La Blue Economy a cinque vele • Legambiente

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Da venticinque anni insieme al Touring Club Italiano con la Guida “il mare più bello!” valorizziamo le località balneari che puntano su sostenibilità ambientale, turismo dolce, valorizzazione del territorio e tutela della biodiversità.

Un mix perfetto grazie al quale in queste aree la blue economy va a gonfie vele portando crescita economica, miglioramento della qualità della vita ma anche tutela e conservazione dell’ecosistema.

D’estate siamo abituati a guardare alla fascia costiera come a un luogo di svago e divertimento, terra di bagni, tuffi e gite in barca che si anima per qualche mese all’anno e poi torna a spopolarsi. In realtà è territorio ben più articolato e complesso che ospita al suo interno i settori più disparati e spesso in conflitto fra di loro: il turismo balneare convive con la pesca e l’acquacoltura, le attività estrattive e la produzione di energia da fonti rinnovabili, i traffici di merci e di umani, gli insediamenti industriali costieri e così via.

E tutto viaggia su un unico grande contenitore che ospita al suo interno pesci, mammiferi, piante e microrganismi, legittimi abitanti del mare, disturbati da rumori, rifiuti, sostanze tossiche e temperature eccessive. Avere a che fare con il mare significa dunque ragionare con un contesto fatto di delicati equilibri dove si sviluppa la cosiddetta Blue Economy, un comparto di settori fortemente interconnessi fra loro dove il mare è l’elemento di condivisione.

Secondo l’ultima relazione sull’economia blu dell’Unione Europea, sul mare sono occupate direttamente 4,5 milioni di persone che generano un fatturato di oltre 650 miliardi di euro: si tratta di un pezzo di economia fondamentale per conseguire gli obiettivi indicati dal Green Deal europeo. Favorire la crescita economica, migliorare la qualità della vita e, allo stesso tempo, conservare integro e resiliente l’ecosistema: è questa la sfida con la quale è costretta a confrontarsi oggi la Blue Economy. Tenendo presente che il contributo ai cambiamenti climatici delle attività economiche è tanto più visibile proprio sulla fascia costiera e sul territorio mare. È sulle coste che si scaricano con maggiore violenza gli eventi meteoclimatici estremi determinati dall’innalzamento della temperatura dei mari. Ed è altrettanto drammatico l’impatto che il riscaldamento del pianeta sta avendo sulla biodiversità sia in termini di perdita di organismi marini che di proliferazione di specie aliene.

Mari e oceani sono alleati naturali ed essenziali per affrontare la crisi climatica e la perdita di biodiversità biologica. Per questo motivo vanno preservati, così come vanno preservate le aree protette, luoghi in cui la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo economico contribuiscono a incrementare anche la produzione locale, il reddito e l’occupazione.

Chi vive e lavora sul mare, chi amministra le comunità costiere, a cominciare da quanti abitano le località raccontate nella Guida “il mare più bello 2025” di Legambiente e Touring Club Italiano,  non può non tener conto di queste dinamiche. Oggi c’è una responsabilità maggiore per gli abitanti dei nostri litorali: sono loro i primi testimoni degli effetti dei cambiamenti climatici e sono loro che per primi dovranno pretendere e mettere in atto politiche integrate, in grado di far coesistere la crescita economica con la tutela di un habitat delicato e complesso che dovrà continuare a ospitare per millenni organismi marini e umani.

Guida “il mare più bello 2025”

Se vuoi approfondire leggi il nostro comunicato stampa

Sebastiano Venneri

Responsabile Territorio e Innovazione di Legambiente, Nell'associazione dal 1991 dove si occupa prevalentemente di mare, aree protette e turismo. Ideatore e Curatore della Guida al mare più bello che Legambiente pubblica dal 2001 con il Touring Club Italiano, è presidente di Vivilitalia, società impegnata nel settore del turismo ambientale.

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