Tabloid Project - Giugno 2025 - Ordine dei Giornalisti

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1. Giornalisti da proteggere: il network europeo. Acos Alliance è una organizzazione composta da 150 testate e associazioni che affianca i freelance che lavorano in contesti a rischio. I servizi che offre sono: procedure di risk assessment, colloqui individuali sul rischio fisico o informatico, corsi di formazione sulla difesa legale, workshop per chi si reca in zone di guerra. Alice Facchini ha raccontato su Tabloid Project la storia e le azioni di Acos. Elisabet Cantenys, la direttice esecutiva, le ha detto: «La nostra attenzione si concentra in particolare sui giornalisti freelance e locali, i più vulnerabili in una professione sempre più rischiosa». Negli ultimi tre anni l’alleanza ha realizzato 44 iniziative sulla sicurezza, di cui hanno beneficiato quasi 1.600 giornalisti e redattori in tutto il mondo. «Siamo piccoli, ma abbiamo una rete grande. L’approccio collaborativo è fondamentale. Lavoriamo sia con i freelance sia con i direttori e i caporedattori, che prendono decisioni che impattano su tanti loro colleghi». Leggi di più >>

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2. Inviati in zone a rischio: cosa può fare una redazione. Esistono procedure che le redazioni possono adottare, mappando i momenti e i luoghi di rischio durante una inchiesta in paesi pericolosi. Lorenzo Bagnoli ha raccontato su Tabloid Project cosa succede in Irpi media, la redazione di giornalismo investigativo di cui è condirettore, quando un inviato lavora in situazioni che possono mettere a repentaglio la sua sicurezza. Nel caso di una inchiesta realizzata in Azerbaijan dalle inviate Sofia Turati, Cecilia Fasciani e Margherita Capacci, Bagnoli ha condivso con loro «un documento abbastanza dettagliato dei singoli spostamenti in modo tale che io, dalla mia scrivania di Milano, potessi avere un’idea precisa di che cosa sarebbero andate a fare in quale giorno. A ogni intervista io ricevevo un segnale di “in” e “out” via Signal, al momento la app di messaggistica istantanea più sicura che ci sia (per quanto possibile)». Leggi di più >>­ 


3. Libertà d’informazione in Marocco: un racconto. Un’area del mondo vicino a noi in cui fare giornalismo indipendente è rischioso è il Marocco. Il 30 marzo, insieme al collega e fotografo Giovanni Culmone, Matteo Garavoglia era partito per indagare sulla repressione che il governo attua nei confronti di dissidenti, attivisti, oppositori politici, giornalisti e membri della società civile. L’inchiesta si articolava in due momenti: uno in Marocco, per raccogliere materiale sulla repressione interna, e l’altro in Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Italia, per raccontare le persecuzioni che colpiscono i dissidenti e gli attivisti fuggiti dal loro Paese.  Il 24 aprile, però, Garavoglia e Culmone sono stati “avvicinati” da dieci poliziotti e poi “allontanati” dal Paese. Su Tabloid Project, Garavoglia ha ricostruito quel che è accaduto. Leggi di più >>­ 


4. Studiare Giornalismo alla Columbia: una testimonianza. Che vuol dire studiare giornalismo alla Columbia University, la più prestigiosa scuola di giornalismo del mondo, in un momento in cui l’università è nel mirino dell’amministrazione Trump? Christian Caurla, che alla Columbia sta appunto studiando, ne ha scritto su Tabloid Project. Vuol dire fare i conti con «barricate che bloccano ormai ogni ingresso, la polizia che circonda gli edifici del campus e studenti che scompaiono per settimane arrestati dalla polizia». Da un lato, scrive Caurla, «questo potrebbe essere il peggior momento per entrare alla Columbia Journalism School. Ma, d’altra parte, potrebbe essere anche il momento migliore». Leggi di più >>­ 

Altre cose un po’ in giro­ 
Grants per giornalisti dal Pulitzer Center. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia, in collaborazione con la società Excursus+, svolge un monitoraggio su bandi, borse di studio e finanziamenti destinati ai giornalisti. Potete trovare schede sulle singole opportunità in quest’area del nostro sito.Questo mese vi segnaliamo 6 opportunità che arrivano dal Pulitzer Centerche spaziano da lavoro e ambiente (Work/Environment Reporting Grants) alla salute globale (Global Health Inequities), dai conflitti e percorsi di pace (Conflict and Peace) alla democrazia (Democracy Reporting Grants), fino alla trasparenza (Transparency and Governance) e alla parità di genere (Gender Equality Grant). Tutti i bandi scadono al 31 dicembre 2025, accettano candidature in vari formati e sono aperti anche a freelance.­ 

I fondi all’editoria nel 2025. È di 82 milioni di euro la somma stanziata dal governo a sostegno dell’editoria per il 2025. È quanto si legge nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 Aprile pubblicato sul sito del Dipartimento dell’Informazione e l’Editoria.
I fondi sono destinati alle edicole, ai punti vendita diversi dalle edicole, alle società di distribuzione e alle stesse società editrici per le copie vendute nel 2023. In questo articolo di Prima Comunicazione alcune informazioni in più su queste misure.­ 

Ungheria (e Russia) contro i media. Nelle scorse settimane, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha presentato un disegno di legge Sulla trasparenza della vita pubblica. Dati i numeri della maggioranza, sarà quasi certamente approvato. Il Governo avrà la possibilità di condurre, sequestrare documenti e dispositivi e imporre pene severe alle organizzazioni che ricevono finanziamenti stranieri, testate giornalistiche comprese, se tali organizzazioni costituiscono una “minaccia” alla sovranità nazionale. Come ha scritto di recente la Columbia Journalism Review, il provvedimento ricalca una analoga legge che è in vigore in Russia dal 2012 e si è tradotta in una marcata limitazione della libertà di stampa. L’Ungheria, paese che aderisce all’Unione Europea, si avvia a fare lo stesso.

Recapiti
Francesco Gaeta