L’Attrazione Verso il Nuovo e il Desiderio di Innovazione: dall’enciclica “Rerum Novarum” all’era digitale
Come la spinta al cambiamento attraversa i secoli, dall’enciclica sociale di Leone XIII alle trasformazioni dell’era digitale.
L’elezione del nuovo Papa durante lo scorso mese di maggio ha grattato la ruggine alla memoria collettiva riportando alla ribalta l’enciclica dell’altro Leone, al momento ben più noto, il tredicesimo, che scrisse la “De Rerum Novarum”.
Correva l’anno 1891 e tra le altre cose, tutte molto interessanti, una spicca per la profonda attualità e pertinenza col tema di cui trattiamo: l’ardente brama di novità, citata dal Papa.
Questa ardente brama di novità fa da propulsore all’attività umana negli svariati settori.
Noi portatori sani di mezza età, siamo la generazione che ha vissuto una quantità enorme di cambiamenti, in tempi rapidissimi.
Dall’uomo sulla luna all’AI: la rivoluzione vissuta dalla Generazione X
Un viaggio tra conquiste epocali e nuove frontiere tecnologiche, vissuto in prima linea.
Dallo sbarco dell’uomo sulla luna, al passaggio dal bianco e nero al colore, all’invenzione dei telefoni cellulari, dei satellitari, alla clonazione della pecora Dolly, alla decifrazione del DNA; ma noi siamo soprattutto quelli di internet, dell’era digitale, noi assistiamo alle guerre combattute dai droni, ma ultimamente stiamo vivendo, quasi come un’ossessione, l’avvento dell’intelligenza artificiale!
AI: l’ultima frontiera dell’innovazione digitale, la smaniosa ricerca della Silicon Valley
L’intelligenza artificiale ridefinisce il nostro presente?
Alcuni affermano che la Silicon Valley si nutra di novità. Quella ricerca della “nuova cosa nuova” che già Papa Leone XIII citava alla fine del diciannovesimo secolo (cit.Ben Tarnoff da l’Internazionale numero 1610 anno 32).
Ma quanto sconvolgerà le nostre vite l’AI? Quanto sarà utile e soprattutto quanti danni comporterà la sua prepotente e invasiva presenza nella società?
AI tra etica e sostenibilità: il prezzo invisibile dell’innovazione, le insidie nascoste
Iniziamo ad analizzare i costi. Provate ad immaginare il consumo annuale di acqua di un Paese come la Danimarca, bene, adesso moltiplicatelo per sei e otterrete il consumo d’acqua che servirà per raffreddare gli enormi data center dove risiederanno le informazioni che consentiranno l’utilizzo dell’AI.
L’illusione della “nuvola: la “cloud” non è un’entità astratta, ma un’infrastruttura concreta con costi ambientali reali
Dietro la leggerezza del nome, il peso ambientale di un’infrastruttura invisibile.
Eh già, perché è sempre il rovescio della medaglia quello che non ci raccontano. Quando ci parlano di “nuvole” non crediate siano davvero dati raccolti in un etere in mezzo al nulla…
Viviamo di contraddizioni: movimenti per l’ecologia, veganesimo, riciclo, riduzione dei consumi, presa di coscienza sui cambiamenti climatici… e poi questo utilizzo d’acqua per un’”innovazione” di cui, siamo certi se ne sentisse la necessità?
Chi fruisce delle “chat” di intelligenza artificiale, conosce l’importanza dei dati d’addestramento, della loro qualità, della loro quantità e varietà? Perché nel sentire comune sembra quasi che l’AI sia un’entità sconosciuta che arrivi da qualche altro pianeta ad illuminarci e renderci edotti su un qualsivoglia argomento.
Dietro ogni modello di AI c’è l’uomo
L’addestramento si basa su enormi volumi di dati, ma anche sull’intelligenza e l’intenzionalità umana.
Le AI non sono produttrici di conoscenza puntuale, inoltre siamo certi che tutti le sappiano utilizzare? Di recente è stato reso virale il video di quell’uomo che a Giava è precipitato per 40 metri da un ponte in costruzione perché aveva seguito le istruzioni del navigatore e la casistica è ricca di casi simili.
Questo, infatti, è solo uno dei tanti esempi di fallibilità degli strumenti che utilizziamo tutti i giorni e che potrebbe allargarsi all’utilizzo dell’AI.
E allora affiora anche un discorso di fiducia; quanto siamo disposti ad affidarci a questa voce metallica che sta invadendo ogni ambito della nostra vita: dalla ricetta della carbonara, alla dieta chetogenica, dalle previsioni del tempo, al tema dell’esame di maturità?
AI e lavoro: tra chatbot e operatori umani, chi scegliamo davvero?
Questione di empatia, fiducia e capacità di negoziazione.
Quando mi collego all’app della mia banca, se ho difficoltà o domande che richiedono una risposta, lo schermo mi sottopone la scelta di usufruire di “Paolo”, figura virtuale che sotto la didascalia “chiedi a Paolo” dovrebbe sgomberare la mia mente da ogni perplessità o dubbio, ebbene in seconda battuta mi propone di parlare con un operatore, in carne e ossa, una voce umana con cui posso perfino discutere e/o dissentire!
E voi con chi preferite interloquire? Col finto Paolo o la vera Federica?
Fiducia nella tecnologia: possiamo davvero affidarci all’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale offre enormi opportunità, ma presenta anche rischi significativi.
Come tutte le trovate dell’ingegno credo che l’intelligenza artificiale possa avere delle ottime potenzialità se usata nel modo corretto, se messa a disposizione di menti illuminate che ne sappiano sfruttare solo la parte atta a migliorare la nostra vita. E se ci sfuggisse di mano?
La distorsione della realtà: l’AI è sempre più capace di generare immagini, testi e video indistinguibili dal reale
Questo alimenta dubbi costanti: ciò che vediamo è autentico o generato artificialmente?
Claude Opus 4, un modello di Anthropic, ha mostrato comportamenti che sono stati reputati allarmanti inganni strategici, creazione di virus auto-replicanti e persino tentativi di ricatto contro i propri sviluppatori (da Internazionale numero 1610 anno 32).
E se, come la trama di un film distopico, l’uomo perdesse il controllo sulle “macchine”?
Se queste sviluppassero capacità d’inganno sempre più sofisticate e pericolose?
E come viviamo questo filtro costante che dobbiamo frapporre tra noi e le immagini che ci giungono dai media? È un falso? È reale? È fatto con l’intelligenza artificiale!
Le domande restano senza risposta. Ci si interroga oramai quotidianamente sul binomio costi/benefici, sulle potenzialità di questo strumento, in una sorta di tifo calcistico tra visionari esaltati e scettici conservatori e timorati, chissà cosa ne penserebbe
Papa Leone XIII!