la creatività, l’autenticità.
Nel suo nuovo saggio Il reato di pensare, l'autore affronta quella che definisce “una delle derive più insidiose del nostro tempo”: la censura gentile e invisibile che si insinua nelle nostre vite. Non si tratta di divieti imposti dall’alto, bensì di un conformismo seducente che ci conduce verso la rinuncia al pensiero critico, alla creatività, al coraggio di essere diversi.
Il libro si fa manifesto di una libertà autentica, che non è mai uno slogan, ma un esercizio quotidiano fatto di coraggio, disobbedienza, capacità di sostenere il dubbio e di accettare il conflitto come momento essenziale di crescita.
Particolarmente toccanti sono le riflessioni che Paolo Crepet dedica ai giovani e agli educatori: è necessario restituire dignità all’errore, al fallimento, alla sconfitta. Solo così si può costruire una crescita equilibrata, in cui le tempeste riescono perfino a essere salvifiche.
I libri come esercizio quotidiano di libertà
Ciò che accomuna tutti i saggi di Paolo Crepet è la sua capacità di proporre riflessioni mai scontate, di spingere il lettore a guardare oltre il velo opaco dell’omologazione, di risvegliare l’intelligenza emotiva e la volontà di resistere.
Non è un caso che i suoi libri incontrino un pubblico vasto e trasversale. Non si tratta solo di psichiatria o di sociologia, né di semplici pamphlet contro il pensiero dominante: nei libri di Paolo Crepet c’è sempre la ricerca appassionata di un umanesimo radicale, fondato sul valore della complessità e sull’energia della libertà.
Con Il reato di pensare, l'autore firma oggi un testo che si pone come imprescindibile per chiunque non voglia rassegnarsi all’appiattimento culturale. Un libro che, come i precedenti, invita a vivere con più autenticità, più emozione, più immaginazione. E forse, come ci suggerisce l’autore, questa è davvero la sfida più importante del nostro tempo.
Mordere il cielo: un saggio che ci restituisce il coraggio delle emozioni
Con Mordere il cielo, Paolo Crepet prosegue il suo viaggio controcorrente. Il libro ci pone una domanda tutt’altro che retorica: dove sono finite le nostre emozioni? In un mondo attraversato da guerre, migrazioni, precarietà esistenziale, la paura e la negazione sembrano le uniche strategie per sopravvivere. Ma così facendo, rischiamo di condannarci a un’indifferenza che impoverisce l’umano.
Nel saggio, l’autore denuncia con forza il rischio di un’atarassia diffusa e di una crescente anestesia dell’anima. A ciò contribuiscono anche alcune derive educative — una scuola che cancella i voti, fiabe riscritte all’insegna del politicamente corretto — che impediscono ai giovani di confrontarsi con la complessità della vita.
Non meno allarmante è la delega incondizionata che affidiamo ai nuovi strumenti dell’intelligenza artificiale, capaci di depotenziare le nostre facoltà emotive e cognitive. Il libro è allora un invito a ribellarsi a questa deriva, a riappropriarci con audacia e sfrontatezza delle nostre emozioni, a coltivare l’empatia come antidoto all’imbarbarimento collettivo.
Prendetevi la luna: l’orizzonte che ci manca
Se Il reato di pensare è un manifesto per la libertà intellettuale e Mordere il cielo un inno al coraggio emotivo, Prendetevi la luna completa idealmente questa trilogia civile come un invito a riscoprire la capacità di immaginare.
Viviamo in un presente che ci cattura e ci illude di bastare a se stesso. Il futuro, con i suoi messaggi controversi, sembra sempre più inaccessibile. Ma, ci ricorda Paolo Crepet, non sono gli eventi che ci stanno cambiando: siamo noi a cambiare gli eventi.
Il libro si rivolge ai giovani — e non solo — con un invito limpido: prendetevi la luna, non rinunciate ai vostri sogni, non lasciatevi imprigionare dalla paura o dalla rassegnazione. Tornano qui i grandi temi cari all’autore: l’educazione, la famiglia, la scuola come luoghi in cui è ancora possibile riaccendere la speranza, nutrire l’immaginazione, difendere la bellezza di un pensiero non allineato.