Le proposte dello Spi Cgil Verona
Le temperature record stanno mettendo a dura prova la città, con un impatto particolarmente pesante sugli anziani e sui più vulnerabili. Le ondate di calore mettono infatti a rischio la salute di chi vive in condizioni di fragilità, tipicamente caratterizzata da multi-morbilità e malattie croniche, diffusissime soprattutto tra gli anziani. Il rischio di disidratazione, colpi di calore e altri problemi legati al caldo è notevolmente aumentato. Secondo una stima dell’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal), pubblicata nell’agosto 2024 sulla rivista scientifica Nature Medicine, l’estate 2023 aveva mietuto più di 47 mila decessi nei 35 Paesi europei con l’Italia al primo posto in termini assoluti (12.743 decessi) e al terzo posto per incidenza delle morti sulla popolazione (209 decessi per milione di abitanti), dopo Grecia e Bulgaria. Gli stessi studiosi avevano precisato che se nel frattempo non fosse intervenuto un adattamento sociale all’aumento delle temperature (servizi sanitari, iniziative di prevenzione, comunicazione, ma anche e soprattutto cambiamenti negli stili di vita) le morti avrebbero potuto essere l’80% in più.
La necessità odierna è dunque quella raffreddare le città. Ma in ambienti urbani con una larga prevalenza di asfalto e di cemento (testimoniata anche dagli imbarazzanti dati sul consumo del suolo) che trattengono il calore facendo schizzare in alto il termometro, l’impresa richiede una serie di azioni consapevoli, coraggiose e coordinate. Come Spi Cgil Verona poniamo sul tavolo due proposte:
- Eliminare strade per piantare alberi. È necessario ripensare la città con soluzioni più efficaci e l’introduzione e la manutenzione di un maggior numero di alberi e di aree verdi nel contesto urbano. Gli alberi non solo offrono ombra e riducono la temperatura locale, ma assorbono anche l’anidride carbonica e migliorano la qualità dell’aria. Investire in parchi, giardini e corridoi verdi può non solo mitigare gli effetti delle ondate di calore, ma anche migliorare il benessere generale della comunità. Come ben spiegato dal neuroscienziato Stefano Mancuso, le amministrazioni comunale sono chiamate a scelte coraggiose perché le aree verdi vanno fatte dove servono e non solo dove si può: occorre procedere secondo un disegno coerente e scientifico e non per spot, al fine di contrastare efficacemente le morti premature e aumentare la qualità della vita.
- Realizzare una rete di rifugi climatici, al chiuso e l’aperto. L’esperienza di alcune città italiane, tra cui Bologna e Firenze ci illustra la possibilità di creare una rete di rifugi climatici al chiuso o all’aperto caratterizzati dalla presenza di alcuni servizi minimi indispensabili, come servizi igienici, acqua potabile e aria condizionata (o zone ombreggiate, se all’aperto). Firenze ne ha già realizzati 44 usando sale civiche, centri d’incontro, biblioteche e parchi pubblici. Le dispute politiche su chi investe di più vanno risolte con un progetto coerente che punti a dare una risposta al benessere dei cittadini in particolare gli anziani.
Affrontare l’emergenza climatica non è più un’opzione ma una necessità. Le politiche a tutti i livelli devono adattarsi ai nuovi scenari per fornire ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno.
Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona