19° Forum Economico Italo-Tedesco - BistonciniPartners

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USA, Cina, Europa: processi innovativi a confronto

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Si è svolto martedì 10 giugno presso l’Università Bocconi di Milano il 19° Forum Economico Italo-Tedesco intitolato Innovazione e competenze per la competitività, promosso da AHK Italien (Camera di Commercio Italo-Germanica), evento annuale che ha sempre rappresentato un’importante occasione di dialogo strategico tra rappresentanti dell’industria italiane e tedesca.

In un momento cruciale per il futuro dell’industria europea possiamo sintetizzare così il take away del Forum: solo un’azione congiunta, visionaria e pragmatica potrà garantire a Italia, Germania e all’Europa un ruolo da protagonisti nella nuova economia globale. L’interdipendenza tra rilancio industriale e ambizione politica rende quanto mai fondamentale un coordinamento più stretto tra Italia e Germania, con un ruolo da protagonisti nella ridefinizione delle politiche europee per l’innovazione, la crescita e la competitività.

Come confermato da Jörg Buck, Consigliere Delegato AHK Italien infatti, “E’ necessario coordinare in modo strategico risorse e politiche tra i nostri due Paesi e a livello europeo, con la creazione di piattaforme ed ecosistemi cooperativi, in cui PMI, industria, start-up e ricerca lavorino in modo integrato e nei quali vi sia una visione congiunta per lo sviluppo, l’aggiornamento e la circolazione delle competenze. L’impegno congiunto del governo italiano e di quello tedesco che si ritroveranno già all’inizio del prossimo anno per rilanciare e articolare su più livelli il Piano d’Azione bilaterale – ha aggiunto Jörg Buck – rappresenta un segnale concreto della volontà di affrontare insieme le grandi sfide del futuro – dall’intelligenza artificiale alla biotecnologia, dagli investimenti nelle infrastrutture fino all’energia – confermando l’Italia come partner strategico per la Germania e per la competitività delle rispettive economie”.

Proprio in quest’ottica è stato annunciato il rilancio del Piano d’Azione Italia-Germania che si concretizzerà all’inizio del 2026 con un nuovo incontro bilaterale tra Giorgia Meloni e Friedrich Merz dedicato ai temi di intelligenza artificiale, biotecnologie, energia e infrastrutture.

Tale convincimento ha trovato pieno riscontro nello studio presentato nel corso dell’incontro intitolato Europa e DNA innovativo: su cosa si basa la competitività europea a confronto con Cina e USA? – realizzato da AHK Italien in collaborazione con INC Innovation Center, società di consulenza tedesca che opera come un “hub globale” per l’innovazione tecnologica – dal quale emerge con forza la consapevolezza che il rilancio della competitività europea debba svilupparsi attraverso innovazioni progressive, solide e sostenibili.

A differenza degli Usa, che puntano su singole eccellenze profondamente innovative, e della Cina, che coordina centralmente grandi campioni nazionali, l’Europa possiede una concentrazione unica di produzione industriale di alta qualità. Il nostro continente, inoltre, si posiziona in modo forte su una serie di indicatori, con ad esempio una spesa media, in termini percentuali, in R&D del 2,3%, a fronte del 2,4% della Cina, e un PIL pro capite (39.000 dollari) lontano da quello americano ma più che triplo rispetto a quello cinese.

Toni Drescher, CEO INC Innovation Center, ha sottolineato come l’industria europea debba impegnarsi nel gestire contemporaneamente miglioramenti incrementali, innovazioni adiacenti e salti dirompenti attraverso una coordinazione delle risorse dedicate all’innovazione così ripartite: 70% dedicate al core business, 20% adiacenti al core business e il 10% ai nuovi progetti. Così facendo l’Europa potrebbe affidare ai processi innovativi un significato profondo, ponendo come obiettivo non l’ingresso in borsa come accade in USA, o la strumentalizzazione politica come avviene in Cina ma un contributo alla resilienza e alla qualità della vita, uno strumento cioè in grado di coniugare sviluppo tecnologico e progresso sociale.

Le discussioni tra istituzioni, imprese e centri di ricerca hanno evidenziato la necessità di un cambio di passo nelle politiche europee, che si traduca in scelte più coraggiose, coordinate e orientate al lungo termine.

In questo quadro, si è sottolineata l’urgenza di concentrare gli investimenti su ambiti ad alto potenziale trasformativo, tra cui l’intelligenza artificiale, i semiconduttori, la biotecnologia e le infrastrutture energetiche, evitando la frammentazione delle risorse. Il messaggio emerso è chiaro: serve meno dispersione e più impatto.

Altro punto centrale è la creazione di condizioni normative più favorevoli all’innovazione, capaci di liberare energie imprenditoriali, facilitare l’accesso al capitale e sostenere concretamente lo sviluppo delle startup attraverso nuovi strumenti che accelerino la sperimentazione e il trasferimento tecnologico.

Nel contesto geopolitico attuale, è emersa con forza la necessità di rafforzare la sovranità tecnologica europea: Italia e Germania, grazie al loro peso economico e politico, possono e devono guidare un’azione comune per ridurre le dipendenze esterne nei settori chiave e proteggere le competenze strategiche del continente.

Infine, viene riconosciuto che la sfida dell’innovazione è prima di tutto una sfida di persone. Servono investimenti strutturali nella formazione, nella promozione delle competenze STEM e in politiche attive per attrarre e trattenere i talenti. Una strategia condivisa italo-tedesca su questi temi è vista come leva fondamentale per rendere l’Europa un polo di eccellenza anche sul piano umano.

Recapiti
Simone Vellucci