Analytics & Artificial Intelligence
Le piccole e medie imprese italiane, seppure in modo eterogeneo per contesti e modelli operativi differenti, hanno iniziato ad affrontare percorsi di adozione dell’intelligenza artificiale, per coglierne le concrete opportunità nell’innovare i processi, favorire una crescita sostenibile, e aumentare la propria competitività.
Come evidenziato anche nel corso dell’AI Forum, organizzato da TIG e Associazione Nazionale Intelligenza Artificiale, le infrastrutture e i progetti che utilizzano l’AI sono ormai nella fase “del fare”. Sicuramente le aziende hanno la necessità di comprendere quali architetture e quali paradigmi è opportuno usare in relazione all’obiettivo prefissato. L’elemento tecnico non è oggi il solo aspetto di cui tener conto: le aziende devono da subito considerare anche gli aspetti legati alle normative, che stanno evolvendo in parallelo rispetto alla tecnologia. L’obiettivo del Forum è proprio quello di affrontare il “come si fa” nel contesto socioeconomico attuale italiano, con particolare enfasi sulle piccole medie imprese.
Tre approcci all’AI nelle PMI italiane
Dall’osservazione diretta del tessuto imprenditoriale emergono tre approcci distinti all’adozione dell’AI:
- Le aziende che hanno colto tempestivamente le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale, avviando sperimentazioni in diverse aree aziendali – come vendite, progettazione e attività operative – anche collaborando con partner e l’ecosistema delle startup, si trovano oggi nella fase in cui è necessario consolidare le sperimentazioni fatte nei processi e ruoli aziendali, e governare le soluzioni adottate, in vista anche delle attuali e future richieste normative.
- Le aziende che non hanno ancora avviato iniziative in ambito Intelligenza Artificiale sono oggi spettatrici di un contesto in rapido cambiamento. Pur riconoscendone il potenziale, faticano a individuare un punto di partenza chiaro: ciò di cui hanno bisogno è maggiore consapevolezza rispetto alle potenzialità attuali, e un supporto strategico nell’orientarsi.
- Le aziende che hanno avviato sperimentazioni in modo pragmatico, spesso concentrandosi sulla produttività individuale, si trovano oggi nella fase in cui devono valutare come estendere i benefici dell’Intelligenza Artificiale su scala aziendale. Per compiere questo passo è fondamentale definire una visione d’insieme e attivare un percorso di supporto strategico e operativo dedicato.
Le condizioni abilitanti per l’adozione dell’AI
Per introdurre con successo l’AI in azienda è fondamentale creare un contesto favorevole, lavorando su tre dimensioni chiave.
Le persone. Nessuna soluzione tecnologica può generare valore se non viene accolta, compresa, adottata. In questa prospettiva, il coinvolgimento e la formazione del personale sono fondamentali per un’adozione efficace a livello aziendale. Coinvolgere le persone a diversi livelli e fasi di maturità dell’iniziativa consente di identificare da subito eventuali elementi critici e di complessità.
I dati. La qualità, l’accessibilità e l’interoperabilità dei dati sono elementi essenziali per alimentare soluzioni affidabili di AI. Una buona gestione dei dati è la base per ogni processo di trasformazione digitale “Data-Driven” efficace, a maggior ragione quando si parla di Intelligenza Artificiale.
Le capacità. Oltre ad acquisire competenze attraverso la formazione, è fondamentale saperle applicare concretamente al proprio dominio specifico. Capacità intesa quindi come l’uso delle competenze acquisite per generare valore. È in questa direzione che Cefriel lavora con le imprese: supportiamo le imprese nella costruzione di queste capacità attraverso un approccio “AI Factory”, pensato per rendere l’innovazione digitale realmente attuabile e d’impatto.
Sviluppare la cultura di base dell’AI
Promuovere e diffondere una cultura dell’intelligenza artificiale significa innanzitutto creare la consapevolezza di ciò che questa tecnologia può abilitare e, soprattutto, comprendere quali potrebbero essere falsi miti o aspettative eccessivamente ambiziose, in alcuni casi irrealistiche. L’intelligenza artificiale, infatti, non si può semplicemente installare: la trasformazione dei processi e dei comportamenti, così come l’adozione di nuovi strumenti, è un percorso che richiede il giusto tempo per svilupparsi e consolidarsi. L’AI ha inoltre introdotto una innovazione indiretta ma tangibile, nella valorizzazione della sperimentazione come leva strategica: ciò significa avere portato nelle aziende una nuova mentalità in grado di riconoscere che sperimentare e apprendere è parte integrante del processo strategico di innovazione. Infine, ma non meno importante, occorre superare la convinzione che serva per forza un business case: se molte tecnologie fondamentali sono state adottate senza studi ex ante dettagliati, anche per l’AI questo aspetto non dovrebbe costituire un’eccezione o un blocco, fermo restando possa rimanere un elemento rilevante.
Fronteggiare la scarsità di competenze di mercato, valorizzando allo stesso tempo le specificità
Molte PMI italiane possiedono un patrimonio interno di know-how tecnico e operativo che rappresenta un forte vantaggio competitivo, poiché consente di generare quei prodotti e servizi apprezzati sul mercato internazionale. La grande expertise e competenza rappresenta quindi un’opportunità di aumento di valore dell’impresa se venisse capitalizzata e messa a fattor comune dell’impresa stessa.
In quest’ottica, Cefriel supporta le imprese nel digitalizzare e rendere condivisibile a tutto il personale la competenza di dominio, sviluppando sistemi di gestione della conoscenza tramite una commistione di modelli e soluzioni AI. Questo implica non solo la capacità di far funzionare un macchinario, ma interessa tutto il ciclo di vita ed i diversi processi che contribuiscono ad un prodotto o servizio: ad esempio competenze progettuali – ovvero come ideare un prodotto o servizio – e competenze operative – ovvero come gestire le attività post-vendita e utilizzare efficacemente il prodotto o servizio. Tramite questi approcci è possibile indirizzare anche la difficoltà di reperire competenze, anche avanzate, sul mercato, favorendo al tempo stesso i processi di inserimento di nuovo personale.
Alla luce dello scenario complessivo, l’Intelligenza Artificiale può quindi rappresentare una vera occasione di crescita per le PMI italiane. Per generare valore serve però un percorso costruito su misura, fondato su cultura aziendale, persone e competenze. Con il giusto supporto, la trasformazione digitale supportata dall’AI può diventare realtà.
Roberto Farina
Business Development Manager, Cefriel