Accessibilità, ricerca e divulgazione sono le basi di un progetto europeo che usa l’AI e il linguaggio del fumetto per spiegare la scienza ai bambini
Spiegare che cos’è la paralisi cerebrale unilaterale (UCP), come funziona la ricerca scientifica e perché è importante l’intelligenza artificiale, non è fantascienza. Grazie al progetto di ricerca europeo AInCP (Artificial Intelligence in Cerebral Palsy), coordinato dall’Università di Pisa, si stanno sviluppando strumenti di supporto alle decisioni cliniche per la diagnosi funzionale personalizzata e l'intervento domiciliare per i bambini affetti da UCP, sviluppando, testando e convalidando un'intelligenza artificiale affidabile e strategie convenienti.
A guidare i più giovani in questo viaggio c’è anche ANDI, una mascotte con il corpo da schermo wearable e occhi “magici”, ideata per coinvolgere, stimolare e rendere familiari concetti complessi come diagnosi precoce, intelligenza artificiale e riabilitazione. Tra giochi, immagini da colorare ed esempi pratici, il fumetto costruisce un percorso narrativo pensato per incuriosire i bambini, ma anche per aprire spazi di dialogo con genitori e insegnanti.
Presentato in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Accessibilità, il fumetto è scaricabile gratuitamente e può essere stampato in formato A4 orizzontale, bianco e nero, pronto per essere colorato. L’iniziativa è una novità assoluta nella divulgazione scientifica rivolta ai giovani e nasce con un doppio obiettivo: promuovere l’alfabetizzazione sanitaria (health literacy) e aumentare la consapevolezza sulla paralisi cerebrale.
UN PROGETTO EUROPEO PER LE FAMIGLIE
La paralisi cerebrale è la forma più comune di disabilità neurologica cronica nei bambini, che riguarda circa 100.000 persone in Italia e oltre 17 milioni nel mondo. È causata da un danno al sistema nervoso centrale che può verificarsi durante la gravidanza, al momento del parto o nei primi anni di vita, e si manifesta con gradi diversi di disabilità motoria, come emiplegia, diplegia o tetraplegia.
AInCP nasce proprio per offrire nuove prospettive diagnostiche e riabilitative grazie all’intelligenza artificiale. Alla base del progetto c’è un approccio multimodale che unisce la fenotipizzazione clinica, tecniche avanzate di imaging cerebrale e il monitoraggio in tempo reale della funzione motoria degli arti superiori. L’idea è di arrivare a una metodologia che permetta diagnosi più accurate e trattamenti ritagliati sulle esigenze specifiche di ciascun bambino.
Tra i punti di forza ci sono l’approccio multidisciplinare e la ricerca della sostenibilità non solo economica, ma anche concreta per chi ne usufruisce, cioè famiglie e bambini coinvolti. Infatti, uno degli aspetti caratteristici del progetto è il coinvolgimento diretto delle famiglie, partner attivi fin dalla fase di progettazione, grazie anche alla collaborazione con la Fondazione Fight The Stroke, punto di riferimento in Italia per chi convive con questa condizione.
“Il progetto europeo – ci spiega la prof.ssa Giuseppina Sgandurra, associata dell’Università di Pisa nonché responsabile del Centro ricerche INNOVATE di IRCCS Fondazione Stella Maris e coordinatrice di AInCP – mira a sviluppare strumenti clinici basati sull'intelligenza artificiale per la diagnosi funzionale e la tele-riabilitazione domiciliare degli arti superiori in bambini con paralisi cerebrale infantile. Parliamo di bambini che hanno avuto un ictus o un evento cerebrale che compromette un emilato corporeo, in particolare l’utilizzo dell’arto superiore nelle attività quotidiane. L’obiettivo è sviluppare profili funzionali diagnostici dell’uso effettivo dell’arto superiore, integrando dati come risonanza magnetica, scale funzionali e sensori. Questi verranno utilizzati per creare modelli tramite algoritmi capaci di identificare i bisogni specifici di ciascun bambino. Le prospettive future includono l'espansione di queste tecnologie per coprire una gamma più ampia di disabilità e migliorare l'accessibilità alle cure”.
“CIAO, MI CHIAMO ANDI E VOGLIO PARLARTI DELLA PARALISI CEREBRALE”
“Lavorare insieme ai genitori, ai sibling, ai bambini con una disabilità da paralisi cerebrale ci ha permesso di conoscere a fondo i loro bisogni e di rispondere con una soluzione adeguata alle loro necessità”, continua Sgandurra. “È così che abbiamo co-creato un fumetto che non utilizza termini tecnici ma che riesce comunque a spiegare correttamente la paralisi cerebrale e lascia spazio alla creatività dei ragazzi. Ci auguriamo di vedere la mascotte Andi prendere vita su tutti i banchi e tutte le scrivanie, per poter conoscere al meglio questa condizione ed evitare così ogni discriminazione”.
A breve sarà disponibile anche la versione in inglese, annunciata sui canali social del progetto. Per ora, la sfida è lanciata: parlare di scienza ai più giovani, con rispetto, creatività e semplicità.