Contro la cooling poverty per città più fresche e più e giuste: proposte concrete per difendere la cittadinanza dalla disuguaglianza energetica.
A causa della crisi climatica, le temperature urbane estive hanno raggiunto livelli critici in diverse città italiane, con impatti significativi sulla salute pubblica. Questo fenomeno è aggravato dall’effetto isola di calore urbana che rende le città più calde rispetto alle aree circostanti, anche di 4°C.
Le ondate di calore non colpiscono in modo uniforme la popolazione. Esistono forti diseguaglianze termiche tra quartieri con diverse caratteristiche. Questa disuguaglianza si definisce cooling poverty (povertà di raffrescamento), la povertà energetica legata all’incapacità di mantenere una temperatura confortevole in casa, ma anche negli spazi pubblici delle città.
Per questi motivi abbiamo messo in campo Che caldo che fa! Una nuova campagna di citizen science, realizzata in collaborazione con la Fondazione Banco dell’Energia: per monitorare e analizzare le criticità nelle maggiori città italiane, formulare proposte concrete e stimolare le amministrazioni comunali a intervenire, adattando le città alle ondate di calore e proteggendo la salute di tutta la cittadinanza, in particolare delle fasce sociali in povertà energetica.
Che caldo che fa! Tappe a Roma, Napoli, Bologna, Milano e Palermo