L'artista russo Grisha Bruskin dona quattro collezioni di opere scultoree alla Fondazione Cassamarca - Fondazione Cassamarca

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

Oggi, 18 giugno 2025, presso Cà’ Spineda, è stato sottoscritto l’atto di donazione con il quale il Maestro Grisha Bruskin ha donato alla Fondazione Cassamarca quattro collezioni di opere scultoree:

Collezione 1, H-Hour, composta da 42 sculture in bronzo e smalto

Collezione 2, On the Edge, composta da 20 sculture in bronzo e smalto

Collezione 3, La vita è ovunque, composta da 25 sculture in porcellana

Collezione 4, L’Universo sul tavolo, composta da 46 oggetti in bronzo

Le quattro collezioni sono tutte collegate da un unico messaggio in forma di divenire: una produzione organica (realizzata tra gli anni 2007 e 2010) che fa parte di un’unica storia che le lega l’una all’altra, ponendoci di fronte a grandi temi dell’umanità.

“Sono molto felice e grato che le mie opere siano esposte a Treviso nella sede di Casa dei Carraresi – ha dichiarato Grisha Bruskin – Amo molto l’Italia e l’arte italiana e sono legato a questo Paese che ha già accolto le mie opere in mostre ospitate presso prestigiose sedi”.

“A nome della Fondazione esprimo sentimenti di grande gratitudine al Maestro Bruskin per questo dono straordinario – ha dichiarato il Presidente Luigi Garofalo – Si tratta di uno dei momenti più belli da quando esiste la Fondazione. Le opere di Bruskin ci inducono a una riflessione ad ampio raggio, che eccede l’arte e sconfina nella filosofia, nell’antropologia, nel pensiero dell’uomo e per l’uomo”.

Il progetto espositivo troverà collocazione permanente in Casa dei Carraresi, dove sarà visitabile entro l’autunno, andando ad arricchire il percorso espositivo a cui stanno lavorando la prof.ssa Silvia Burini (docente di Arte contemporanea e direttore del Centro studi sull’arte russa) e il prof. Giuseppe Barbieri (docente di Arte moderna) presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, oggi presenti alla conferenza stampa.

“Il nuovo allestimento a Casa dei Carraresi – ha dichiarato la professoressa Burini – sta prendendo forma e si caratterizzerà per la sua dimensione internazionale. Con questa donazione acquisisce un respiro superiore a quello immaginato perché le opere di Bruskin sono di profonda attualità e pongono domande su grandi temi”.

Grisha Bruskin (all’anagrafe Grigorij Davidovič Bruskin) nasce il 21 ottobre 1945 a Mosca, città dove muove i primi passi nel mondo dell’arte iscrivendosi, nel 1957, alla Scuola d’Arte. Cresce in un ambiente culturale segnato dalle restrizioni ideologiche sovietiche, che influenzeranno profondamente la sua poetica artistica, nutrita di simbolismo, archetipi e riflessioni sul potere, la memoria e il linguaggio. Bruskin emerge come una delle figure centrali dell’arte sovietica non ufficiale, ottenendo inizialmente più opposizioni che riconoscimenti. Tra il 1983 e il 1984 due sue mostre, a Vilnius e a Mosca, vengono chiuse appena pochi giorni dopo l’apertura per decisione delle autorità, confermando il potenziale sovversivo della sua opera. Nonostante la repressione, Bruskin continua a creare, affermandosi come autorevole voce critica dell’identità collettiva sovietica. La svolta arriva nel 1987 con la rassegna “L’artista e la contemporaneità” a Mosca, la prima mostra pubblica non soggetta a censura. Qui viene esposto il suo celebre Lessico fondamentale, un repertorio visivo dell’ideologia sovietica sotto forma di figurine monumentali, acquistato dal regista Miloš Forman. L’anno successivo, il 7 luglio 1988, Bruskin diventa l’assoluto protagonista della prima asta di Sotheby’s in URSS, un evento che segna la definitiva apertura dell’arte russa al mercato internazionale, dove le sue opere raggiungono cifre record. Dal 1988 l’artista inizia a vivere tra Mosca e New York, città dove viene rappresentato dalla prestigiosa Marlborough Gallery, consolidando la sua carriera internazionale. La sua ricerca si espande su scala monumentale quando, nel 1999, riceve l’incarico dal governo tedesco di realizzare il trittico La vita è ovunque per il restaurato Reichstag di Berlino, un’opera emblematica della memoria storica del XX secolo. Nel 2005 prende parte alla storica mostra “Russia!”, che celebra 900 anni di arte russa, al Guggenheim Museum di New York. Nel 2012 vince il Premio Kandinskij per il progetto H-Hour (L’ora X), che riflette sull’impatto della guerra e della propaganda nella cultura sovietica e post-sovietica e che verrà presentato per la prima volta in Italia nella sede della Casa dei Carraresi insieme alla serie On the Edge, L’universo sul tavolo e la ripresa in scala ridotta de La vita è ovunque. Il lavoro di Bruskin è presente nelle collezioni dei più importanti musei del mondo: MoMA di New York Ludwig di Colonia, Puškin e Tretjakov Gallery di Mosca, Israel Museum di Gerusalemme, Kunsthalle di Emden. Si è dedicato anche alla performance e all’installazione pubblica. Tra le sue azioni più note si ricordano La nascita dell’eroe (Mosca, 1988), Un’isola è una parte di terra circondata dall’acqua (1997), fino alle recenti Verità alfabetiche e Verità elementari, performance che fondono musica, parola e immagine in chiave simbolica e filosofica. Bruskin ha affiancato all’attività visiva una fitta produzione scritta di memorie e riflessioni, pubblicando libri, saggi e raccolte autobiografiche, tra cui Imperfetto passato (2001). Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo, tra cui la Biennale di Venezia, il Jewish Museum di New York, il Russian Museum di San Pietroburgo, il Barbican Centre di Londra, confermandosi una delle figure più influenti del panorama artistico post-sovietico e internazionale. Oggi Bruskin vive e lavora tra New York e Mosca, continuando a interrogare con coerenza e intensità i grandi temi del potere, della memoria e dell’identità, attraverso un linguaggio che intreccia il mito e la storia, la pittura e il pensiero, la figura e il simbolo.

Recapiti
Antonella